Autostrade Pronta l’offerta di Cdp per Aspi
Il cda aggiornato a oggi: la proposta nella parte alta del range 8,5- 9,5 miliardi
11- 12
La forchetta di prezzo ( in miliardi) attesa dai fondi per l’ 88% di Aspi
È pronta l’offerta vincolante della cordata capitanata da Cassa depositi e prestiti e formata anche Blackstone e Macquarie per l’ 88% di Autostrade per l’Italia ( Aspi). Il cda straordinario convocato ieri dalla spa di Via Goito ha contribuito a far fare un deciso passo avanti al dossier ma, per la chiusura del cerchio, bisognerà attendere oggi pomeriggio quando il board di Cassa si riaggiornerà per definire, in contemporanea con quelli dei due fondi, gli ultimi dettagli. La partecipazione in Autostrade sarà rilevata dal consorzio tramite una bidco partecipata al 51% da Cdp Equity e da Blackstone e Macquarie con quote paritetiche per la parte residua. E l’offerta vincolante, condizionata al via libera del Pef ( il piano economico finanziario che definisce il sistema tariffario per Aspi), potrebbe posizionarsi nella parte alta della forchetta 8,5- 9,5 miliardi, con un meccanismo di pagamento che prevederebbe una parte cash e la somma restante dilazionata in 3- 4 anni.
Una volta limata, l’offerta arriverà sul tavolo di Atlantia che aveva fissato alla mezzanotte di domani la deadline per riceverla e che ha convocato venerdì un cda per esaminarla. Va detto, però, che il consiglio potrebbe anche riservarsi di dare soltanto un indirizzo lasciando poi all’assemblea dei soci la decisione finale sulla proposta. Su cui il gradimento dei fondi, azionisti di Atlantia, non è scontato a giudicare dalle dichiarazioni dettate ieri all’agenzia Radiocor da Jonathan Amouyal, partner di Tci che, con il suo 10%, è il secondo socio della holding dopo Edizione e che da mesi spinge per ottenere una valorizzazione di mercato di Aspi. « La valutazione implicita nell’offerta pubblica per la minoranza di Astm rafforza la nostra stima di 11- 12 miliardi per l’ 88% di Aspi » .
Se la partita su Autostrade sembra quindi giunta a uno snodo, così non è per Open Fiber, l’altro dossier all’esame ieri del cda. Di certo, infatti, c’è solo che Cdp non eserciterà la prelazione sulla quota di Enel ( che sarebbe scaduta alla mezzanotte di domani), ma il gruppo guidato da Fabrizio Palermo è intenzionato a salire nell’azionariato dell’operatore wholesale e va avanti nella trattativa con Enel - che ha in mano un’offerta di Macquarie da 2,65 miliardi per il suo 50 per cento - con l’obiettivo di rilevare un 5- 10% e completare così l’ultimo step propedeutico alla nascita di una rete nazionale con il successivo conferimento di OF nella newco AccessCo. Parallelamente Cdp, che ha facoltà di esprimersi sul nuovo socio di Open Fiber, sta poi dialogando con il fondo australiano sulla governance futura di OF e sulla partita dell’infrastruttura unica.