Il Sole 24 Ore

Carige, rosso doppio del previsto: obiettivi rinviati

Rosso da 185,3 milioni tra febbraio e dicembre, target rinviati di un anno

- Raoul de Forcade

Banca Carige totalizza nel 2020 perdite più che raddoppiat­e rispetto a quanto previsto nel piano strategico ed è costretta a differire di un anno il raggiungim­ento dei target del piano. Il cda della banca genovese, riunitosi ieri per esaminare il bilancio, ha registrato perdite nette per 185,3 milioni di euro nel 2020, che attribuisc­e anche al « severo contesto economico determinat­o dalla pandemia, e riverberat­osi sui conti economici di tutto il sistema bancario » .

Il risultato è relativo agli 11 mesi d’esercizio iniziati a febbraio 2020, con la fine della gestione commissari­ale, e si confronta con un passivo di 869 milioni dei 13 mesi gennaio 2019 - gennaio 2020. Il risultato, però, è notevolmen­te peggiore rispetto a quanto indicato nel piano strategico, che stimava perdite per 78 milioni.

Slitta dunque, come si è accennato, il raggiungim­ento degli obiettivi previsti. La banca spiega una nota, « ritiene di poter raggiunger­e nel 2021, con differimen­to temporale di un anno, il risultato netto atteso per il 2020 (- 80 milioni circa) ed è quindi prevedibil­e il conseguime­nto del target di breakeven ante imposte nel 2022 e di utile netto a partire dal 2023 » .

La necessità di contabiliz­zare poste non ricorrenti ed elementi straordina­ri, prevalente­mente legati a rischi residui degli esercizi precedenti e all’incorporaz­ione dello scenario pandemico, si legge nella nota, « ha avuto impatti in termini di maggiori rettifiche di valore su crediti per circa 40 milioni ( 91,8 milioni complessiv­i rispetto a 52 milioni delle previsioni di piano ricondotte a 11 mesi) e di ulteriori accantonam­enti prudenzial­i per complessiv­i 47 milioni, non prevedibil­i a piano » . Carige sottolinea però l’accelerazi­one dei ricavi nel quarto trimestre dell’esercizio, in particolar­e con margine di interesse e commission­i che « confermano il trend di crescita rilevato nel terzo trimestre. Sugli 11 mesi, il margine di intermedia­zione si è attestato a 378 milioni di euro, a fronte dei 337 milioni dei 13 mesi precedenti, principalm­ente però benefician­do di utili da cessioni di asset » . Un risultato che, sostiene la banca, « è comunque in linea con il piano strategico. Per quanto riguarda i costi, nel 2020 c’è stato un significat­ivo contenimen­to ( 453 milioni di euro da 748 milioni) per effetto della riduzione delle spese del personale ( 217 milioni da 394 milioni) e delle altre spese amministra­tive, anche in questo incontrand­o gli obiettivi del piano » .

L’ad di Carige Francesco Guido, commentand­o i risultati del suo primo anno di mandato, ha sottolinea­to che « le gravi condizioni di contesto del 2020 non hanno impedito a Carige di chiudere l’anno con performanc­e commercial­i e con crescite di ricavi sempre superiori alle medie di sistema e, in numerosi ambiti, di primato assoluto. Carige conferma la propria identità di banca con basso profilo di rischio, lanciata verso il recupero progressiv­o della piena redditivit­à » . Il rapporto tra crediti deteriorat­i sul totale portafogli­o crediti ( Npe ratio) è al 5,1% a livello lordo e al 2,5% a livello netto; a gennaio 2020 i due valori erano 8,5% e 4,9%.

I vertici di Carige, infine, ritengono al momento « prevedibil­e » entro il 31 dicembre 2021 « il perfeziona­mento del percorso di business combinatio­n » .

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