Alitalia, stipendi in ritardo Il Mise chiede un vertice
Convocato vertice urgente tra Mise, Mit e Mef: da mesi i fornitori non sono pagati
Alitalia pagherà in ritardo gli stipendi di febbraio. Lo hanno detto le organizzazioni sindacali dopo l’incontro con il commissario Leogrande. Intanto il Mise ha chiesto un incontro urgente al Mit e al Mef per il caso Alitalia.
Situazione drammatica per Alitalia. La compagnia pagherà in ritardo gli stipendi di febbraio e non anticiperà ai dipendenti la quota base della cassa integrazione ( 1.000 euro lordi al mese) che l’Inps versa in ritardo. Il commissario Giuseppe Leogrande ha informato ieri i sindacati che la liquidità è quasi a zero e che la prima settimana di marzo ( si parla del 2 marzo) potrà pagare, in ritardo, retribuzioni solo per un importo di circa 10,5 milioni lordi, circa il 42% in meno rispetto alla mensilità abituale, che è di 18 milioni.
« Ci saranno quindi dipendenti che non incassano nulla, perché sono in cassa integrazione per molta parte del tempo, altri che ricevono mini- stipendi » , ha riferito un componente della Fnta, la federazione tra i naviganti ( Anpac, Anpav e Anp). I cassintegrati sono più di 6.800 su circa 11mila dipendenti, in gran parte a rotazione, alcune centinaia sono a zero ore. La Fnta ha riferito che « gli stipendi saranno quindi erogati il prossimo 2 marzo, escludendo gli anticipi della cassa integrazione guadagni fino allo scorso mese anticipati dalla gestione commissariale » . « Leogrande _ ha detto Salvatore Pellecchia, segretario della FitCisl _ ha comunicato che gli stipendi di febbraio saranno sicuramente in ritardo e si andrà alla prima settimana di marzo » .
L’allarme su Alitalia è altissimo. Anche perché la compagnia deve fare altri pagamenti, come le tasse di navigazione, il carburante, gli aeroporti, mentre ha già bloccato da mesi i pagamenti ai fornitori e dal 15 febbraio è stata tagliata la rassegna stampa, è rimasta solo l’Ansa. Dunque c’è il rischio del blocco dei voli.
Leogrande, hanno riferito i sindacati, ha spiegato la situazione di « difficoltà estrema » in un incontro con il nuovo ministro Giancarlo Giorgetti, il 16 febbraio. Non si sa cosa pensi di fare Giorgetti. « Il Mise ha contattato oggi Mef e Mit per chiedere un incontro urgente per discutere del dossier Alitalia » , ha fatto sapere ieri il ministero.
Leogrande ha chiesto al governo di anticipare i 20 milioni di indennizzi Covid, non ancora autorizzati dalla Ue, per i danni subiti nel novembre 2020, più ulteriori 35 milioni per i danni di dicembre. Queste mini- erogazioni non risolverebbero però il problema chiave, quello del futuro di Alitalia. Leogrande vorrebbe evitare di fare una gara per vendere le attività di Alitalia, come chiede la Ue, perché ci vorrebbero 4- 5 mesi e non ha i soldi. Vorrebbe invece essere autorizzato dal governo a una trattativa diretta con la Newco statale Ita per cedere in fretta almeno il ramo volo. La situazione degli stipendi è aggravata dalla decisione dell’Inps di rifare i calcoli della quota di integrazione della cigs che, attraverso il fondo di solidarietà, consente ai dipendenti Alitalia di ricevere l’ 80% dello stipendio effettivo nei 12 mesi precedenti. L’Inps ha deciso che per la cigs scattata da novembre 2020 farà riferimento ai 12 mesi precedenti, che sono in gran parte coperti dall’abbattimento dei voli per il Covid. Pertanto le retribuzioni di riferimento sono molto più basse, in quanto per i naviganti una quota importante della busta paga è legata alle ore di volo. « È urgentissimo che il governo Draghi, attraverso il ministro Giorgetti prenda immediatamente in mano la guida delle operazioni » , chiede la Fnta.