Verso il Fondo di fondi Confindustria: bene Draghi sulle riforme
Scannapieco ( Bei): pronti a collaborare con il Mef per attivare risorse private
Ripartono le audizioni parlamentari sul Recovery Plan. Sono la base di lavoro per arrivare alle risoluzioni che dovranno essere approvate dalle due Camere, tenendo conto delle relazioni delle Commissioni Bilancio e Politiche europee che a loro volta riceveranno le osservazioni osservazioni delle singole commissio-delle singole commissioni permanenti. In audizione congiunta presso le commissioni di Senato e Camera ieri il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti e presidente del Fondo europeo per gli investimenti, Dario Scannapieco, ha rivelato come la Banca europea abbia già proposto al ministero dell’Economia una collaborazione per gestire il tema dei fondi a leva, cioè cioè l’ utilizzo dell’ utilizzo delle risorse europee come volano per attivare anche risorse private. È significativo che il premier nel suo discorso alle Camere abbia sottolineato che sarà chiarito il ruolo, accennato nell’attuale bozza del Piano, del contributo dei privati attraverso i meccanismi di finanziamento a leva finanziamento a leva (( fondo dei fondi ). Secondo Scannapieco si possono attivare meccanismi, simili a quelli avviati ad esempio con il ministero dello Sviluppo per favorire la ricerca e sviluppo al Sud, in cui i fondi pubblici attraverso il coinvolgimento di intermediari finanziari assorbirebbero le prime perdite attivando investimenti privati per P mi, mi d-cape grandi imprese. Il vicepresidente della Bei ipotizza uno schema in cui il Fondo di fondi operi con quattro sotto- fondi tematici dedicati a Pmi, economica circolare, social housing e turismo sostenibile.
Le commissioni Bilancio e Politiche Ue del Senato hanno poi ospitato ulteriori audizioni di soggetti che erano già stati ascoltati alla Camera nelle scorse settimane. Interventi che in alcuni casi hanno contenuto aggiornamenti alla luce del discorso programmatico del premier Draghi. Confindustria ad esempio, con il direttore generale, Francesca Mariotti, ha sottolineato l’apprezzamento « della volontà del nuovo Governo di rafforzare il Programma prima di tutto per quanto riguarda gli obiettivi strategici e le riforme che li accompagnano » . E ha giudicato positivo « l’impegno annunciato sulle politiche attive, che dovranno essere riformate attraverso l’imprescindibile confronto con le parti sociali » . Confindustria, ricordando che il nuovo Governo intende incardinare la governance presso il ministero dell’Economia, con la « strettissima collaborazione » degli altri ministeri competenti, ha poi ribadito la proposta di individuare, per ciascun intervento, « un unico responsabile, con il compito di coordinare un team dedicato, composto dalle migliori professionalità selezionate nelle amministrazioni - centrali e territoriali - coinvolte nella realizzazione dei progetti » . Sullo stessa tema, in audizione, il Cnel ha suggerito che « le decisioni assunte dal Mef con la collaborazione dei ministeri competenti debbano essere partecipate con le rappresentanze delle autonomie regionali e locali, in particolare con la Conferenza delle Regioni » . Confartigianato dal canto suo ha ripetuto l’appello a procedure rapide per gli investimenti del piano, « secondo un modello “Ponte Morandi” da seguire per liberare i percorsi amministrativi dalle procedure dagli appesantimenti inutili » . La Svimez, l’associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno, ha rilanciato l’utilizzo di risorse del Recovery fund per la riconversione produttiva ecologica dell’ex Ilva ( da ricordare che il Piano già prevede 1,2 miliardi da suddividere tra l’area di Taranto e il Sulcis sardo per la transizione verde dell’area). Ascoltati dalle commissioni del Senato anche i sindacati. La Cgil, tra gli altri punti, ha suggerito di prevedere risorse per la riconversione “verde” delle aree di crisi complessa, la Cisl ha insistito sulla cerniera tra politiche attive e ammortizzatori sociali, la Uil ha chiesto maggiore coordinamento del Recovery Fund con i fondi Ue della programmazione 2021- 27 e con il Fondo sviluppo e coesione, Ugl ha evidenziato la necessità di formare la Pubblica amministrazione nella gestione dei progetti.