Transizione e Turismo, riordino al via Sottosegretari, corsa a cinque per il Mef
Ma non c’è ancora l’accordo Tra le possibili riconferme Castelli e Amendola
L’incastro è come sempre piuttosto complicato: molte le richieste, posti limitati ( si dovrebbero fermare a 40). Ma questa volta a complicare il quadro della nomina dei sottosegretari della larghissima maggioranza che sostiene ilsi ma maggioranza che sostiene il go vergoverno Draghi c’ è anche la scissione del più grande grande gruppo parlamentare,gruppo parlamentare, quello quello del del M5s, che dovrebbe tradursi in minori rappresentanti al governo: 11 dai 13 iniziali, anche se il capo politico uscente del movimento Vito Crimi sta spingendo per chiudere a 12 ( in questo schema 8 posti spettano a Lega, Pd e Fi, anche se Matteo S al vini sta spingendo perar rivarea 9 per il suo partito ). Per questo la partita del sottogoverno ieri registrava se non uno stallo almeno uno stand by, in attesa che il riordino dei ministeri chiarisca l’ esatta consistenza delle caselle selle da distribuire.da distribuire .« Decidiamo Decidiamo quando quando capiamo dove andranno i nostri » , è il commento più diffuso tra i leader.
La nomina dei sottosegretari dovrebbe ad ogni modo arrivare nel corso del prossimo Consiglio dei ministri - probabilmente tra probabilmente tra domanidomani sera e venerdì, anche se non è escluso un ulteriore slittamento - che darà il via libera al decr et o legge sulpas saggio dicompetenze o legge sul passaggio di competenze in materia di energia dal ministero dello Sviluppo economico, e anche da quello di Infrastrutture e trasporti, al nuovo dicastero della Transizione ecologica. In particolare, alla struttura guidata da Roberto Cingolani vengono trasferite tutte le funzioni di politica energetica fin qui esercitate dal Mise, compresa la vigilanza su Enea, Gse e Sogin, ad esclusione di quelle su liberalizzazioni, concorrenza e sicurezza degli approvvigionamenti energetici. Con lo stesso provvedimento, che sarà esaminato oggi nella riunione del pre- Consiglio dei ministri, viene attribuitoil “portafoglio”( portafoglio” ( autonomacapacità di spesa) al ministero del Turismo, non più assorbito dal dicastero dei Beni culturali, e dovrebbero essere definite le competenze del ministero per la Transizione digitale.
Resta che i partiti sono da giorni in pressing su Palazzo Chigi per rendere più corpose le quote loro assegnate in partenza. Anche per questo motivo nelle ultime ore avrebbe perso forza l’ipotesi del ricorso da parte del premier di almeno un paio di sottosegretari tecnici. Quasi certo, a questo punto, l’aumento dei posti, da 4 a 5, per il ministero dell’Economia, dove i Cinque stelle puntano alla conferma di Laura Castelli. Anche il Pd potrebbe confermare Antonio Misi ani, anche se incorsaci sarebbe pure Marianna Madia, quotata in alternativa alla Transizione digitale. Una casella sarà occupata dalla Lega con Claudio Durigon, che avrebbe trovato la strada sbarrata al Lavoro, o Massimo Bitonci; un’altra andrebbe a Fi con Andrea Mandelli oppure Gilberto Pichetto Fratin, dato in corsa anche al Mise. L’ultimo posto disponibile sarebbe nelle mire di Leu, con la conferma di Cecilia Guerra, ma anche di Iv e dei centristi. Nel totonomine al Mef circola anche il nome delll’attuale direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
Complessa la partita per il nuovo ministero della Transizione ecologica per il quale premerebbe il Cinque stelle Stefano Buffagni, che rischia però di restare al palo anche per via di veti interni allo stesso movimento. Il M5S punterebbe poi alla conferma di Pierpaolo Sileri alla Salute e di Giancarlo Cancelleri ai Trasporti. Al Lavoro sarebbe in pole Maria Pallini, mentre Francesca Businarolo potrebbe essere destinata alla Giustizia. Anche nel Pd la composizione del puzzle è complicata, a maggior ragione dopo la protesta delle donne per l’esclusione dalla delegazione dei ministri. Tra le conferme ci sarebbero Marina Sereni agli Esteri, Alessia Morani al Mise, Anna Ascani all’Istruzione, Simona Malpezzi ai Rapporti con il Parlamento, Andrea Martella all’Editoria e Matteo Mauri all’Interno. Dato inoltre quasi per certo il rientro del dem Enzo Amendola agli Affari europei, un rientro che sembra essere non sgradito al Colle per dare continuità al lavoro fin qui svolto sul Recovery plan. Per Italia Viva in corsa ci sarebbero Gennaro Migliore e Francesco Scoma ( ma resta in campo anche Teresa Bellanova), mentre Forza Italia spingerebbe per Francesco Battistoni ( Agricoltura), Francesco Paolo Sisto ( Giustizia), Stefania Craxi e Valentino Valentini ( Esteri). Tra i “piccoli” dovrebbe infine entrare il radicale Benedetto della Vedova agli Esteri.