Il Sole 24 Ore

Sotto la lente dell’antimafia 10mila operazioni

Raddoppiat­i i « reati spia » con l’aggravante mafiosa In testa la Lombardia

- Marco Ludovico

Una marea di operazioni finanziari­e sospette « potenzialm­ente » legate al Covid- 19, oltre 10mila. L’aumento dei cosidetti « reati spia » di indici di criminalit­à organizzat­a: raddoppian­o quelli denunciati con l’aggravante mafiosa. E una proposta: « Controlli ad hoc, passo dopo passo, sugli appalti considerat­i a rischio. Per evitare gorghi burocratic­i e contenzios­i - come quelli numerosi sulle interditti­ve antimafia - per le commesse legate all’arrivo del Recovery Fund » . Maurizio Vallone, dirigente generale Ps e direttore della Dia ( direzione investigat­iva antimafia), firma la sua prima relazione semestrale. Sul tavolo del capo della Polizia Franco Gabrielli, del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, trasmessa a Camera e Senato. Riguarda il primo semestre 2020. Ma si proietta quasi fino a oggi. Al 30 ottobre 2019 erano pervenute alla Dia 86.149 sos ( segnalazio­ni di operazioni sospette). L’anno scorso, con lockdown e recessione, sono cresciute: ammontano a 88.101 « di cui 1.583 connesse all’emergenza sanitaria Covid- 19 » . In totale « i soggetti coinvolti nelle operazioni sono n. 10.799 di cui n. 4.908 persone fisiche e n. 5.891 persone giuridiche » . Lombardia in testa ( 1.970- 19,55%), poi Campania ( 1.562- 15,50%), a seguire Toscana, Lazio, Emilia- Romagna e Veneto. Ormai le mafie, dice la relazione, fuori dalle regione di appartenen­za prediligon­o « la gestione del mercato » finanziari­o in primis anzichè il « controllo del territorio » . Anzi « nel periodo della pandemia » dice il documento « le mafie hanno una particolar­e capacità di operare in forma imprendito­riale per acquisire appalti e commesse pubbliche » . Quello mafioso è ormai da tempo « un modello » di impresa. E nell’emergenza Covid- 19 il rialzo dell’indice di mafia si ripete. « Il dato che maggiormen­te colpisce è l’aggravante del metodo mafioso. Il numero di denunciati, nei primi sei mesi dell’anno, è sostanzial­mente il doppio rispetto agli analoghi periodi precedenti » . Dimostra così l’incremento delle « c. d. “attività criminali di secondo livello” che esprimono la capacità delle organizzaz­ioni criminali - si legge - di riciclare e reimpiegar­e denaro, di corrompere pubblici funzionari e di spostare capitali » . Le maggiori minacce di infiltrazi­oni criminali volteggian­o sugli appalti di grandi opere e la sanità. Rischio moltiplica­to dal’arrivo dei 209 miliardi dall’Ue. « I prefetti per i controlli si avvalgono dei Gia, i gruppi interfoze provincial­i coordinati da un funzionari­o Dia » ricorda il direttore Vallone. Così la sua proposta è di « evitare lo strumento dell’interditti­va antimafia con il solo sospetto sull’appalto assegnato all’impresa. Più volte, infatti, il ricorso contro l’interditti­va è stato vincente al Tar » . Di seguito gare bloccate, lavori fermi, contenzios­o infinito. « Ma con i fondi europei in arrivo non ci possiamo permettere - sottolinea Vallone - di finire nelle sabbie mobili delle controvers­ie. Con il rischio di perdere le risorse europee » . Si può procedere, suggerisce il direttore della Dia, con la scelta del prefetto « di assegnare un funzionari­o al singolo appalto, considerat­o a rischio, per verificare in ogni momento la regolarità di ogni passaggio » . Una modalità per garantire « procedute spedite e controlli efficaci » .

Ci sarà una zona arancione scuro da giovedì 25 febbraio e fino all' 11 marzo anche per 14 Comuni dell'EmiliaRoma­gna

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Truffe e Covid. Maurizio Vallone dirigente Ps e direttore della Dia la direzione investigat­iva antimafia ha firmato la sua prima relazione semestrale sul tavolo del Capo della Polizia Franco Gabrielli

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