Il sistema moda unito contro la crisi
Confindustria, grandi brand con Camera della Moda per la difesa del settore
Rilanciare un comparto duramente provato dalla pandemia, che nel 2020 ha avuto una perdita di fatturato del 27%, mettendo a rischio la tenuta di una filiera riconosciuta in tutto il mondo, con un impatto negativo sull’occupazione ( si vedano gli articoli apparsi sul Sole24Ore di ieri e di martedì). Il mondo della moda si compatta per agganciare la ripresa e sviluppare tutte le potenzialità di un settore simbolo, nonché strategico, dell’Italia, in un momento in cui si stanno delineando a livello italiano ed europeo le « giuste condizioni per dare impulso a importanti attività del nostro paese » .
È il senso dell’incontro che si è tenuto tra il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e la delegazione in rappresentanza del Comitato strategico di Camera nazionale della Moda, alla quale aderiscono 234 grandi brand, ai quali è riconducibile il 90% del fatturato del settore. Il Comitato è composto da Patrizio Bertelli, amministratore del Gruppo Prada, Ermenegildo Zegna, ad dell’omonimo gruppo, e Renzo Rosso, presidente della holding Otb. Per Confindustria erano presenti anche la vice presidente per l’Internazionalizzazione Barbara Beltrame Giacomello, il vice presidente per l’Organizzazione, Alberto Marenghi e il direttore generale, Francesca Mariotti, oltre al presidente di Confindustria Moda, Cirillo Marcolin. Al tavolo c’erano inoltre Marino Vago, presidente di Sistema moda Italia, e Claudio Marenzi, presidente di Herno e di Pitti Immagine ed ex presidente di Confindustria Moda. L’incontro si è tenuto proprio nel giorno in cui a Milano ha preso il via la settimana della moda donna, in un formato phygital, con un calendario ricco e fitto, che testimonia la vitalità del settore e la volontà di reagire.
L’accordo raggiunto, come spiega il comunicato diffuso ieri, unisce le forze del settore. In particolare i grandi brand, traino della filiera, vogliono mettere al servizio di tutto il sistema il proprio know how. Hanno confermato anche la propria disponibilità a essere portavoce di un documento condiviso per contribuire insieme a Confindustria allo sviluppo del settore post pandemia. Tra i temi dell’incontro il potenziamento delle misure necessarie per rendere più competitivi prodotti unici che hanno il loro punto di forza nella manifattura qualitativa e nella ricerca innovativa. È emersa anche la necessità di preservare il patrimonio delle professionalità della manifattura italiana che supportano l’attività delle microimprese e delle Pmi, altrimenti destinate alla chiusura.
Tra le proposte, la defiscalizzazione per l’avvio di nuove realtà imprenditoriali, con l’inserimento di giovani talenti, per le società che realizzano il prodotto in modo tracciabile, nel rispetto della sostenibilità. La leva del cuneo fiscale è determinante, dice il comunicato, per incentivare le assunzioni e creare filiere integrate, anche dal punto di vista digitale. Sulla promozione del made in Italy si punta a rafforzare la collaborazione tra industria della moda e Ice, per arrivare nei potenziali mercati di sviluppo. In questo approccio la tracciabilità dei prodotti ha una importanza fondamentale. Delle questioni dibattute, la digitalizzazione viene definita un elemento cardine del futuro. Ma si è parlato anche di sostenibilità ambientale ed economia circolare e di sostenibilità sociale, dalla parità di genere all’inclusione della diversità. Decisiva la formazione, con particolare riferimento alla trasformazione ed evoluzione dei mestieri e alla creazione di condizioni favorevoli per il ricambio generazionale e il calo della disoccupazione giovanile.