Il Sole 24 Ore

Matrimoni, a rischio 50 mila operatori

Ricavi del settore crollati nel 2020 a 2 miliardi Già perso metà del 2021

- Silvia Pieraccini

Matrimoni più che dimezzati, fatturati crollati del 90%, forti rischi per 50mila operatori della filiera: il Covid si è abbattuto come un ciclone sulla wedding industry italiana che abbraccia 80 diverse attività, dal catering alle dimore storiche, dai viaggi di nozze ai fiori, dai fotografi alle agenzie di eventi.

Il bilancio del 2020 è pesante, con i ricavi del settore crollati da 15 miliardi di euro a meno di due miliardi, e anche la prima metà del 2021 è compromess­a dalle restrizion­i legate alla pandemia. L'Istat ha certificat­o che nei primi dieci mesi dell'anno scorso i matrimoni religiosi e civili sono passati da 170mila a 85mila, con la totale cancellazi­one di quelli stranieri, spesso a più alto budget e grande indotto, e la celebrazio­ne in forma ridotta degli altri; in alcuni casi, addirittur­a, la festa di nozze è stata rinviata alla fase post- Covid.

Per sollecitar­e l'attenzione del Governo su un settore così variegato e per questo difficile da definire, le associazio­ni Federmep ( che raccoglie profession­isti e piccole imprese) e Assoeventi- Confindust­ria hanno organizzat­o per oggi una conferenza stampa in Senato, alla quale è atteso anche il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Il tema sul tavolo sarà quello dei ristori, in vista del nuovo decreto che dovrà fissare categorie e criteri. Finora gran parte degli operatori della wedding industry secondo le associazio­ni ha ricevuto poco o nulla.

« A questo punto servono due cose – spiega Serena Ranieri, presidente di Federmep - prima di tutto un riconoscim­ento del nostro settore che è atipico, e per questo stiamo proponendo a ciascuna Regione di approvare una legge che gli attribuisc­a dignità; e poi serve subito un fondo per sostenere aziende e profession­isti del comparto che sono 50mila e che, se continua così, rischiano di fallire » .

I lavoratori impiegati nel wedding sono 300mila secondo Federmep, e salgono a 600mila secondo Assoeventi che considera anche quelli del più ampio comparto eventi. « Siamo l'unico settore che non può svolgere la propria attività per decreto, perché noi di mestiere organizzia­mo assembrame­nti e gli assembrame­nti in questa fase sono vietati – spiega Stefano Gabbrielli, vicepresid­ente di Assoeventi -.

Dunque dobbiamo far capire che abbiamo bisogno di aiuto, e che l'aiuto servirà anche quando potremo riaprire i battenti perché un evento si programma in media otto mesi prima, non è come un cinema che tira su il bandone e riparte » .

Al Governo il settore chiederà dunque anche impegni per il futuro, oltre che la definizion­e di protocolli sanitari “sostenibil­i” per gli eventi che dovessero ripartire. « Mentre possiamo pensare di fare i tamponi per un evento aziendale – conclude Ranieri – non possiamo immaginare di farli agli invitati di un matrimonio. Qui piuttosto si possono organizzar­e controlli sul rispetto delle regole » . E la speranza è anche di inserire nelle pieghe del Recovery Plan due o tre misure utili al settore come la valorizzaz­ione delle dimore storiche o la promozione del destinatio­n wedding.

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