Discoteche, piano sicurezza per ripartire
Pronto un protocollo operativo con Uni Zanchi: imprese in agonia
I mondi dello spettacolo e della cultura cercano una via per la riapertura. Lunedì scorso si è svolta una video conferenza organizzata dal ministero dei Beni culturali a cui ha partecipato un centinaio di rappresentanti di associazioni del settori. Nel corso dei lavori è arrivata la richiesta di presentare entro la mezzanotte di martedì, suggerimenti e linee guida per la riapertura del comparto. Un termine brevissimo considerando l’importanza dei protocolli ma anche un apprezzato cambio di passo da cui emerge la volontà del nuovo governo di puntare a un graduale ritorno alla normalità compatibilmente con l’evolversi dell’emergenza sanitaria. La precedente amministrazione invece non aveva dato nessuna risposta a quelle associazioni che avevano presentato all’allora Mibact proposte e linee guida, anche a quelle stilate in collaborazione con l’Uni. Alla richiesta formulata lunedì dal ministero il comparto delle discoteche e dei locali da ballo, rappresentato per Confindustria da Asso Intrattenimento, ha presentato un documento elaborato con Uni con il protocollo Uni/ Pdr 95.4: 2020.
« In un anno il Governo Conte, nonostante le continue sollecitazioni dei sindacati nazionali di categoria è rimasto immobile, cieco di fronte all’agonia delle aziende dell’intrattenimento e sordo a tutte le richieste e proposte ricevute - ricorda Luciano Zanchi, presidente Asso Intrattenimento - non adottando alcuna strategia nè alcun adeguato provvedimento per la tutela del settore del pubblico spettacolo » . La speranza per le 3mila attività associate e i loro 90mila addetti è di riaccendere la musica e le luci dopo un anno di stop.
« Siamo consapevoli che la nostra ripartenza non sarà in tempi rapidi perché prima apriranno cinema e teatri - continua Zanchi -. Ma il mondo delle discoteche non è confrontabile con la movida che si svolge senza regole in piazze e vie. Nelle discoteche si accede dopo controlli e all’interno c’è sempre la security » .
La vera ripartenza sarà poi legata alla vaccinazione di massa e, pensando alla prossima stagione estiva, si spera che i locali all’aperto vengano assimilati a una spiaggia o un qualsiasi altro luogo all’aperto. « Se verranno riaperte le spiaggie chiederemo l’apertura delle discoteche all’aperto in modo che le aziende e la filiera dei nostri collaboratori possano riprendere l’attività - sottolinea il presidente -. Per i locali al chiuso e per la stagione invernale tutto sarà affidato alla vaccinazione di massa e alla diffusione del passaporto vaccinale. Da parte nostra assicuriamo che i gestori delle discoteche garantiranno la massima vigilanza e controlli da parte dei propri addetti sugli ingressi oltre al rispetto dei protocolli sanitari » .
C’è poi il complesso nodo degli indennizzi e dei ristori che per il momento si rivelano del tutto insufficienti. « Gli imprenditori sono delusi dai pseudo ristori che hanno dimenticato molte, troppe attività - continua il presidente di Asso Intrattenimento -. Il mese di riferimento scelto per il confronto degli incassi è stato l’aprile 2020. Un errore perché ad aprile le attività estive sono ancora chiuse mentre le discoteche indoor sono a fine stagione con incassi ridotti » . C’è poi un’altra criticità: la concorrenza delle attività di somministrazione che si improvvisano e abusivamente organizzano show e intrattenimenti in circoli privati, piazze e locali. Un mercato grigio senza controlli.