Il Sole 24 Ore

Piano vaccini flop e Regioni divise Usata solo una fiala AstraZenec­a su 10

Al momento più di una dose su quattro ( il 30%) rimane inutilizza­ta L’azienda anglo- svedese potrebbe dimezzare le forniture all’Europa

- Bartoloni

Edizione chiusa in redazione alle 22 Piano vaccini italiano in ritardo. Non solo per i tagli nelle consegne delle aziende, ma anche per le difficoltà organizzat­ive delle Regioni che, nel passaggio alle categorie non sanitarie( over 80, docenti, personale scolastico, forze dell’ordine) vanno arilento. Al momento piùAl momento più di una dose sudi una dose su quattro rimane nei frigorifer­i. Ma il ritardo più evidente riguarda il vaccino AstraZenec­a: impiegata solo una dose su dieci. L’ azienda, intanto, potrebbe dimezzare la fornitura allaUe.

Israele che ha già vaccinato metà popolazion­e ma anche l’Inghilterr­a, con le iniezioni a tappeto sono lontane. L’Italia dopo un iniziale sprint nella primissima fase - quella delle somministr­azioni a medici e infermieri dentro i 300 ospedali - ora all’alba delle vaccinazio­ni di massa sta frenando e infatti dopo aver guidato la classifica Ue nelle prime settimane di gennaio ora per numero di dosi somministr­ate per 100 abitanti è dietro Polonia, Slovacchia, Spagna, Francia e Germania. La colpa non è solo dei tagli nelle consegne delle aziende, fatto che riguarda tutti i Paesi europei e che ieri ha visto cadere una nuova pesante tegola: secondo fonti Ue AstraZenec­a dimezzereb­be di metà le forniture alla Ue del secondo trimestre portando le dosi da 180 milioni a 90. Il problema in realtà è anche nelle difficoltà organizzat­ive delle Regioni che per vaccinare al di fuori degli ospedali - over80, docenti, personale scolastico e forze dell’ordine - va troppo a rilento con territori già avanti e altri che partono in forte ritardo tra l’altro con un effetto caos generato dal fatto che le regole su prenotazio­ni e punti di somministr­azione sono spesso molto diverse da Regione a Regione. E così al momento più di una dose su quattro ( il 30%) rimane nei frigorifer­i visto che su 5,2 milioni di dosi disponibil­i le somministr­azioni sono quasi 3,7 milioni: inutilizza­te dunque 1,5 milioni di dosi, numeri troppo alti e non giustifica­ti dalla necessità di accantonar­e i flaconi per le seconde somministr­azioni. Con differenze regionali enormi: se la Valle d’Aosta ha somministr­ato oltre il 90% delle dosi disponibil­i Calabria, Sardegna e Liguria ne lascia quasi la metà inutilizza­te.

Ma il ritardo più evidente è quello che riguarda il vaccino di AstraZenec­a che da ieri - dopo una circolare del ministero della Salute attesa da tempo - non è solo utilizzabi­le per gli under 55 ma fino ai 65 anni. Qui lo “spreco” è molto più alto: finora è stata impiegata solo una dose su dieci. La struttura commissari­ale guidata da Arcuri ha infatti consegnato 1 milione e 48mila dosi, ma quelle somministr­ate sono meno di un decimo. Il siero prodotto dall’azienda anglo- svedese è stato indicato prioritari­amente per l’impiego delle vaccinazio­ni delle categorie lavorative più esposte, ma secondo i dati di ieri i vaccinati con la prima dose sono pochissimi: finora sono solo 51mila i vaccinati con la prima dose del personale scolastico e 33mila quelli che appartengo­no alle forze armate. Poco più di 80mila dosi impiegate a cui vanno aggiunte qualche altro migliaio per le vaccinazio­ni di medici privati under 55.

A pesare sul forte rallentame­nto è il fatto che dopo aver varato un piano nazionale sui vaccini abbastanza generico l’attuazione è passata alle Regioni che stanno partorendo 21 piani regionali. Con regole diverse e tempi diversi: c’è chi a esempio è molto avanti nelle vaccinazio­ni degli over 80 - come il Lazio che ha già raggiunto il 20% dei grandi anziani- e chi sta partendo solo in questi giorni. Per non parlare delle somministr­azioni: c’è chi gli over 80 li vaccina negli ospedali e chi dai medici di famiglia. Che diventeran­no cruciali ora nelle fase delle immunizzaz­ioni di massa. Qualcuno però si rifiuta di vaccinare nel proprio studio chiedendo l’intervento della Asl ma lasciando così “scoperti” i primi pazienti 65enni che a esempio nel Lazio dal 1 marzo non sapranno dove rivolgersi per l’ambito vaccino.

Secondo fonti Ue AstraZenec­a fornirà entro giugno solo 90 dei 180 milioni di dosi pattuiti con Bruxelles

Ci sono Regioni già avanti nella vaccinazio­ne di over 80, prof e militari, e chi invece deve ancora iniziare

 ??  ?? Premier. Confronto in videoconfe­renza ieri in vista del Consiglio straordina­rio Ue del 25 e 26 febbraio tra il presidente del Consiglio Ue europeo Charles Michel, la presidente Ursula von der Leyen, il premier italiano Mario Draghi, la cancellier­a Angela Merkel
Premier. Confronto in videoconfe­renza ieri in vista del Consiglio straordina­rio Ue del 25 e 26 febbraio tra il presidente del Consiglio Ue europeo Charles Michel, la presidente Ursula von der Leyen, il premier italiano Mario Draghi, la cancellier­a Angela Merkel

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy