Fiere, Verona apre al campione nazionale
Approvato dal cda il piano per la ripartenza: nel 2024 previsti 140 milioni di ricavi Atteso in aprile il parere dei soci sull’aumento di capitale da 30 milioni
Veronafiere si prepara a uscire dalle secche della pandemia e apre al dialogo con altri player fieristici. Ieri il consiglio di amministrazione ha dato il via libera al « Piano d’azione per la ripartenza 2021- 2024 » , che prospetta il ritorno alla crescita e alla redditività, proiettando al biennio 2023- 2024 il riallineamento con il piano di sviluppo previsto prima della pandemia. « L’obiettivo è raggiungere nel 2024 un fatturato di 140 milioni e un Ebitda di 28 milioni » , spiega l’amministratore delegato, Giovanni Mantovani. « Il cda e il management di Veronafiere hanno elaborato un piano che rinnova le ambizioni di crescita aziendali, crea le condizioni per un graduale ritorno alla redditività e ripristina la solidità finanziaria del gruppo » , aggiunge il presidente Maurizio Danese.
La copertura del piano fa leva principalmente su 40 milioni di finanziamenti accordati dalle banche con garanzia Sace, da Simest e da Cassa depositi e prestiti, a cui si dovrebbe aggiungere un aumento di capitale di 30 milioni su cui a inizio aprile si esprimerà l’assemblea dei soci e che dovrebbe poi essere sottoscritto entro la fine di quel mese.
Resta invece un capitolo aperto, come per tutto il sistema fieristico italiano, quello dei ristori, di cui ancora poco o nulla è arrivato nelle casse del gruppo, in attesa dei provvedimenti necessari a rendere accessibili queste risorse. Risorse essenziali per ripianare l’indebitamento e per coprire almeno in parte le perdite di fatturato e i costi di esercizio sostenuti nonostante la chiusura delle manifestazioni: « In tutti questi mesi abbiamo continuato a lavorare, per riprogrammare il calendario e progettare la ripartenza, investendo soprattutto su nuovi format digitali e servizi alle imprese » , precisa Mantovani. ristretto a un pubblico professionale selezionato, con una presenza significativa di buyer internazionali, provenienti soprattutto dall’Europa, ma anche da qualche Paese extra- europeo come Stati Uniti, Canada o Giappone » . Una ripartenza più sostenuta anche sul piano internazionale è attesa nella seconda parte dell’anno, in particolare com Marmomac, in calendario a fine settembre.
Il piano per la ripartenza poggia su quattro direttrici, tra cui il consolidamento della leadership nei settori di business di riferimento: wine& food, marmo e macchine, agricoltura e settore biologico. Altro asset rilevante è l’internazionalizzazione, a cominciare dalla Cina, dove sono già in calendario per marzo, giugno e settembre manifestazioni legate al mondo del vino. Ma anche gli Stati Uniti, dove il gruppo sta lavorando per trovare una partnership e conta di avere una soluzione già nel 2022. Sul fronte dei servizi, « occorre immaginare un nuovo modo di fare fiere e un nuovo modello di business, investendo sul digitale e su nuove competenze » , spiega Mantovani . Da qui la necessità di creare un « ecosistema per l’innovazione » , che guarda a collaborazioni con università, centri di ricerca e start up.
Ma non solo: « Siamo pronti al dialogo con gli altri attori primari del sistema fieristico – dice l’ad –. Credo che la pandemia abbia accelerato la possibilità di collaborare sui contenuti, per creare una piattaforma del made in Italy dotata delle risorse finanziare necessarie a scalare posizioni sui mercati internazionali, portando all’estero le nostre eccellenze » .
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