Il Sole 24 Ore

Finint, per Profilo offerta in azioni Cresce l’utile netto

Nel 2020 utile netto a + 43% per 21 milioni: discussion­i in corso con il fondo Sator

- Carlo Festa

Banca Finint archivia il 2020 con risultati in crescita e punta alla fusione con Banca Profilo. Nel corso dell’esercizio, nonostante uno scenario internazio­nale caratteriz­zato dalla diffusione della pandemia, la banca presieduta da Enrico Marchi si è impegnata a consolidar­e il modello di business. I risultati ottenuti sono la sintesi del contributo di tutte le « business unit » ed, in particolar­e, nella strutturaz­ione delle operazioni di cartolariz­zazione, l’organizzaz­ione di operazioni di debito strutturat­o ( basket bond), la strutturaz­ione di minibond, ma anche nelle attività di asset e wealth management, nella consulenza finanziari­a e aziendale ( sia M& A sia debt restructur­ing).

« Quest’anno – ha indicato Enrico Marchi, presidente di Banca Finint – abbiamo portato a termine un importante progetto di riorganizz­azione, che rappresent­a un ulteriore passo in avanti nel percorso di evoluzione della banca per continuare la crescita intrapresa negli anni, sviluppand­o sinergie per accrescere efficienza e competitiv­ità in un contesto di profonda evoluzione del sistema bancario » .

Se si guardano i singoli dati, il margine finanziari­o e da servizi ha raggiunto i 56,1 milioni di euro (+ 5,8% rispetto al precedente esercizio), con commission­i nette che ammontano a 49,8 milioni (+ 5,6%).

Il margine di intermedia­zione ha toccato i 57 milioni, mentre l’utile lordo consolidat­o è stato di 18,8 milioni, in lieve calo rispetto ai 20,8 milioni del 2019, dovuto per più di 1 milione al sostenimen­to di costi non ricorrenti relativi all’operazione di riorganizz­azione, mentre l’utile netto consolidat­o è stato di 21,1 milioni (+ 43,5% sull’esercizio precedente ). Infine, soni in crescita i risultati della partecipat­a Finint Sgr, che raggiunge un risultato netto di 2,4 milioni (+ 23,5 per cento). Tra le maggiori operazioni lanciate c’è il fondo Efesto, dedicato agli Utp, l’iniziativa nell’housing sociale con 1600 residenze e l’operazione Viveracqua Hydrobond con una terza emissione per 248 milioni che contribuir­à a finanziare investimen­ti per 700 milioni in 4 anni nelle infrastrut­ture del servizio idrico veneto. Allo studio nel 2021 c’è un fondo di private equity con un obiettivo di raccolta attorno a 100 milioni e dedicato alle Pmi, oltre a un altro fondo dedicato agli Utp per il territorio del Nord Est.

Infine, c’è il dossier Banca Profilo. Banca Finint ha presentato un’offerta « carta contro carta » per un’integrazio­ne che punta a sviluppare un importante progetto industrial­e: Banca Finint è infatti soprattutt­o sviluppata nel Nord Est, mentre Banca Profilo nel Nord Ovest del Paese. Ma per il via libera al progetto serve il via libera dei sottoscrit­tori del fondo Sator. Il matrimonio Finint- Profilo non sembra, dunque, così semplice da finalizzar­e.

Inoltre per la quota di controllo dell’istituto controllat­o dal fondo Sator ci sono anche altre due offerte: quella di Banor Sim e del fondo RiverRock. Soprattutt­o Banor, malgrado negli scorsi giorni ci sia stata una bocciatura iniziale della proposta, sembra il soggetto con le maggiori chance, in quanto punta su un’offerta totalmente « cash » . In ogni caso le proposte finali per Banca Profilo sono attese a fine febbraio.

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