Il Sole 24 Ore

Gravina: « Un piano nazionale per gli stadi e format moderni »

Secondo mandato alla guida di Federcalci­o: serve qualità e sostenibil­ità del sistema Il settore accusa perdite superiori al miliardo con le chiusure per il Covid

- Marco Bellinazzo

Il calcio italiano conferma la fiducia a Gabriele Gravina, conferendo­gli il secondo mandato alla guida della Federcalci­o. In carica dall’ottobre 2018 Gravina ha ricevuto nell’assemblea di ieri il sostegno delle leghe e delle altre componenti ( allenatori e calciatori) raggiungen­do quasi il 75% delle preferenze e battendo lo sfidante, il presidente della Lega nazionale dilettanti, Cosimo Sibilia, sceso in campo « non per un fatto personale ma per coerenza » , come ha ribadito prima delle votazioni, assicurand­o che farà la sua parte « partecipan­do ai processi decisional­i della Figc nell’interesse comune del calcio » .

Un approccio di sistema è in effetti indispensa­bile per mettere in sicurezza il calcio italiano messo alle corde da un anno di lockdown e di emergenza sanitaria. « Ora allacciamo­ci gli scarpini, comincia il secondo tempo » , ha detto il presidente Gravina, che ha messo al centro della sua nuova amministra­zione l’obiettivo di dare vita a un « sistema calcio più moderno, funzionale e sostenibil­e » . Nell’agenda del numero uno della Figc il tema della sostenibil­ità si intreccia con quello delle riforme sempre più indispensa­bili, dal ruolo delle leghe alla giustizia sportiva, passando per i format dei campionati da rinnovare per favorire « la qualità e la sostenibil­ità del sistema, sia profession­istico sia dilettanti­stico » .

Il calcio italiano nel suon complesso potrebbe dover affrontare perdite superiori al miliardo con gli stadi chiusi, il merchandis­ing in calo e gli sponsor che hanno perso visibilità. Gravina ha ricordato come i danni economici porteranno a quasi 700 milioni di perdite per la stagione 2020/ 21 nella sola Serie A, che vanno a sommarsi a mancati introiti nella stagione 2019/ 20, sempre per le sole squadre di Serie A, per oltre 200 milioni, a causa dell’assenza di pubblico e dell’interruzio­ne del campionato tra marzo e maggio. Oltre a questi danni diretti Gravina ha rammentato quelli gravissimi sul piano sportivo e sociale provocati dallo stop prolungato dei campionati delle leghe dilettanti­stiche e giovanili.

Diventa a questo punto cruciale il tema delle infrastrut­ture su cui ieri sono intervenut­i anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente della Fifa Gianni Infantino e il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino. In questo processo il presidente della Figc spiega al Sole 24 Ore come ritenga improcrast­inabile un Piano nazionale per la modernizza­zione degli stadi e dell’impiantist­ica sportiva. « Anche alla luce di quanto il Premier Mario Draghi ha ridadito nei giorni scorsi in tema di infrastrut­ture - sottolinea Gravina - sarebbe di fondamenta­le importanza un intervento normativo che consenta di dipanare il groviglio di burocrazia che finora ha impedito a tanti imprendito­ri attivi nel mondo del calcio di investire sugli stadi. Sommando l’equity delle risorse private agli stanziamen­ti del Recovery plan si potrebbero realizzare, da Milano a Firenze, da Cagliari e Roma, interventi capaci anche di rigenerare grandi aree urbane e contribuir­e al Pil e all’occupazion­e » .

Riformare i campionati aumentando­ne l’appeal, rinnovare il patrimonio immobiliar­e dei club e restituire sostenibil­ità al sistema anche grazie a una diversa distribuzi­one delle risorse. Oltre al fatturato diretto dei club - che si traduce in una contribuzi­one fiscale di 1,3 miliardi, la quale per un terzo ( oltre 400 milioni) alimenta a sua volta tutta la filiera dei finanziame­nti annuali allo sport - produce infatti un impatto socio economico di oltre 3 miliardi all’anno. In questa scia andrebbe collocata perciò una rimodulazi­one dei meccanismi della legge Melandri e della mutualità che senza penalizzar­e i top club, impegnati nella competizio­ne internazio­nale, aggiunge Gravina, « possa però permettere a tutta la piramide calcistica di non impoverirs­i, accentuand­o semmai la propria vocazione sociale e di identità territoria­le » .

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Il derby Milan Inter che si è giocato domenica a Milano
AFP
Il salvataggi­o del calcio. Il derby Milan Inter che si è giocato domenica a Milano AFP

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