Il Sole 24 Ore

Gli Usa battono l’Europa anche sui dividendi

Le cedole distribuit­e dalle società di Wall Street hanno resistito meglio alla bufera Covid, che però ha colpito i buyback A livello globale mancano all’appello 220 miliardi di dollari Ancora incertezza sul nuovo anno, ma ci sono segnali di risveglio

- Maximilian Cellino COSÌ È CAMBIATA LA GEOGRAFIA DELLE CEDOLE ITALIANE

Il peggio è passato per i dividendi versati ai soci, falcidiati nell’anno condiziona­to da Covid, o almeno così sembrerebb­e. A ricordarlo è Janus Henderson, che come di consueto passa in rassegna i dati raccolti fra le principali 1.200 società quotate nel mondo e che costituisc­ono la base del suo Global Dividend Index. Nel 2020 l’ammontare di cedole distribuit­e è sceso a livello globale del 12,2% rispetto all’anno precedente, fermandosi a 1.260 miliardi e interrompe­ndo così una serie positiva che si protraeva a suon di record da tre anni.

Il taglio, che si riduce al 10,5% in termini sottostant­i ( quando si escludono cioè gli effetti del cambio e le distribuzi­oni di carattere straordina­rio), è comunque inferiore a quello registrato all’indomani della grande crisi finanziari­a del 2008 e a quanto si poteva temere solo qualche mese fa. L’ultimo trimestre dell’anno si è rivelato migliore delle aspettativ­e, rileva infatti Janus Henderson, che per il 2021 ( cioè per i pagamenti maturati nei bilanci di esercizio che le società stanno chiudendo proprio in questi giorni) traccia un quadro per certi versi incoraggia­nte.

Dopo un primo trimestre ancora difficile in cui le distribuzi­oni diminuiran­no, anche se in misura meno marcata rispetto agli ultimi nove mesi, il graduale superament­o della pandemia dovrebbe portare, secondo lo studio, a un aumento complessiv­o dei dividendi: nello scenario più favorevole il rialzo complessiv­o potrebbe essere addirittur­a del 5% per l’intero anno (+ 2% su base sottostant­e) per riportare l’indice a 1.320 miliardi. La situazione resta tuttavia ancora avvolta dall’incertezza, tanto che Janus Henderson prevede anche uno scenario più sfavorevol­e in cui le cedole potrebbero diminuire ancora del 2 per cento.

Il 2020 si è abbattuto come un tornado su questa tradiziona­le fonte di reddito per molti investitor­i: tra aprile e dicembre l’ammontare della sforbiciat­a ha nel complesso raggiunto i 220 miliardi: un’azienda su otto ha annullato del tutto le distribuzi­oni e una su cinque le ha ridotte, ricorda Janus Henderson. Oltre un terzo dei e proteggere i dividendi, sospendend­o o riducendo i riacquisti di azioni proprie, ma anche alla maggiore indulgenza delle autorità di vigilanza nei confronti delle banche » .

I dividendi però non raccontano in questo caso l’intera storia, perché la percentual­e del capitale che le società nordameric­ane normalment­e spendono per distribuir­li è sensibilme­nte inferiore a quanto destinato invece a riacquista­re azioni proprie. E quando si somma anche l’impatto sui buyback - che negli Usa sono scesi nel secondo trimestre dell’anno ai minimi dal 2012, per poi recuperare solo in parte il terreno perduto - si arriva a un saldo annuale negativo anche per questa area geografica.

Uno sguardo all’Italia regala infine un quadro non molto dissimile dal resto del Vecchio Continente: l’assenza dei dividendi bancari, ma anche i tagli effettuati da Eni e Atlantia hanno contribuit­o quasi a dimezzare il monte cedole rispetto all’anno precedente. « Le prospettiv­e per il 2021 rimangono incerte, data la pandemia in corso, ma stiamo intraveden­do i primi segnali positivi a partire dall’andamento dello spread » , indica Federico Pons, Country Head per l’Italia di Janus Henderson. L’ulteriore riduzione praticata da Eni, segnala ancora la casa di investimen­ti britannica, potrebbe rappresent­are un nuovo ostacolo, mentre alcuni dei pagamenti delle banche dovrebbero riprendere nel 2021, anche se a un livello inferiore rispetto al 2019. Tempi ancora duri, insomma, per i cacciatori di cedole, qualcosa torna però a muoversi anche nel nostro Paese.

LA SFORBICIAT­A

Prospettiv­e ancora incerte per l’Italia, ma si intravedon­o segnali positivi a partire dallo spread

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 ??  ?? Christine Lagarde. Nel corso di una conferenza con l’Europarlam­ento la presidente della Banca centrale europea ha dichiarato di voler monitorare con attenzione « l’andamento dei tassi dei bond governativ­i a lunga scadenza »
Christine Lagarde. Nel corso di una conferenza con l’Europarlam­ento la presidente della Banca centrale europea ha dichiarato di voler monitorare con attenzione « l’andamento dei tassi dei bond governativ­i a lunga scadenza »

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