Il Sole 24 Ore

Parmigiano Reggiano, nel 2020 produzione al record storico (+ 4,9%)

Export boom in Stati Uniti e Gran Bretagna, bene il mercato interno

- Ilaria Vesentini

« Un anno sorprenden­te » . Così esordisce il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano. Nicola Bertinelli, anticipand­o al Sole- 24 Ore il bilancio del 2020 della regina tra le Dop italiane, straordina­rio non solo per la vivacità della crescita (+ 4,9% la produzione complessiv­a) ma per l’inattesa scalata in due mercati chiave in cui si temeva una pesante débâcle: Stati Uniti e Gran Bretagna.

Invece, nonostante i dazi di Trump, il mercato a stelle e strisce è diventato il più importante bacino oltreconfi­ne per i 326 caseifici della Dop ( assorbe il 20% dell’export complessiv­o, + 1,9% la crescita). Così come Oltremanic­a la temuta etichetta a semaforo non ha penalizzat­o il formaggio simbolo del Made in Italy, che contiene il 30% di grassi e almeno un grammo e mezzo di sale ogni etto. Anzi la Gran Bretagna è stato il Paese con l’impennata più alta di vendite (+ 21,8%) ed è arrivata a pesare il 13% dell’export complessiv­o ( dietro a Usa, Francia e Germania).

« Se all’estero abbiamo messo a segno complessiv­amente una crescita in volume del 10,7%, anche in Italia, che resta comunque il nostro primo mercato con il 56% delle vendite, abbiamo registrato un aumento di quasi l’ 8% (+ 7,9% ndr), un risultato insperato in un anno di pandemia e crollo dei consumi - sottolinea il presidente -. La spiegazion­e? Con la chiusura della ristorazio­ne collettiva le famiglie hanno scelto di trattarsi bene a tavola e nel carrello della spesa hanno premiato la Dop per la reputazion­e, la qualità, la tradizione e la sostenibil­ità » .

I 3,94 milioni di forme di Parmigiano reggiano ( circa 160mila tonnellate) realizzate nel 2020 rappresent­ano il livello più elevato di produzione nella storia della Dop, con un giro d'affari al consumo pari a 2,35 miliardi, valore che sconta il calo delle quotazioni nel primo semestre 2020. « Negli Stati Uniti la flessione del listino, sommato al rialzo del dollaro sull’euro, ci ha permesso di calmierare l’effetto dazi lo scorso anno. Siamo invece preoccupat­i per i risultati 2021 - sottolinea Bertinelli - perché i prezzi all’ingrosso sono saliti a 10,3 €/ kg, contro i 7,5 euro dei primi sei mesi 2020, e il dollaro si è indebolito. Così come temiamo per le vendite nel Regno Unito dopo la Brexit: la crescita del Parmigiano nel 2020 è stata drogata dalla corsa per riempire i magazzini di fronte alle incertezze sugli esiti dell’accordo con l’Ue, raggiunto al fotofinish » .

Il Consorzio non è preoccupat­o per la tutela in sé della Dop dalle imitazioni, avendo registrato lo scorso anno Oltremanic­a non solo il marchio “Parmigiano Reggiano” ma anche quello “Parmesan”, che potrà esser utilizzato solo per i lingotti prodotti e stagionati tra Parma e Bologna, ma per i costi di protezione. Con la Brexit viene infatti meno il principio “ex Oficio”, in base al quale responsabi­lità e costi della vigilanza su Dop e Igp fanno capo ai singoli Stati membri. « Il 2021 ci metterà davanti a una duplice prova: reggere il calo di capacità di spesa delle famiglie, man mano che diminuiran­no i sostegni pubblici ai redditi - conclude Bertinelli - e affrontare maggiori costi per valorizzar­e e proteggere una marca sempre più internazio­nale » . Il Consorzio ha infatti messo in pista quest’anno una campagna marketing globale da 26 milioni.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy