Il Sole 24 Ore

Dl ristori, pressing sul Governo per allineare aiuti e chiusure

Partiti e Regioni chiedono di riaprire le attività nelle aree sicure

- Mobili e Trovati

Un cambio di passo sulle restrizion­i e sui ristori. Sale di ora in ora il pressing delle forze politiche e dei presidenti di Regione per garantire indennizzi immediati e la possibilit­à di far continuare l'attività là nelle aree dove i numeri del Covid lo consentono. Al punto che ieri si sono ritrovati sulla stessa linea del fronte a chiedere al Governo di lasciare aperti i servizi di ristorazio­ne anche la sera ( almeno fino al « coprifuoco » delle 22) sia il capo politico della Lega, Matteo Salvini, sia il presidente Pd dell’Emilia- Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Appello raccolto subito anche dal pentastell­ato e neo ministro dell’Agricoltur­a, Stefano Patuanelli.

Un cambio di passo sulle restrizion­i e sui ristori. Sale di ora in ora il pressing delle forze politiche e dei presidenti di Regione per garantire, nel rispetto delle regole sul contenimen­to del contagio, indennizzi immediati e la possibilit­à di far continuare l'attività là nelle aree dove i numeri del Covid lo consentono. Al punto che ieri si sono ritrovati sulla stessa linea del fronte a chiedere al Governo di lasciare aperti i servizi di ristorazio­ne anche la sera ( almeno fino al « coprifuoco » delle 22) sia il capo politico della Lega, Matteo Salvini, sia il presidente Pd dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Appello raccolto subito anche dal pentastell­ato e neo ministro dell’Agricoltur­a, Stefano Patuanelli, secondo cui occorre definire protocolli in grado di garantire la sicurezza delle persone, la salute dei cittadini, ma anche la possibilit­à per il settore della ristorazio­ne di ripartire.

E il pressing sul Governo delle forze politiche e delle associazio­ni di categoria è anche più forte sul fronte ristori. Da fine anno ormai gli indennizzi non viaggiano più in parallelo alle chiusure e ai divieti. Per questo nell’ultimo fine settimana i tecnici hanno iniziato a spingere sull’accelerato­re per chiudere entro la fine del mese o al massimo il 1° marzo il nuovo decreto ristori ( come anticipato sul Sole 24 Ore di domenica). In questo senso si spiega anche la partecipaz­ione del ministro dell’Economia Daniele Franco al vertice di governo sulle nuove misure restrittiv­e, in una cabina di regia che prova a unificare provvedime­nti sanitari ed economici. A dettare i tempi del resto è anche il calendario che fissa al prossimo lunedì la scadenza per il pagamento di almeno sette rate ( cinque della rottamazio­ne delle cartelle e due del saldo e stralcio) della pace fiscale. Per i circa 1,2 milioni di contribuen­ti chiamati alla cassa il mancato versamento in unica soluzione delle rate fino ad oggi sospese dai decreti emergenzia­li del 2020 vorrebbe dire decadere dalla definizion­e agevolata e tornare a saldare i vecchi debiti gravati di interessi e sanzioni e senza alcuno sconto sulle somme dovute. Per evitare il versamento di non meno di 950 milioni attesi dalle rate sospese, nel nuovo decreto ristori si starebbe ipotizzand­o un nuovo slittament­o da allineare, quanto meno, alla durata dello stato di emergenza oggi fissato al 30 aprile. Lo slittament­o in avanti delle rate della pace fiscale si dovrebbe trascinare anche un nuovo rinvio in avanti anche i pignoramen­ti di stipendi e pensioni.

Dal 1° marzo, poi, scade la sospension­e della notifica di oltre 50 milioni di cartelle esattorial­i e di atti del fisco. Dall’idea iniziale di un nuovo rinvio si starebbe ora lavorando a una ripartenza diluita nel tempo dell’attività di notifica di questa valanga di atti. L’ipotesi allo studio sarebbe quella di ripartire da dove un anno fa si era interrotta la riscossion­e coattiva, cercando di diluire nel tempo il recapito delle cartelle in un arco temporale di almeno due anni. Allo stesso tempo per non far decadere i crediti erariali fin qui maturati si punta ad allungare, sempre di almeno due anni, i termini di prescrizio­ne.

Sul fronte riscossion­e ci sarebbe in cantiere anche un drastico taglio dei crediti ormai ritenuti inesigibil­i. Si tratta di una quota consistent­e di quei mille miliardi di ruoli che l’agente pubblico della riscossion­e non riesce più a recuperare perché intestati a soggetti falliti, defunti o non più in grado di saldare il conto.

L’alleggerim­ento sul piano fiscale sarà accompagna­to, almeno nelle intenzioni, dai nuovi ristori riconosciu­ti alle attività che nel 2020 hanno registrato un calo del volume di affari e dei corrispett­ivi di almeno il 33 per cento. Il meccanismo da adottare non è così semplice perché i paletti sono molti a partire dal rispetto dei vincoli imposti da Bruxelles sul regime temporaneo di aiuti. Gli ultimi ritocchi apportati dalla commission­e offrono maggiori spazi di intervento e hanno alzato i limiti di aiuti di cui possono beneficiar­e imprese e autonomi. Ma allo stesso il Temporary Framework impone di calcolare gli indennizzi sui costi fissi non coperti dai ricavi e dunque sulle perdite. Un dato non facile da gestire in tempi rapidi. In alternativ­a il sistema italiano mette sul piatto la fatturazio­ne elettronic­a. Ma anche in questo caso i dati andrebbero integrati da quelle voci di costo che non sono registrate nelle fatture passive ( affitti o dipendenti).

Nel decreto dovrebbero essere confermati anche l’intervento da 6,7 miliardi per le modifiche al piano transizion­e 4.0 approvato in legge di bilancio e il rifinanzia­mento del fondo occupazion­e da destinare in parte alla proroga della Cig ai dipendenti della ex Ilva, anche questa in scadenza il 28 febbraio.

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IMAGOECONO­MICA
Chiusure e divieti. Ristori in arrivo per le attività che nel 2020 hanno registrato un calo del volume di affari e dei corrispett­ivi di almeno il 33 % IMAGOECONO­MICA
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Daniele Franco. Il Governo prova ad accelerare sul decreto Ristori. Il provvedime­nto con cui il Governo intende proseguire nella strada del sostegno all’economia piegata dalla crisi Covid. Tra i principali capitoli gli aiuti alle aziende chiuse, il lavoro e Transizion­e 4.0
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Assonime: i fondi del Recovery Plan « devo essere utilizzati per aumentare il potenziale di crescita, questo serve anche a ridurre i rischi di crisi finanziari­e legati all’aumento dell’indebitame­nto
Innocenzo Cipolletta. Assonime: i fondi del Recovery Plan « devo essere utilizzati per aumentare il potenziale di crescita, questo serve anche a ridurre i rischi di crisi finanziari­e legati all’aumento dell’indebitame­nto
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Di Nuzzo. Dirigente della Ragioneria generale dello Stato guiderà l’unità di missione che all’Economia si occuperà di coordinare il Recovery Plan
Carmine Di Nuzzo. Dirigente della Ragioneria generale dello Stato guiderà l’unità di missione che all’Economia si occuperà di coordinare il Recovery Plan
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Andrea Orlando. Il ministro del Lavoro sta preparando, assieme a Inps, un pacchetto di norme con le prime semplifica­zioni delle procedure della cassa integrazio­ne

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