Il mercato libero per la luce e il gas verso lo slittamento al 2023
Fino ad allora continueranno a operare le tariffe tutelate Nel 2019 il 14,3% di utenti domestici ha cambiato fornitore elettrico
Si avvicina un sesto rinvio per il mercato di maggior tutela di luce e gas, quello con le bollette fissate ogni tre mesi dall’autorità Arera dell’energia. Nella versione del decreto Milleproroghe approvata ieri sera alla Camera ( domani comincerà l’esame al Senato) potrebbe slittare di un anno, dal 1° gennaio 2022 al 1° gennaio 2023, l’entrata nel mercato libero per i 15 milioni di famiglie che oggi preferiscono le tariffe regolate. Altri 14,6 milioni di consumatori domestici invece si riforniscono di corrente elettrica sul mercato libero.
Il processo di liberalizzazione fa paura a molte persone. La prima ipotesi di sopprimere il segmento tutelato, 2016, venne rinviata al gennaio 2018.
All’avvicinarsi della temuta scadenza, il parlamento rimandò di sei mesi al luglio 2018. Poi slittamento di un anno, al luglio 2019. Nuova preoccupazione, e un altro anno, luglio 2020.
La scadenza si avvicinava, e nuovo voto di rinvio al gennaio 2022.
Il Movimento Cinque Stelle da settimane chiedeva un nuovo allontanamento del mercato, questa volta un salto addirittura di due anni al 1° gennaio 2024. La mediazione sarebbe stata raggiunta su un rinvio di un anno solo, al gennaio 2023.
Il mercato libero è quello che consente di scegliere e cambiare a piacere il fornitore di corrente elettrica oppure di gas, secondo la convenienza contrattuale. Secondo la Relazione annuale 2020 dell’autorità Arera, che aggiorna le tariffe di luce e gas ogni tre mesi ( il prossimo aggiornamento sarà il 1° aprile), nel segmento elettrico il 14,3% dei clienti domestici pari a 4,2 milioni di famiglie ha cambiato fornitore almeno una volta nel corso del 2019, l’ultimo anno di cui sono disponibili i dati di dettaglio.
I volumi corrispondenti a questa porzione di clienti sono pari al 16,9% circa del totale dell’energia distribuita al settore domestico, dice l’Arera, mentre i volumi corrispondenti al 9,1% delle famiglie che ha cambiato fornitore nel 2018 corrispondeva al 10,2% dell'energia prelevata.
È soddisfatto il Movimento Cinque Stelle per il compromesso raggiunto. In un comunicato congiunto, i parlamentari hanno scritto che « non potevamo permettere che, in questo momento drammatico, le fasce più vulnerabili della popolazione fossero costrette a iniziare il 2022 con un aumento delle bollette di energia elettrica e gas. Per questo ci siamo battuti per la proroga di un anno dell’entrata in vigore del regime di libero mercato, convincendo della necessità di questo provvedimento anche le altre forze di maggioranza e il governo » .
Nei giorni scorsi i rivenditori e i trader liberi di energia aderenti all’associazione Arte avevano protestato per l’ipotesi di rinvio « per la sesta volta dal 2016, con un ritardo di otto anni » , e in una lettera aperta spedita al parlamentare cinquestelle Davide Crippa avevano detto che un nuovo spostamento « non è accettabile, ma è altresì irragionevole » .