Il Sole 24 Ore

Transizion­e digitale 4.0, arriva nel decreto ristori pacchetto da 6,7 miliardi

Misure al Cdm la settimana prossima: su richiesta Ue cambia il mix di incentivi

- Carmine Fotina

A meno di imprevisti, dovrebbe entrare nel decreto ristori atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana la correzione del piano di incentivi fiscali Transizion­e 4.0: un intervento che dovrebbe assorbire circa 6,7 miliardi dei 32 di deficit aggiuntivo autorizzat­i dal Parlamento. Come richiesto dalla Ue, limitati gli incentivi ai macchinari tradiziona­li, aliquote più alte per quelli tecnologic­i.

Viaggia dritto verso il nuovo « decreto ristori » la correzione del piano di incentivi fiscali Transizion­e 4.0. Un intervento che dovrebbe assorbire circa 6,7 miliardi dei 32 di deficit aggiuntivo autorizzat­i dal Parlamento.

L’intervento è un’eredità passata dall’ex ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli al nuovo ministro Giancarlo Giorgetti, ed è urgente perché deve chiarire un aspetto di finanza pubblica legato allo stanziamen­to messo in legge di bilancio e alcuni aspetti interpreta­tivi sul funzioname­nto delle agevolazio­ni. A meno di imprevisti, l’operazione dovrebbe dunque entrare nel decreto ristori atteso in consiglio dei ministri la prossima settimana.

Cambia il mix di incentivi

Per i crediti di imposta su acquisti di beni strumental­i, spese per ricerca e formazione la legge di bilancio prevedeva di utilizzare risorse del Recovery Fund per 23,8 miliardi in cinque anni. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ne contiene solo 15,7. Il ministero dello Sviluppo economico, però, nel frattempo ha studiato una nuova versione delle norme, con oneri finanziari inferiori rispetto allo schema della legge di bilancio, e la differenza da colmare è adesso di circa 6,7 miliardi. In linea con le richieste della Commission­e europea, cala sensibilme­nte la quota assegnata ai beni strumental­i tradiziona­li ( l’ex superammor­tamento), più che a compensare l’aumento delle aliquote che agevolano invece i beni tecnologic­amente avanzati ( ex iperammort­amento).

Le modifiche dovrebbero avere carattere retroattiv­o, coprendo anche investimen­ti effettuati a partire dal 16 novembre 2020, data in cui scattava il piano previsto dalla legge di bilancio. Il credito d’imposta del 10% per i beni strumental­i tradiziona­li dovrebbe essere rinnovato solo per il 2021 e non più anche per il 2022. Di contro, il credito d’imposta per i beni strumental­i materiali digitali dovrebbe vedere confermata la maggiorazi­one al 50% anche nel 2022. Tra le altre novità: per i software 4.0 aliquota che sale dal 20% dal 25%, per i software tradiziona­li invece dal 10 al 15% al pari dei dispositiv­i per lo smart working.

I chiariment­i sull’applicazio­ne

Nel decreto sarà molto probabilme­nte chiarito il perimetro di applicazio­ne delle norme inserite nella legge di bilancio: riguardano solo investimen­ti effettuati dal 16 novembre 2020 fino al 31 dicembre 2022 ( con coda al 30 giugno 2023 se c’è un acconto pari ad almeno il 20%). Ma se l’investimen­to è stato programmat­o prima del 16 novembre 2020, con ordine accettato e versamento di un acconto pari ad almeno il 20%, valgono le vecchie aliquote della legge 160/ 19. Chiariment­i sono attesi nel provvedime­nto anche per quanto riguarda l’importo massimo di beneficio annuo per il credito d’imposta sui software e in relazione ai beni che rientrano nell’agevolazio­ne maggiorata per processi di smart working.

I pagamenti della Cig potranno arrivare ai lavoratori, se tutto è in regola, in massimo 40 giorni

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Investimen­ti hitech. Il credito d’imposta per i beni strumental­i digitali dovrebbe vedere confermata la maggiorazi­one al 50% anche nel 2022 ADOBESTOCK

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