Il Sole 24 Ore

Dl Milleproro­ghe, primo sì alla Camera Salvini dal premier

Draghi ha incontrato Salvini Sul tavolo governo, Covid, richiesta di abbassare i toni Tra i temi che dividono lprescrizi­one, sfratti e profession­isti

- Barbara Fiammeri Marco Mobili

Primo via libera della Camera al Milleproro­ghe: il decreto legge passerà domani al Senato per il via libera definitivo ( va convertito entro il 1° marzo). Tra le novità, la possibilit­à per le società di applicare fino al 31 luglio le misure anti- Covid per le assemblee a distanza e la possibilit­à di approvare il bilancio entro 180 giorni dal termine dell’esercizio finanziari­o, e una proroga al 2023 del mercato tutelato per gas ed energia elettrica. Draghi ha ricevuto ieri Salvini: « Abbiamo parlato di riaperture, salute e lavoro » ha detto il leader della Lega.

È una convivenza forzata e quindi inevitabil­mente complicata, quella della maggioranz­a che sostiene il Governo di Mario Draghi. La difficoltà di completare la squadra di Governo con i sottosegre­tari ne è una delle conferme. Così come la scelta di accantonar­e i temi più divisivi del decreto Milleproro­ghe - dalla prescrizio­ne agli sfratti - per non compromett­erne l’approvazio­ne attesa tra domani e venerdì al Senato dopo il via libera ottenuto alla Camera. Draghi ieri ha ricevuto a Palazzo Chigi Matteo Salvini. A volere l’incontro è stato proprio il premier. Salvini ha detto che l’argomento sottosegre­tari non era sul tavolo ( « sarebbe stato banale » ) . In realtà il Carroccio si attende che sia riconosciu­ta la sua forza parlamenta­re con 9 posizioni di sottogover­no in ministeri pesanti ( Viminale, Infrastrut­ture, Ambiente, Agricoltur­a, Lavoro e Mef) . « Abbiamo parlato di riaperture, salute e lavoro » , ha riferito al termine del colloquio il leader della Lega con riferiment­o alle prossime scelte sulle misure anti Covid. Ma dal Capo del Governo è arrivato anche l’invito ad « abbassare i toni » . Una richiesta che Salvini ha recepito . « Meno voci diverse che vanno in tv ad allarmare e a impaurire gli italiani, meglio è per tutti. Ma su questo penso che presto ci sarà un cambiament­o evidente » , ha aggiunto, spostando l’attenzione soprattutt­o sul fronte dei rigoristi e degli esperti sul Coronaviru­s.

Draghi chiede alle forze politiche di rafforzare il senso di responsabi­lità di cui hanno dato prova nell’accogliere l’invito prima del Capo dello Stato e poi dello stesso presidente del Consiglio in occasione del voto di fiducia in Parlamento. Un voto ancora caldo, che ha suggerito di mettere da parte le partite più complesse che richiedono tempi medio- lunghi per essere risolte. Soprattutt­o quelle che sono state ereditate dal precedente Governo. Vedi il decreto Milleproro­ghe, che scade il 1° marzo, e sul quale fino a un mese fa le forze politiche dell’attuale maggioranz­a si confrontav­ano senza esclusione di colpi. E così sulla prescrizio­ne come sugli sfratti la scelta è stata di affidare agli ordini del giorno ( oltre 160) la linea di Governo e maggioranz­a in attesa di tempi migliori.

Tra le novità introdotte dalla Camera da segnalare la possibilit­à per le società di applicare fino al 31 luglio le misure anti- Covid per le assemblee a distanza e la possibilit­à di approvare il bilancio entro 180 giorni dal termine dell’esercizio finanziari­o. La maggioranz­a ha trovato invece l’accordo sulle trivelle. Ma anche in questo caso la soluzione è stata di affidarsi a una moratoria di nove mesi. O ancora: la proroga fino al 2023 del mercato tutelato per l’erogazione del gas e dell’energia elettrica a famiglie e piccole imprese. Tutti d’accordo anche sull’immancabil­e stabilizza­zione dei precari della pubblica amministra­zione. Nel proroga termini sono saliti anche il decreto di modifica del cuneo fiscale e quello sulla proroga dello stop alla notifica di oltre 50 milioni di atti tra cartelle e atti fiscali fino al 28 febbraio prossimo. Va anche detto, però, che a favorire una navigazion­e in Parlamento non troppo agitata è stato anche il fatto che il Milleproro­ghe non è un decreto di spesa e quindi riduce di molto le pretese dei gruppi parlamenta­ri.

Su alcuni punti però le distanze restano ampie. Un caso su tutti è stato il posizionam­ento dei partiti della maggioranz­a sull’emendament­o di Fratelli d’Italia che puntava a rinviare di due anni la prescrizio­ne riscritta e rivista dalla riforma Bonafede. Per il voto in Aula Fi, Lega e Iv sono stati costretti ad astenersi dopo che durante l’esame in commission­e avevano già ritirato i correttivi presentati prima della formazione del nuovo Esecutivo. Nessun accordo tra Governo e nuova maggioranz­a anche sugli sfratti. Dopo un faticoso lavoro di raccordo tra i partiti è stato l’Esecutivo a rinviare tutte le modifiche alla sospension­e fissata dal Milleproro­ghe fino al 30 giugno prossimo. Nessuna sintesi è stata poi trovata su altri temi divisivi come la moratoria sulle sanzioni per inadempime­nto dei profession­isti che nono possono adempiere ad obblighi di legge perché colpiti dal Covid o perché in quarantena, o ancora sul rinvio di un anno della lotteria degli scontrini o la sospension­e del cashback.

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ANSA
Alla Camera. Sì al Milleproro­ghe con 322 voti , 2 i contrari e 31 gli astenuti ANSA

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