Contratto per i nuovi sommergibili della Marina
La firma tra il gruppo e l’agenzia Occar è fissata per venerdì prossimo La commessa per due unità più l’opzione per altre due vale 1,35 miliardi di euro
È attesa venerdì la chiusura del contratto che vedrà Fincantieri impegnata nella costruzione per la Marina di quattro sommergibili U212 NFS
È tutto pronto per la chiusura del contratto che vedrà Fincantieri impegnata nella costruzione di quattro sommergibili U212 NFS ( Near Future Submarine), in affiancamento alle quattro unità già in servizio realizzate dal gruppo guidato da Giuseppe Bono su licenza della tedesca Thyssenkrupp Marine Systems. A meno di cambiamenti in zona Cesarini, la firma è fissata per venerdì prossimo ( 26 febbraio), come ha confermato al Sole 24 Ore l’agenzia Occar ( Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti) che siglerà con il suo direttore, l’ammiraglio Matteo Bisceglia, il contratto con il big della cantieristica e che agisce per conto dello Stato italiano con il Segretariato generale della difesa quale mandante.
La commessa, che vale 1,35 miliardi di euro, riguarderà per il momento due battelli destinati alla Marina militare italiana e l’opzione per altri due che, se esercitata, ne raddoppierebbe il valore. I nuovi sommergibili sono una versione aggiornata e tecnologicamente avanzata del progetto U212A avviato nel 1996 nell’ambito di un programma di cooperazione internazionale italo- tedesco che fu poi ratificato da un accordo governativo per la costruzione di 4 unità subacquee per la Germania e di 4 per l’Italia ( di cui 2 in opzione). Così i primi due battelli ( Todaro e Scirè) sono entrati in servizio, rispettivamente, nel 2006 e nel 2007. Poi, sulla scia della Germania che ha deciso di acquisire altre due unità, l’Italia ha attivato l’opzione e, nel 2016 e nel 2017, sono entrati in linea il Venuti e il Romei.
La prima e la seconda serie di battelli U212A hanno quindi consentito a Fincantieri di sviluppare un network di collegamenti industriali a livello internazionale che ha contribuito a farla diventare un polo cantieristico di eccellenza anche per il design, la costruzione e il supporto in vita dei sommergibili. Senza contare che la realizzazione delle quattro unità ha rappresentato altresì una vetrina importante per diverse realtà nazionali coinvolte nello sviluppo di sistemistica subacquea all’avanguardia ( su tutti, Avio, Calzoni e Leonardo), ma anche per una lunga lista di filiere tecnologiche al seguito di Fincantieri, l’autorità di progetto italiana ( design authority), con una serie consistente di piccole e medie imprese dell’indotto.
Un ruolo che Fincantieri rivestirà anche in questo nuovo contratto con il gruppo di Bono che ha consolidato la sua expertise nella costruzione di sommergibili e che potrebbe a questo punto proporre analoghi progetti anche sui mercati internazionali. Dove Fincantieri sta spingendo molto con la divisione navi militari che si è rivelata finora un prezioso traino in una fase in cui l’altro grande business del gruppo, quello delle navi da crociera, ha risentito del rallentamento del comparto causato dalla crisi pandemica. Per questo, il gruppo ha accelerato sugli altri segmenti centrando diversi traguardi nel militare, a cominciare dal maxi- contratto firmato con la Marina statunitense per la progettazione di dettaglio e la costruzione della capoclasse delle nuove fregate multiruolo nell’ambito del programma FFG( X), battezzate “Constellation”, che vale 795,1 milioni di dollari ma che include anche l’opzione per altre nove unità ( con il valore dell’assegnazione che salirebbe a 5,57 miliardi di dollari). E, ai successi oltreoceano, si sono poi aggiunte le opportunità conquistate dalla joint venture Naviris che ha sancito l’alleanza nel naviglio militare tra Fincantieri e il gruppo francese della difesa, Naval Group, e che ha costruito attorno al progetto per il programma sulle future corvette europee ( Epc, European Patrol Corvette) un solido asse con greci e spagnoli. Un’alleanza che la joint venture italo- francese punta ora a estendere anche ad altri Paesi.