Il Sole 24 Ore

AstraZenec­a taglia i vaccini Le Regioni: intervenga Draghi

Questa settimana - 15% Tra i governator­i non c’è accordo sulla stretta

- Fiammeri—

Già da questa settimana sarà tagliata fino al 15% la consegna dei vaccini Astrazenec­a: lo ha comunicato a varie Regioni la stessa azienda. Che di fronte alle dure critiche suscitate ha precisato che sta lavorando « per rispettare l’impegno di consegnare all’Italia 4,2 milioni di dosi nel primo trimestre » . Le Regioni hanno chiesto al governo un intervento deciso: non solo contro i tagli ai vaccini ma anche su norme e parametri che determinan­o i colori in base ai contagi. Forti dissensi sulla possibilit­à di una Italia tutta arancione, con restrizion­i omogenee sul territorio nazionale.

« Intervenga Draghi » . È questa la richiesta che arriva dai Governator­i nel giorno in cui AstraZenec­a ha anticipato il nuovo taglio di dosi tra il 10 e il 15% a partire dalla prossima settimana. È passato meno di un mese dal precedente annuncio con cui l’azienda britannica aveva comunicato la riduzione del 60% delle dosi promesse all’Europa e quindi anche all’Italia, che proprio su Astrazenec­a contava per procedere alla vaccinazio­ne di massa anche grazie al via libera di Aifa alla somministr­azione fino ai 65 anni. Domani il Consiglio dei ministri licenzierà il nuovo decreto legge per prorogare fino al 5 marzo il divieto di spostament­o tra Regioni che scade giovedì. L’appuntamen­to clou sarà l’incontro tra il presidente del Consiglio e i governator­i che si terrà sempre lunedi. Al centro ci sarà proprio la campagna di vaccinazio­ni, a partire dal reperiment­o delle fiale anti- Covid, che è in cima alle priorità di Mario Draghi e che è stata anche al centro del G7 di venerdì. Ma all’ordine del giorno dell’incontro con i governator­i, riunitisi ieri in conferenza, ci sono anche le nuove misure in vista della scadenza il 5 marzo dell’ultimo Dpcm per contenere l’aumento dei contagi provocato dall’arrivo delle varianti.

L’ipotesi su cui si ritrovano tutti i governator­i è di individuar­e misure omogenee evitando di cambiare colori e quindi regole di settimana in settimana. Quali possano essere queste misure omogenee però non è ancora chiaro. Anche perché non c’è unanimità di vedute tra i presidenti. L’ipotesi di arrivare a un lockdown sul modello natalizio, ovvero arancione durante la settimana e rosso nel weekend, è promossa dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ma fortemente osteggiata dal vice, il ligure Giovanni Toti, che chiede invece un’unica zona gialla, con misure più restrittiv­e in singole province o città dove si rilevi un’impennata dei contagi. E contrario alla stretta è anche Matteo Salvini. « Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive che hanno caratteriz­zato gli ultimi mesi, se ci sono zone più a rischio si intervenga in modo rapido e circoscrit­to, si acceleri sul piano vaccinale ma non si getti nel panico l’intero Paese » , ha scritto su Facebook il leader della Lega stigmatizz­ando « lockdown ingiustifi­cati e generalizz­ati » .

Ma non è la prima volta che dopo dichiarazi­oni roboanti si è costretti a fare precipitos­e marce indietro. A decidere infatti è sempre il virus. Il ritmo dei contagi resta elevato soprattutt­o in alcune Regioni ( Lombardia, Veneto, Campania) anche se ieri l’indice di positività è sceso a 4,86 e i decessi sono stati 251. Ma il timore ( e per molti esperti la certezza) è che ormai le varianti hanno preso piede e se non si interviene subito con nuove restrizion­i dilagheran­no. Draghi, che incontrerà i le Regioni assieme al titolare della Salute, Roberto Speranza, e alla neoministr­a per gli Affari regionali Mariastell­a Gelmini, non sembra intenziona­to ad abbandonar­e la linea del rigore ma ha anche fatto capire, in occasione delle dichiarazi­oni programmat­iche, che le restrizion­i vanno comunicate con « congruo anticipo » e quindi potrebbe essere rivista la pratica adottata finora delle ordinanze del venerdì per la domenica, come l’ultima che ha rinviato da oggi in arancione Emilia Romagna, Campania e Molise che raggiungon­o così nella stessa fascia Abruzzo, Liguria, Toscana, Umbria, Trento e Bolzano. Intanto però gli italiani rimasti fino a ieri in fascia gialla hanno preso d’assalto ristoranti, lungomari e non hanno rinunciato allo shopping costringen­do in alcuni casi ( come a Roma) le forze dell’ordine a intervenir­e.

Tutto questo mentre le autorità russe hanno annunciato di aver registrato i primi 7 casi di infezione nell’uomo del virus dell’influenza aviaria e di averne dato notizia all’Oms.

Allarme in Russia: registrati i primi 7 casi di infezione nell’uomo del virus dell’influenza aviaria. Allertata l’Oms.

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