I 190 ANNI DI GENERALI E LA LETTERA DI MERZAGORA
Una lettera arriva al Quirinale, sullo scrittoio del Presidente. Dove si dice, chiaro e tondo, al Capo dello Stato: i mandati esplorativi non risolvono nulla quando il quadro generale politico ed economico è grave, in questi casi serve una grande personalità incaricata di formare il governo, a cui nessuno può dire di no. Chiunque oggi direbbe che questa lettera è stata scritta nei giorni scorsi all’indirizzo di Sergio Mattarella. Ma non è così. La data è molto lontana, 17 ottobre 1974. La firma: Cesare Merzagora, presidente delle Generali, e a suo tempo “esploratore”.
« Io leggo sui giornali che si parla parecchio, si è parlato perlomeno di incarichi esplorativi. Per me, in questa situazione, dico francamente, è un non senso: l’esploratore – io lo so perché l’ho fatto anche io – non ha nessun potere contrattuale » , scrive Merzagora, da anni alla presidenza della compagnia triestina, già presidente del Senato e in quel ruolo il primo “esploratore” della Repubblica nel maggio 1957, incaricato da Giovanni Gronchi per sbrogliare la matassa della crisi del primo esecutivo di Antonio Segni, cui succederà Adone Zoli.
« Il vero esploratore – afferma Merzagora, con cognizione di causa – è il Presidente designato, è quello che ha l’incarico che può dare, concedere qualche cosa, può richiedere degli impegni. Il solo esploratore per me deve essere il Presidente del Consiglio designato. Il Presidente del Consiglio designato, in questa situazione, non può che essere una grossa personalità e nessuno può avere il diritto di esimersi da incarichi anche pesanti e non allegri come quello di presiedere un governo in questa situazione » . Le analogie con la situazione odierna sono impressionanti e profetiche.
La lettera era indirizzata a Giovanni Leone, presidente della Repubblica, alle prese con una delle tante crisi di governo generate dalle correnti Dc, in particolare del Rumor V, che cadrà nel novembre successivo e cui succederà il Moro IV. Una lettera che Merzagora – presidente del Leone triestino – indirizza anche agli ad, Fabio Padoa e Franco Mannozzi, e ai direttori, Coppola di Canzano, Dusi, Randone e Zanardi, tutti nomi che ricorreranno ai vertici della compagnia negli anni successivi. Un documento – che « Il Sole 24 Ore » rivela per la prima volta – che emerge dall’archivio storico delle Generali e che racconta 190 di vita della compagnia, anniversario che oggi sarà celebrato con la presentazione del Piano investimenti Fenice 190 dal presidente Gabriele Galateri di Genola e dall’amministratore delegato Phillippe Donnet.
La missiva spunta da un vecchio faldone che custodisce la “corrispondenza sig. Presidente 1974- 1975”. Merzagora, figura tra le più illustri della primissima Repubblica, è uno strano politico, un “ircocervo” tra economia e politica, lo definì Peppino Turani: manager alla Comit prima della guerra, poi esponente di spicco del Cln, ministro con De Gasperi, senatore indipendente con la Dc – unico caso nella storia d’Italia di democristiano ateo – a lungo presidente del Senato, candidato alla Presidenza della Repubblica, “supplente” di Segni nel 1964 quando le condizioni di salute del capo dello stato precipitarono. Poi la presidenza delle Generali e per breve tempo anche della
NELLA LETTERA A LEONE SULLA CRISI E COME USCIRNE FORTI ANALOGIE CON L’OGGI
Montedison, scoperchiando il buco dei fondi neri. Un guastafeste, scomodo e un po’ altezzoso, ma soprattutto una mente lucida dai ferrei princìpi, che emergono chiari nella lettera a Leone: « Ho detto al Capo dello Stato che la situazione economica è grave, perlomeno quanto quella politica, perché quando a plotoni affiancati gli operai vanno in cassa integrazione – e tutti sappiamo che la cassa integrazione è l’anticamera della disoccupazione – non possono che nascere delle serie preoccupazioni, se a queste si aggiungono una bilancia dei pagamenti ridotta nello stato che tutti conoscono, una situazione di cambio estremamente difficile, si può concludere che siamo arrivati al fondo del barile. E quando noi non avremo più né un dollaro da spendere, né un dollaro di credito – e ci siamo molto vicini: avete visto che per ottenere un prestito assurdo abbiamo dovuto dare l’oro, un 20% di margine e accettare una scadenza di 6 mesi e di due anni – quando, ripeto, saremo in quella condizione non ci rimane che assolutamente bilanciare le nostre importazioni con le nostre esportazioni, quindi dovremo lavorare di più per esportare, vivere meno bene di quanto abbiamo fatto fino adesso, importando di meno. Questo è il quadro della situazione economica come si presenta realmente » . Parole affilate come lame.
Era l’anno del famoso prestito concesso dalla Germania – cancelliere Helmut Schmidt – per due miliardi di dollari, garantito da 516 tonnellate di oro, conservato a Fort Knox, Usa, prestito interamente restituito. Ma che costò un oggettivo danno reputazionale, di cui Merzagora sente il fardello, evidentemente. « Dal punto di vista politico – prosegue – la situazione certo è altrettanto difficile, altrettanto imbarazzante. Si tratta di creare un governo che finalmente abbia credibilità e fiducia nel paese » .
Un documento di grande valore, quindi, che emerge dall’Archivio Storico della Generali, che custodisce atti che tracciano la storia del nostro Paese, ma anche dell’Europa a cavallo di due secoli. Basti pensare al fascicolo personale dello scrittore Franz Kafka, impiegato delle Generali a Praga, o alla documentazione di Umberto Nobile per la spedizione al Polo Nord. Circa 65mila unità di descrizione archivistica per circa 15 chilometri lineari di documentazione, 3mila volumi di verbali degli organi direttivi, statuti, bilanci e libri contabili riprodotti e consultabili in formato digitale, 3mila riproduzioni da fotografie sciolte, album fotografici e materiale a stampa d’epoca. Nell’anno del 190°, l’Archivio storico della compagnia avrà la sua nuova sede a palazzo Berlam – che ospita anche l’Academy, il centro di formazione internazionale del Gruppo – dopo i recenti lavori di ristrutturazione e riallestimento curati dall’architetto Mario Bellini.