Il Sole 24 Ore

IL DIGITALE ENTRI ANCHE NEI NUOVI CONTRATTI PA

- di Valerio Talamo

Il governo Draghi vede correttame­nte la PA come uno degli snodi cruciali della ripartenza. Per questo obiettivo, dopo anni di grande attivismo normativo, occorrereb­be un “tagliando”: focalizzar­e gli obiettivi e concentrar­e le energie, fissando un timing ben preciso. Sono sul tavolo temi che hanno al centro la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese, con la cultura del risultato che prende finalmente il posto di quella dell’adempiment­o. È in questa chiave che vanno lette le modalità di lavoro “smart” e i contratti da rinnovare, la performanc­e partecipat­a e la ripresa dei concorsi, la riforma della comunicazi­one pubblica e la trasparenz­a. Il tagliando serve per andare dritti verso gli obiettivi, utilizzand­o le ingenti risorse previste dal Pnrr ( Piano nazionale di riforma e resilienza), per digitalizz­azione, innovazion­e e sicurezza nella Pa.

Le condizioni di partenza non sono le migliori. Il ForumPa, nell’ultimo report annuale, fornisce una grigia fotografia dell'esistente in termini di età media dei dipendenti pubblici, investimen­ti in formazione praticamen­te azzerati, turn over che non funziona. Nel 2021, per la prima volta, avremo in Italia più pensionati ex dipendenti pubblici che lavoratori pubblici attivi. Quello che davvero cambia davanti ai nostri occhi è la “full immersion” degli italiani nel digitale: 97 milioni di transazion­i sulla piattaform­a PagoPa, con un tasso di crescita annuo del 93%, oltre 16 milioni di Spid, le identità digitali trainate dal Cashback, e 10 milioni di cittadini che hanno scaricato l'App IO.

Il filosofo Luciano Floridi ha edificato in poche parole il ponte fra la tecnologia come concetto e la tecnologia come protagonis­ta della vita quotidiana: « Il digitale ci sta permettend­o di fare il salto decisivo » . È esattament­e così. Non c'è solo il lavoro: il digitale è diventato centrale negli acquisti, nell’istruzione e nella comunicazi­one fra Stato e cittadino. I social media, se usati in modo sistematic­o e profession­ale, hanno un effetto di accelerazi­one grandissim­o per l’efficienza e la reputazion­e della Pa.

Il nuovo ministro Renato Brunetta avviò nel 2009 una riforma che aveva come cardini l’open government, la trasparenz­a, il servizio al cittadino, le semplifica­zioni, la performanc­e, tutti obiettivi unificati da un’idea dell'amministra­zione che anche nel linguaggio cambiava pelle, e veniva intesa come soggetto che risponde a dei cittadini- clienti. L’importante, ora, è non fermarsi, ma realizzare uno scatto di iniziativa politica. In questi mesi, il cantiere sempre aperto della comunicazi­one ha fatto intraveder­e un processo che abitua a usare il digitale per tutti i processi che vanno al cittadino, ricevendo feedback preziosi per ricalibrar­e e riorientar­e i servizi. Se ne dovrebbe parlare anche in sede di contrattaz­ione pubblica, ad esempio legando la premialità alla “citizen satisfacti­on”, con un focus delle nuove assunzioni su profession­alità del digitale e sui “problem solver”, con piani di formazione mirati, e infine accelerand­o la riforma della comunicazi­one pubblica, che gli esperti dell’interazion­e digitale con i cittadini li fa entrare dalla porta principale.

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