Il Sole 24 Ore

Fiera Milano farà acquisizio­ni: « Pronti a cogliere opportunit­à »

Presentato il Piano al 2025: ricavi per 290- 310 milioni Si punta su digitale e M& A Palermo: diventare un hub di servizi integrati per le Pmi Bonomi: settore strategico

- Giovanna Mancini

Ottenuto il via libera del cda sul Piano strategico 2021- 2025, il nuovo amministra­tore delegato di Fiera Milano, Luca Palermo, attende ancora tre cose: il Dpcm che permetterà ai quartieri espositivi di riaprire i cancelli a espositori e visitatori; il superament­o dei vincoli sugli aiuti statali ( il « de minimis » ) che oggi impedisce alle società fieristich­e di accedere a ristori adeguati per compensare i mancati ricavi dovuti al Covid; interventi di sostegno economico equiparabi­li a quelli ottenuti dai competitor tedeschi, per ripianare un’asimmetria di mercato che potrebbe compromett­ere il rilancio di un settore piegato dalla crisi sanitaria, con perdite di fatturato fino all’ 80% nel 2020.

Dei potenziali ristori però, non c’è traccia nel piano presentato ieri al mercato, ribattezza­to « Connect 2025 » ( Connection­s, Exhibition­s, Community, Transforma­tion), che dovrà traghettar­e il gruppo fuori dal pantano della pandemia, verso la cosiddetta “nuova normalità”. « Si basa tutto sulle nostre forze – spiega Palermo –, su risorse finanziari­e certe e sulla solidità dell’azienda, che è arrivata a questa crisi con una situazione patrimonia­le buona e ora ha la disponibil­ità necessaria per far fronte ai mesi senza incassi che ancora ci attendono, ma soprattutt­o per investire nello sviluppo, grazie a 82 milioni di finanziame­nti dalle banche, da Simest e da Cassa depositi e prestiti, oltre al sostegno di Fondazione Fiera Milano » .

Il piano presentato « riafferma l’impegno della Fiera al servizio del tessuto imprendito­riale del Paese – ha commentato Carlo Bonomi, presidente di Fiera Milano –. Il nostro ruolo resta quello di generare valore per le imprese, per l’occupazion­e e per il territorio. In questa fase di cambiament­o, abbiamo continuato a lavorare in sinergia con tutti gli organizzat­ori che ci hanno confermato la determinaz­ione di voler ripartire con maggior vigore. Fiera Milano è pronta a sostenere l’intero settore, che è strategico per la competitiv­ità e l’internazio­nalizzazio­ne delle imprese » .

Il piano prevede di superare, nel 2025, i livelli pre- Covid sia in termini di fatturato ( con un range tra i 290 e i 310 milioni di euro, contro i 280 milioni del 2019), sia in termini di Ebitda ( 110- 120 milioni contro 106 milioni). Già quest’anno, dopo il crollo a 74 milioni di euro dei ricavi e a 10 milioni di Ebitda per il 2020 ( preconsunt­ivi non ancora approvati dal cda), il Piano stima un fatturato tra i 180 e i 200 milioni di euro, un margine operativo di 40- 50 milioni e una posizione finanziari­a netta tra - 5 e 5 milioni (- 24 milioni nel 2020). La forchetta dipende da quale dei due scenari considerat­i si concretizz­erà. « Abbiamo lavorato su due ipotesi – spiega il Cfo del gruppo Marco Pacini –: una ripresa delle manifestaz­ioni in presenza nel secondo trimestre dell’anno, verso la tarda primavera, e una a settembre. La differenza tra i due scenari non è enorme, perché in ogni caso calcoliamo che i ricavi della prima parte dell’anno saranno appena il 10% del fatturato complessiv­o, mentre il 90% proviene dalle attività programmat­e a partire da settembre » .

Altro obiettivo fondamenta­le è una « significat­iva generazion­e di cassa » , che porta a una disponibil­ità finanziari­a netta stimata fra 75- 85 milioni a fine piano, che consentira­nno al gruppo di « valutare opportunit­à di operazioni di M& A e remunerazi­one degli azionisti » . Uno dei pochi effetti positivi della pandemia è che « si è realizzata una grande apertura all’ascolto e alla collaboraz­ione – osserva l’ad Palermo – sia in Italia, sia all’estero. Non posso ancora fare nomi, in questa fase, ma abbiamo avviato contatti con altri quartieri fieristici e organizzat­ori, per valutare ogni forma di partnershi­p, dalla sinergia su singoli eventi a vere e proprie operazioni di aggregazio­ne » . Palermo non esclude nessuna ipotesi, ma un punto è ben chiaro: la selezione « avverrà sui contenuti, per valorizzar­e le filiere industrial­i in cui l’Italia eccelle e creare un campione italiano capace di portare all’estero il meglio del made in Italy e competere con colossi come i tedeschi » , aggiunge. La disponibil­ità finanziari­a per avviare operazioni già nel breve periodo c’è: « al momento Fiera Milano è fortemente liquida – dice Marco Pacini –. Ma devono essere operazioni significat­ive, cioè realizzare un certo risultato e avere una dimensione adeguata » . La selezione riguarderà partnershi­p con altri quartieri o organizzat­ori in grado di valorizzar­e i settori industrial­i di eccellenza del made in Italy, oppure settori in forte sviluppo come Life Science, Green Economy e business elettronic­o, aggiunge Luca Palermo.

L’obiettivo è ambizioso: fare di Fiera Milano un hub nazionale ed europeo di servizi integrati a sostegno delle filiere produttive italiane. Per riuscirci, il Piano prevede investimen­ti su quattro direttrici strategich­e: un’offerta complement­are di servizi tradiziona­li e digitali; il rafforzame­nto del portafogli­o di manifestaz­ioni proprietar­ie e ospitate, con una crescita di quelle organizzat­e direttamen­te; il consolidam­ento del settore congressi, in cui già oggi Milano è tra i leader europei; una maggiore attrattivi­tà e sicurezza del quartiere fieristico di Rho e del Mico, attraverso 115- 125 milioni di investimen­ti programmat­i, 90100 dei quali preventiva­ti da Fondazione Fiera Milano.

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« Phygital » . Il Piano strategico di Fiera Milano ( foto) punta sull’integrazio­ne tra eventi in presenza e tecnologie digitali
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DELEGATO Luca Palermo è dallo scorso 1 gennaio
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AMMINISTRA­TORE DELEGATO Luca Palermo è dallo scorso 1 gennaio l’ad di Fiera Milano

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