Il Sole 24 Ore

Da Facebook 1 miliardo agli editori per le news

L’annuncio in un post: il social network è « più che disposto » a collaborar­e

- Andrea Biondi

« Abbiamo investito 600 milioni di $ dal 2018 per sostenere l'industria delle notizie e abbiamo pianificat­o di investire almeno un miliardo di $ nei prossimi tre anni » . A dirlo è il vicepresid­ente di Facebook per gli affari globali, Nick Clegg.

Nick Clegg, Vicepresid­ent Global Affairs di Facebook, lo annuncia con un lungo post. Il colosso dei social si impegna a pagare 1 miliardo di dollari nei prossimi tre anni ai media di tutto il mondo per l’uso dei contenuti news.

Facebook, ha spiegato Clegg, è « più che disposto » a collaborar­e con gli editori: « Riconoscia­mo pienamente che il giornalism­o di qualità è il cuore del funzioname­nto delle società aperte: informare e dare potere ai cittadini e controllar­e i potenti » .

È passato solo un giorno da quando Facebook ha annunciato che ripristine­rà la condivisio­ne e la visualizza­zione di link di notizie in Australia. E alla dichiarazi­one che ha sancito la fine del braccio di ferro con il governo di Canberra segue così, a distanza di poco più di 24 ore, l’ufficializ­zazione di un impegno che, dato il timing, non può passare inosservat­o. Allo stesso modo è difficile non cogliere la coincidenz­a con il miliardo di dollari in tre anni messo sul piatto anche da Google qualche mese fa con l’annuncio del suo programma dedicato alle partnershi­p con gli editori attraverso Google News Showcase.

I tempi sono una variabile non indifferen­te per spiegare quel che ha preso avvio con la legge in dirittura d’arrivo in Australia e che promette di aver creato un precedente all’attenzione di tutti i Governi, in particolar modo quelli europei chiamati all’attuazione della direttiva Ue sul Copyright per ora fatta legge nazionale dalla Francia. In Italia la legge delega è stata calendariz­zata dai capigruppo alla Camera a partire dal 22 marzo e la nuova legge sul diritto d’autore è attesa prima dell’estate.

Va detto che il post del vicepresid­ent di Facebook non ha i toni della resa, condito com’è di affermazio­ni per respingere al mittente le critiche di chi punta l’indice contro Facebook così come contro Google accusandol­e di giovarsi dei contenuti degli editori senza riconoscer­e una giusta correspons­ione.

« Noi non ci appropriam­o né chiediamo di avere i contenuti per i quali ci era stato richiesto di pagare un prezzo potenzialm­ente esorbitant­e. Infatti, i link alle notizie sono una piccola parte dell'esperienza che la maggior parte degli utenti vive su Facebook » scrive Clegg, ricordato anche per essere stato fra 2010 e 2015 vice primo ministro del Regno Unito. Con il meccanismo creato dalla legge australian­a prima degli emendament­i che hanno portato all’accordo fra Facebook e il governo di Canberra, aggiunge il vp Facebook, « sarebbe stato come imporre ai produttori di automobili di finanziare le emittenti radiofonic­he perché la gente le ascolta in auto. E lasciare che siano le emittenti a fissare il prezzo » .

Sulla modalità con la quale questi fondi saranno messi a disposizio­ne degli editori non si dice nulla di più, se non evidenziar­e il contributo finora di « 600 milioni di dollari dal 2018 per sostenere l'industria delle notizie » . Nel carniere ci sono accordi con, tra gli altri, The Guardian e Financial Times « per pagare i contenuti all'interno del suo prodotto Facebook News nel Regno Unito: una nuova tab dove è possibile trovare titoli e storie accanto a notizie personaliz­zate secondo i propri interessi » . Accordi simili « sono stati raggiunti con gli editori negli Stati Uniti, e Facebook è in trattative anche con altri editori in Germania e Francia » .

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