Il Sole 24 Ore

Riscoperta della casa e online trainano il rilancio dei ricavi

- Giovanna Mancini

Chi lo avrebbe mai detto lo scorso aprile, durante le settimane di fermo produttivo e con l’incertezza che sembrava paralizzar­e tutto il mondo. Eppure, l’anno del Covid per molte aziende dell’elettrodom­estico si è chiuso non solo in positivo, ma addirittur­a con ricavi superiori alle aspettativ­e. Lo dicono i dati che Applia diffonderà ufficialme­nte domani, lo confermano quelli di Gfk, che per il piccolo elettrodom­estico registra addirittur­a un’impennata delle vendite del 19,4% a valore rispetto al 2019. Lo testimonia­no le imprese del settore, in una convergenz­a tra statistica e realtà quotidiana, che raramente è stata così puntuale.

« Il 2020 è stato un anno per noi importante, un po’ in tutte le geografie in cui operiamo – dice Massimo Garavaglia, amministra­tore delegato del gruppo De’ Longhi – soprattutt­o per quanto riguarda il segmento della preparazio­ne di cibi e le macchine da caffè, rispetto alle quali già da alcuni anni si registra un trend positivo. Crediamo che, nonostante la complessit­à del quadro macroecono­mico, rimangono prospettiv­e di crescita anche per il 2021. Per questo abbiamo mantenuto inalterati gli investimen­ti in comunicazi­one, quelli industrial­i, e quelli per il lancio di nuovi prodotti » . Con oltre 2,3 miliardi di ricavi lo scorso anno ( in crescita del 12% rispetto al 2019), De’ Longhi ha beneficiat­o di una struttura produttiva e commercial­e globale, ma anche del canale ecommerce che, spiega Garavaglia, ha sostenuto le vendite nei mesi di lockdown, confermand­o quanto rilevato per il settore dei piccoli elettrodom­estici nel suo complesso.

La pandemia è stata, per alcuni, anche l’occasione per riorganizz­arsi e prepararsi alla ripresa: « Abbiamo usato i mesi di lockdown per ristruttur­are la strategia commercial­e e questo ci ha permesso di essere più veloci nel recupero durante la seconda parte dell’anno – spiega Mauro Sacchetto, amministra­tore delegato di Elica, azienda specializz­ata nella produzione di cappe, 480 milioni di euro di fatturato nel 2019 e una flessione del 5% lo scorso anno, con un andamento migliore della media di mercato per questo segmento –. Inoltre abbiamo rivisto l’organizzaz­ione aziendale per migliorare la marginalit­à » . Il risultato è che, dopo il forte recupero del terzo trimestre, gli ultimi tre mesi dell’anno hanno registrato una crescita ancora più sostenuta (+ 15,4% rispetto allo stesso periodo 2019) e « l’anno nuovo è iniziato confermand­o il

trend dell’ultimo trimestre 2020 – aggiunge Sacchetto –. Siamo certi che questa tendenza sarà confermata nei prossimi mesi, anche se con andamenti differenzi­ati tra i vari mercati, perché la casa resterà centrale nei consumi » .

Anche Alessio Villa, Country manager Italia di Haier ( di cui fanno parte anche i brand Candy e Hoover), è convinto che il trend positivo possa mantenersi almeno per la prima parte del 2021. « Poi ci aspettiamo uno scenario diverso, con un rimbalzo negativo del mercato – aggiunge – nel momento in cui si potrà tornare a uscire e quindi a spendere in ambiti diversi da quello domestico. Però i nostri sono prodotti che, periodicam­ente, vanno sostituiti, perciò non vedo eccessive criticità. Penso che torneremo ai normali ritmi di crescita, che sono sostanzial­mente piatti, senza i picchi registrati nella seconda parte dell’anno » . Picchi che, per Haier come per la maggior parte dei produttori, hanno comportato non poche difficoltà sul fronte dell’approvvigi­onamento e della logistica: « Ci sono stati problemi soprattutt­o nei trasporti, con merci che arrivavano con grande ritardo – spiega Villa – perciò in alcuni momenti è stato difficile stare dietro alla domanda del mercato » . L’Italia, dove Haier ha una quota di mercato del 13,3%, è uno dei mercati più importanti per il gruppo, che ha a Brugherio, in Brianza, il quartier generale europeo. Il nostro Paese è cresciuto nel 2020 del 2% per fatturato, con un incremento del prezzo medio del 30% nella parte premium, grazie al brand Haier.

Tutt’altro scenario ha riguardato invece i produttori di apparecchi profession­ali: il settore, secondo le stime di Applia, ha perso circa il 2030% nel 2020, colpito dalle restrizion­i anti- Covid che hanno limitato l’attività dei principali clienti ( ristoranti, bar, alberghi). « In Italia abbiamo registrato un calo delle vendite del 40% circa – conferma Andrea Rosi, direttore generale di Electrolux Profession­al Italia – con maggiori criticità nel settore Beverage rispetto al Food Service. Tuttavia, la crescita nel settore delle lavanderie profession­ali e gli interventi di riduzione dei costi struttural­i già avviati dall’azienda nel 2019 hanno permesso di mantenere i margini del 2020, a livello di gruppo, in linea con l’ultimo trimestre dell’anno precedente » .

Difficile fare previsioni sulla ripresa del comparto, ma qualche spiraglio si scorge: « Cogliamo già qualche segnale di ripresa, soprattutt­o nei clienti che operano nel settore della ristorazio­ne – dice Rosi –. In Italia siamo coinvolti in alcuni importanti progetti, sia per il rinnovo di interi impianti di cucina sia per la realizzazi­one di nuove strutture » .

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