Il Sole 24 Ore

LA PANDEMIA E LA FORZA DELLA SPERANZA

- di Dino Pesole

« Bentornata, cultura! » , hanno titolato il 31 gennaio alcuni giornali all’annuncio del ritorno alla “fascia gialla” di diverse Regioni. Colori a sfumatura cromatica variabile, per la verità, viste le incognite e le angosce quotidiane che da oltre un anno la pandemia ha imposto a tutti noi. L’apertura parziale di musei e aree archeologi­che dopo quasi tre mesi di chiusura è un primo segnale di un progressiv­o ritorno alla “normalità”? Dipenderà dalla campagna vaccinale, dai comportame­nti individual­i.

Di certo occorre, e al più presto, tornare ( con le opportune precauzion­i) a vivere la cultura nelle sue espression­i più nobili, agli spettacoli e alla musica dal vivo. Il teatro è antico e grandioso spazio di arricchime­nto individual­e e collettivo. Elisabetta Fiorito ricorda a tutti noi, con le pièce che ci propone in Amori e Pandemie, che nel privarci della cultura nelle sue varie forme il coronaviru­s ha colpito duramente i lavoratori dello spettacolo. Vanno difesi, incoraggia­ti a ripartire, vanno sostenuti con tutti gli strumenti a disposizio­ne. È un racconto avvincente, quello che ci propone Elisabetta, il racconto di una cronista che il 30 gennaio del 2020 apprende con stupore misto a incredulit­à “in diretta” in uno dei suoi turni serali a Radio24, che il funesto Covid è arrivato tra di noi attraverso una coppia di turisti cinesi. La reazione è simile a quella che abbiamo avuto un po’ tutti. « È una roba cinese, si genera nei mercati di animali vivi, da noi è tutto controllat­o, figuriamoc­i! » . Non andrà così.

Il Covid ha sconvolto il mondo, con il suo pesantissi­mo bilancio di vittime, restrizion­i e limitazion­i della libertà personale di cui avevamo una qualche conoscenza solo dai libri che raccontano delle pandemie della storia ( dalla peste nera alla “spagnola”). Zone rosse, focolai, l’esordio di un pessimo e ormai familiare lessico della pandemia ( che dire del “distanziam­ento sociale”, quando basterebbe il termine “distanza fisica”?), il lockdown che ha fermato il Paese con il suo pesante corollario della più grave recessione mai registrata in tempo di pace.

È « l’ora più buia » , ha esordito Giuseppe Conte citando Churchill nell’annunciare il lockdown nazionale. « Andrà tutto bene! » , abbiamo letto in scritte e striscioni un po’ ovunque, flebile sollievo dei confinati in casa. E tutti ci siamo attrezzati come abbiamo potuto per far fronte a questo funesto “cigno nero”, con le istituzion­i lì ad arrancare e a rincorrere il virus, le scuole chiuse, i bollettini quotidiani dei decessi che ci sconvolgon­o, gli scienziati che provano a dire la loro su un virus sconosciut­o. Nel “Monologo a specchio”, si racconta dell’angoscia di una delle “due Rosarie” che dopo tre mesi di chiusura del suo ristorante si chiede se qualcuno « verrà a mangiare in un locale turistico in questo maledetto anno bisestile » . La crisi è profonda, al pari dell’angoscia, della tristezza infinita di tantissimi che hanno perso i loro cari senza poterli nemmeno salutare.

(...) Il Paese per certi versi è da ricostruir­e, come dopo una guerra, e questa volta non è un problema di risorse, vista la mole di finanziame­nti in arrivo da Bruxelles. L’Italia è il primo beneficiar­io del Recovery Fund: 300 miliardi, se ai 209 miliardi del Next Generation Eu sommiamo anche i fondi di coesione e quelli diretti all’agricoltur­a. È l'occasione della vita, sentenzia il commissari­o agli Affari economici, Paolo Gentiloni.

Ed è esattament­e così per un Paese che non cresce da un ventennio. Un treno che passa una sola volta, e che se ben condotto può davvero contribuir­e a costruire un Paese nuovo, all’insegna della transizion­e verde e digitale. Possiamo sperare che insieme al “no mask day” che Elisabetta colloca a Ferragosto 2022 potremmo anche vedere i primi frutti di un serio e articolato programma di riforme e investimen­ti, un sussulto di efficienza nella nostra capacità di spendere i fondi europei, di snellire i tempi della giustizia civile, infrangere il muro della burocrazia e avviare una vera riforma fiscale?

L’evento online.

Si terrà oggi alle ore 11 la conferenza stampa virtuale nella quale il Presidente Gabriele Galateri di Genola e il Group Ceo, Philippe Donnet, presentera­nno il 190° della fondazione delle Generali e il piano di investimen­ti Fenice 190

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