Moda, non prima del 2023 il ritorno ai livelli pre Covid
Stime Confindustria Moda: ricavi 2020 calati del 26%, persi 25 miliardi in un anno Il saldo commerciale rimane positivo per 17,4 miliardi, ma l’export fatica a ripartire
Anche per il settore moda l’impatto della pandemia è durissimo. L’auspicio degli operatori è di tornare ai livelli pre Covid nel 2023. Il 2020 intanto segna una caduta del 26% dei ricavi: si tratta, rispetto al 2019, di 25,4 miliardi in meno, che portano il fatturato totale a 72,5 miliardi. La stima è di Confindustria Moda secondo cui il risultato è migliore delle attese (- 30%). Nel quarto trimestre, la contrazione media delle aziende del settore è nell'ordine del 20%, segno di una moderata ripresa delle attività.
« Siamo il settore più colpito dalla pandemia, dopo il turismo. Il sistema italiano del tessile- moda- abbigliamento vive di mobilità e fisicità, potremmo dire. Abbiamo reagito e continuato a investire, ma ora è necessario tornare ad allestire fiere, a viaggiare, ad accogliere le persone nei negozi, turisti compresi. Speriamo che la vaccinazione porti a questa svolta » . Cirillo Marcolin introduce così le previsioni di Confindustria Moda per il 2021 e il consuntivo del 2020, alla vigilia della fashion week donna, che inizia oggi a Milano con un format phygital: le sfilate si terranno secondo un calendario ricco e fitto da mercoledì 24 a lunedì 1° marzo, saranno tutte però a porte chiuse.
In presenza, ma su appuntamento e con rigidi protocolli anti Covid, ci saranno invece molte presentazioni in showroom, mentre in formato puramente digitale si stanno svolgendo, sulle rispettive piattaforme, le fiere organizzate da Pitti Immagine ( uomo, bambino e filati) e Milano Unica, la manifestazione dedicata a tessuti e accessori tessili. Sfilate milanesi e fiere di Pitti presentano le collezioni per l’autunno- inverno 2021- 22, l’evento del tessile proietta ancora più in la, con le collezioni della primaveraestate 2022. Ed è proprio avanti che Marcolin, presidente di Confindustria Moda dal giugno 2020, invita a guardare: « Il 2020 si chiude con un fatturato di 75,2 miliardi, in flessione del 26% rispetto al 2019. Per il secondo semestre di quest’anno possiamo prevedere una stabilizzazione dei cali, ma solo nel 2022 potremo contare su un ritorno alla crescita e dovremo aspettare il 2023 per rivedere i livelli pre Covid » . La reazione delle aziende, da monte a valle, dalle Pmi del tessile ai grandi marchi c’è stata e nella seconda metà del 2020 lo scenario è leggermente migliorato, anche grazie al rimbalzo seguito al primo lockdown.
« Nessun imprenditore può permettersi di scoraggiarsi: vedere le attività produttive o commerciali chiuse o che marciano a rilento è il peggiore degli incubi – aggiunge Cirillo Marcolin –. Nessun imprenditore vorrebbe ridimensionare produzione od occupazione e all’inizio dell’emergenza il tessile- moda ha fatto di tutto per tutelare i lavoratori, anticipando ad esempio la cassa integrazione. Sul 2021, ovviamente, pesano ancora molte incognite e tutto dipende da come procederà la campagna di vaccinazione, la strada più veloce per trovare, insieme, la nuova normalità di cui si parla » . Il presidente di Confindustria Moda non pensa certo di poter cancellare l’anno della pandemia: è chiaro che alcuni cambiamenti, accelerati dall’emergenza sanitaria ed economica, resteranno. E che altri diventeranno necessari, soprattutto sulla digitalizzazione, fronte sul quale le Pmi, ha sottolineato Marcolin, « andranno aiutate e sostenute, anche da associazioni come la nostra » .
L’e- commerce B2B e B2C è stato un’ancora di salvezza durante i mesi del lockdown, in Italia e nel mondo, ma la moda ha bisogno di ritrovare le occasioni di incontri dal vivo: « Vale per le aziende, che durante la pandemia hanno capito ancora più a fondo l’importanza delle fiere come occasione di confronto, ancora prima che di raccolta ordini – aggiunge Marcolin –. Ma vale allo stesso modo per le persone: se c’è una cosa che dovrebbe farci essere cautamente ottimisti è quello che è successo quando i ristoranti e i negozi hanno riaperto. Qui in Italia e, più di recente, in Cina o, da qualche giorno, in Israele. Le persone hanno voglia di tornare ai riti quotidiani, agli incontri, alla vita sociale » .
Il presidente di Confindustria Moda vede con favore gli sforzi fatti per rispettare l’appuntamento della fashion week donna di febbraio, un lavoro di squadra tra aziende, Camera della moda, Comune di Milano e in partnership con molti attori del settore, da Confartigianato a Rinascente, che allestirà uno spazio dedicato a undici giovani stilisti: i designer emergenti sono il futuro della moda