Dl Milleproroghe, primo sì alla Camera Salvini dal premier
Draghi ha incontrato Salvini Sul tavolo governo, Covid, richiesta di abbassare i toni Tra i temi che dividono lprescrizione, sfratti e professionisti
Primo via libera della Camera al Milleproroghe: il decreto legge passerà domani al Senato per il via libera definitivo ( va convertito entro il 1° marzo). Tra le novità, la possibilità per le società di applicare fino al 31 luglio le misure anti- Covid per le assemblee a distanza e la possibilità di approvare il bilancio entro 180 giorni dal termine dell’esercizio finanziario, e una proroga al 2023 del mercato tutelato per gas ed energia elettrica. Draghi ha ricevuto ieri Salvini: « Abbiamo parlato di riaperture, salute e lavoro » ha detto il leader della Lega.
È una convivenza forzata e quindi inevitabilmente complicata, quella della maggioranza che sostiene il Governo di Mario Draghi. La difficoltà di completare la squadra di Governo con i sottosegretari ne è una delle conferme. Così come la scelta di accantonare i temi più divisivi del decreto Milleproroghe - dalla prescrizione agli sfratti - per non comprometterne l’approvazione attesa tra domani e venerdì al Senato dopo il via libera ottenuto alla Camera. Draghi ieri ha ricevuto a Palazzo Chigi Matteo Salvini. A volere l’incontro è stato proprio il premier. Salvini ha detto che l’argomento sottosegretari non era sul tavolo ( « sarebbe stato banale » ) . In realtà il Carroccio si attende che sia riconosciuta la sua forza parlamentare con 9 posizioni di sottogoverno in ministeri pesanti ( Viminale, Infrastrutture, Ambiente, Agricoltura, Lavoro e Mef) . « Abbiamo parlato di riaperture, salute e lavoro » , ha riferito al termine del colloquio il leader della Lega con riferimento alle prossime scelte sulle misure anti Covid. Ma dal Capo del Governo è arrivato anche l’invito ad « abbassare i toni » . Una richiesta che Salvini ha recepito . « Meno voci diverse che vanno in tv ad allarmare e a impaurire gli italiani, meglio è per tutti. Ma su questo penso che presto ci sarà un cambiamento evidente » , ha aggiunto, spostando l’attenzione soprattutto sul fronte dei rigoristi e degli esperti sul Coronavirus.
Draghi chiede alle forze politiche di rafforzare il senso di responsabilità di cui hanno dato prova nell’accogliere l’invito prima del Capo dello Stato e poi dello stesso presidente del Consiglio in occasione del voto di fiducia in Parlamento. Un voto ancora caldo, che ha suggerito di mettere da parte le partite più complesse che richiedono tempi medio- lunghi per essere risolte. Soprattutto quelle che sono state ereditate dal precedente Governo. Vedi il decreto Milleproroghe, che scade il 1° marzo, e sul quale fino a un mese fa le forze politiche dell’attuale maggioranza si confrontavano senza esclusione di colpi. E così sulla prescrizione come sugli sfratti la scelta è stata di affidare agli ordini del giorno ( oltre 160) la linea di Governo e maggioranza in attesa di tempi migliori.
Tra le novità introdotte dalla Camera da segnalare la possibilità per le società di applicare fino al 31 luglio le misure anti- Covid per le assemblee a distanza e la possibilità di approvare il bilancio entro 180 giorni dal termine dell’esercizio finanziario. La maggioranza ha trovato invece l’accordo sulle trivelle. Ma anche in questo caso la soluzione è stata di affidarsi a una moratoria di nove mesi. O ancora: la proroga fino al 2023 del mercato tutelato per l’erogazione del gas e dell’energia elettrica a famiglie e piccole imprese. Tutti d’accordo anche sull’immancabile stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Nel proroga termini sono saliti anche il decreto di modifica del cuneo fiscale e quello sulla proroga dello stop alla notifica di oltre 50 milioni di atti tra cartelle e atti fiscali fino al 28 febbraio prossimo. Va anche detto, però, che a favorire una navigazione in Parlamento non troppo agitata è stato anche il fatto che il Milleproroghe non è un decreto di spesa e quindi riduce di molto le pretese dei gruppi parlamentari.
Su alcuni punti però le distanze restano ampie. Un caso su tutti è stato il posizionamento dei partiti della maggioranza sull’emendamento di Fratelli d’Italia che puntava a rinviare di due anni la prescrizione riscritta e rivista dalla riforma Bonafede. Per il voto in Aula Fi, Lega e Iv sono stati costretti ad astenersi dopo che durante l’esame in commissione avevano già ritirato i correttivi presentati prima della formazione del nuovo Esecutivo. Nessun accordo tra Governo e nuova maggioranza anche sugli sfratti. Dopo un faticoso lavoro di raccordo tra i partiti è stato l’Esecutivo a rinviare tutte le modifiche alla sospensione fissata dal Milleproroghe fino al 30 giugno prossimo. Nessuna sintesi è stata poi trovata su altri temi divisivi come la moratoria sulle sanzioni per inadempimento dei professionisti che nono possono adempiere ad obblighi di legge perché colpiti dal Covid o perché in quarantena, o ancora sul rinvio di un anno della lotteria degli scontrini o la sospensione del cashback.