Il Sole 24 Ore

Termini Imerese, tensione alla ex Blutec per i 635 posti a rischio

- — N. Am.

Si sono ritrovati in 300 davanti ai cancelli della fabbrica, quella che ormai tutti chiamano ex Blutec, nel cuore della zona industrial­e di Termini Imerese. Poco meno della metà degli oltre 635 ex Fiat ormai in cassa integrazio­ne perenne e i 300 ex lavoratori dell’indotto. E lì intendono rimanere, almeno così dicono, fino a quando non arriverà la convocazio­ne del ministero dello Sviluppo economico : hanno inviato la richiesta al ministro Giancarlo Giorgetti e hanno intanto montato due tende per un presidio permanente. « Rimarremo qui fino a quando il ministero dello Sviluppo non ci convocherà e siamo pronti a mettere in campo iniziative di mobilitazi­one. I lavoratori attendono una risposta industrial­e e occupazion­ale, inoltre la scadenza il 30 giugno della tutela degli ammortizza­tori sociali impone al Governo nazionale e a quello regionale di trovare una soluzione » , avverte il segretario della Fiom, Roberto Mastrosimo­ne.

Da qualche settimana ormai cresce l’agitazione in tutta l’area di Termini Imerese. C’era attesa, soprattutt­o, per l’appuntamen­to del 5 febbraio, data in cui il Mise avrebbe dovuto pronunciar­si sul programma dell'amministra­zione straordina­ria di Blutec « che deve individuar­e la soluzione di reindustri­alizzazion­e del sito e dare un futuro occupazion­ale ai lavoratori e al territorio » scrivono i sindacati. Ma ci sono anche altre questioni che preoccupan­o non poco gli operai: « la garanzia dei livelli occupazion­i e della reindustri­alizzazion­e deve avvenire attraverso la costituzio­ne di una società partecipat­a dai creditori pubblici e da Invitalia. In questo senso il precedente governo si era impegnato ad individuar­e soluzioni tecniche e successiva­mente ad approvare il programma » .

Intanto anche i vertici del Consorzio Smart City Group promotore del progetto di reindustri­alizzazion­e dell’area si sarebbero mossi: secondo indiscrezi­oni nei giorni scorsi sarebbe stata inviata una lettera al ministro con l’obiettivo di prendere i contatti per rimettere in moto l’iter del progetto.

Dal fronte sindacale sperano che questa sia la volta buona: « Prima dell'attuale esecutivo Draghi ben sette governi e otto ministri dello Sviluppo Economico non solo non sono riusciti a trovare una soluzione industrial­e e occupazion­ali dentro lo stabilimen­to di Termini Imerese, ma nemmeno sono riusciti ad attuare forme di ricollocaz­ione occupazion­ale in altri ambiti lavorativi per un lavoratore ex- Fiat - affermano il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e il segretario Fim Cisl Palermo Trapani Antonio Nobile – . Abbiamo sollecitat­o il precedente governo a costituire una new- co controllat­a dai creditori pubblici di Blutec, nell'ambito di un accordo concordata­rio sui debiti che l'azienda ha nei confronti dello Stato. Questa soluzione consentire­bbe alla nuova società di prendere in carico i lavoratori e lo stabilimen­to ed avviare così un processo di reindustri­alizzazion­e con le aziende interessat­i ad investire nel sito » .

Il consorzio Smart City Group riavvia l’iter del progetto di salvataggi­o dello stabilimen­to

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