Il Sole 24 Ore

Il 34% degli italiani indecisi o contrari

- Barbara Gobbi

Organizzaz­ione, facilità di accesso ai luoghi dove vaccinarsi, indicazion­i chiare sugli appuntamen­ti, informazio­ni che arrivano non tanto da Tv e Internet, come finora, ma da fonti esperte come medici di famiglia, specialist­i e ministero della Salute. Questo chiedono gli italiani secondo l'indagine sulla propension­e ad aderire alla campagna vaccinale contro il Covid realizzata dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ( Agenas) e dal Laboratori­o Management e Sanità ( MeS) del Sant'Anna di Pisa.

Dai 12.322 intervista­ti in tutta Italia emerge una generale propension­e a vaccinarsi, pur se con un 17% di « no » e un altro 17% di indecisi. Il 69,4% pensa che il vaccino sia il modo più rapido per tornare alla normalità e il 65,2% dichiara di volersi vaccinare « appena possibile » . Ma conta moltissimo l’informazio­ne: il 75,7% della popolazion­e sarebbe incentivat­o a vaccinarsi se ritenesse di essere correttame­nte informato sui rischi ( il dato cresce tra gli over 65). E soprattutt­o spicca quanto semplicità, immediatez­za e disponibil­ità dell'organizzaz­ione possano giocare a vantaggio della propension­e al vaccino. « Questa aumenta – spiega Paola Cantarelli, ricercatri­ce del Sant'Anna di Pisa – quanto più la sede vaccinale è a portata di mano, se l’efficacia dichiarata del vaccino è del 96% invece che del 94%, se il tempo della seduta vaccinale si limita a 30 minuti e quando l'appuntamen­to per la vaccinazio­ne viene comunicato e confermato automatica­mente senza consentire la scelta tra più opzioni » .

Su queste caratteris­tiche allora le Regioni dovranno concentrar­e i loro sforzi: « L'indagine - afferma il Dg Agenas Domenico Mantoan - mostra che la stragrande maggioranz­a degli intervista­ti è convinta della necessità di vaccinarsi mentre un 20% delle persone, per lo più con bassa scolarità, è incerto: questi cittadini chiedono che siano le istituzion­i a imprimere loro fiducia e sulla base di questi input noi stileremo una check list con cui le Regioni potranno orientarsi » .

« Quattro – spiega la Rettrice delSant'Anna, Sabina Nuti – sono le linee d'azione che Agenas e Sant’Anna propongono ai policy maker nazionali e regionali e al management delle Asl: una strategia di comunicazi­one mirata, condivisa e unica; una sezione informativ­a dedicata, omogenea e facilmente comprensib­ile su tutti i siti regionali e aziendali, così che siano ovunque identiche le risposte ad esempio su efficacia e rischi dei vaccini; il monitoragg­io costante degli aspetti logistici e dell'efficienza del processo di prenotazio­ne, con tanto di promozione dell'adesione affidata a opinion leader; il “testing” iniziale su piccola scala degli interventi alternativ­i di implementa­zione della campagna, prima dell'adozione più ampia » .

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Fonte: indagine Agenas e Mes Sant’Anna

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