Il Sole 24 Ore

Itelyum ri- nasce con ingegneri green

In 5 anni fatturato triplicato per la società che rigenera rifiuti industrial­i: parole chiave per i 700 dipendenti e i neoassunti, formazione e innovazion­e

- Claudio Tucci

« Senza formazione, fino anche a 30 o rea p persona, er son a, tecnologia, tantissima attività di ricerca e sviluppo, e selezione di collaborat­ori qualificat­i, ingegneri e periti chimici, non avremmo fatto tutta questa strada, e così in fretta: oggi Itelyum è leader nell’economia circolare, nella gestione, riciclo e valorizzaz­ione dei rifiuti industrial­i, è un gruppo di oltre 700 collaborat­ori, con 22 siti operativi in Italia, i tre principali sono a Pieve Fissiraga ( Lodi), Landriano ( Pavia), Ceccano ( Frosinone), e più di 30mila clienti sparsi in oltre 60 Paesi - racconta l’ad Marco Codognola -. Nei prossimi mesi prevediamo di inserire una ventina di nuove risorse, consideran­do anche il turn- over previsto. Sono soprattutt­o giovani, con competenze tecniche, da inserire prevalente­mente nel settore della gestione dei solventi riciclati. Le assunzioni scattano con sei mesi di anticipo dell’uscita del collega senior per consentire un adeguato periodo di affiancame­nto e formazione » .

Itelyum è una realtà che “ri- nasce” a partire dal 2016 quando il fondo Stirling Square, fondato da italiani a Londra, inizia a integrare società del settore ambientale a due capisaldi della rigenerazi­one dei residui, vale a dire Viscolube ( riciclo dei lubrifican­ti) e Bitolea ( purificazi­one dei solventi usati). Nel giro di pochi anni, a fronte di investimen­ti superiori a 200 milioni di euro nello sviluppo e migliorame­nto degli impianti esistenti e l’acquisizio­ne di nuovi, c’è stato il salto di qualità: il fatturato/ giro d’affari 2020, nonostante l’emergenza sanitaria, si è chiuso a 352 milioni di euro rispetto ai 112 milioni del 2016 e con prospettiv­e incoraggia­nti per il 2021, affermando­si come partner strategico del mondo industrial­e a cui il gruppo offre servizi ambientali sostenibil­i, dalla rigenerazi­one degli oli lubrifican­ti usati alla purificazi­one di solventi da reflui farmaceuti­ci, solo per fare un paio di esempi. Insomma, sono lontani i tempi dei rifiuti che venivano raccolti e finivano dritti nelle discariche.

Le parole chiave, anche per il prossimo futuro, sono « tecnologia e formazione - ha aggiunto Codognola -. La creazione di valore “circolare”, per il mercato, l’ambiente e le persone può realizzars­i infatti solo attraverso tecnologie applicate a sistemi produttivi avanzati, finalizzat­i a prolungare il ciclo di vita dei prodotti, creandone di nuovi da restituire ai vari settori industrial­i. Di qui la nostra partecipaz­ione al Global Compact delle Nazioni unite. Itelyum ha anche introdotto il Sustainabi­lity Committee, di cui è presidente il professor Marco Frey, con la funzione di valutare, ogni sei mesi, il percorso di sostenibil­ità dell’azienda. In quest’ottica rientra il progetto di formazione itinerante “Obiettivo Sostenibil­ità” appena inaugurato, che toccherà ogni sede operativa del gruppo » .

Accanto alla formazione obbligator­ia, ci sono tutta una serie di attività aggiuntive, co- progettate anche assieme al mondo accademico, Politecnic­o di Milano, Università della Calabria, Bologna, Cassino, la Sapienza, Roma, l’Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa.

« La collaboraz­ione con il Politecnic­o di Milano, ad esempio - ha evidenziat­o Codognola - si è concretizz­ata nel progetto di digital transforma­tion dello stabilimen­to di Pieve Fissiraga che grazie all’intelligen­za artificial­e e all’Iot ( Internet of things) permetterà di simulare in real time il processo produttivo e di creare un “gemello digitale” dello stabilimen­to, grazie al quale si potranno ottenere informazio­ni importanti per il migliorame­nto dei processi produttivi. Questa iniziativa prevede entro marzo anche la creazione di un laboratori­o permanente all’interno dell’impianto di Pieve Fissiraga, con ricercator­i impegnati nello studio di processi innovativi di economia circolare. Presso l’impianto di Ceccano, invece, abbiamo da pochi giorni realizzato un incontro di formazione sulle nuove tecnologie appena acquisite, nell’ambito del progetto di digital innovation, a bordo di un mega truck attrezzato con i laboratori che riproducon­o gli impianti industrial­i » .

Del resto, i numeri di Itelyum non sono banali: il gruppo gestisce oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti industrial­i, con un indice di circolarit­à del 90%: questo significa che la quasi totalità dei rifiuti gestiti vengono avviati al recupero o reimmessi nell’ambiente dopo la rigenerazi­one. E ogni anno, gli impianti lavorano circa 280mila tonnellate tra oli minerali e solventi usati e 40mila tonnellate di frazioni petrolchim­iche vergini.

Di qui la necessità di « avere un gruppo coeso e ben formato, dalla base al vertice - ha chiosato Codognola -. Grazie alle recenti assunzioni la quota di laureati e diplomati prevalente­mente in materie tecniche è pari ai due terzi dell’intero personale; l’età media è scesa a 46 anni. L’impegno dei colleghi, in questi mesi, è stato ammirevole: le assenze si sono drasticame­nte ridotte e tutti hanno voluto fare la propria parte, anche contribuen­do alle iniziative di solidariet­à messe in campo dall’azienda a favore di ospedali dei territori in cui operiamo » .

Per i progetti di formazione attivate collaboraz­ioni con i principali atenei, dal Polimi alla Sant’Anna di Pisa

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L’investimen­to. Itelyum ha investito oltre 200 milioni di euro per il migliorame­nto e l’acquisto di nuovi impianti per rigenerare rifiuti industrial­i, da olii lubrifican­ti a reflui farmaceuti­ci
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Itelyum
MARCO CODOGNOLA. È amministra­tore delegato di Itelyum

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