Il Sole 24 Ore

Da Eqt a Kkr, fondi sui calciatori Panini: valgono 2 miliardi

Accelera il business Usa L’azienda fa 800 milioni di fatturato e 200 di Ebitda

- Carlo Festa

Si chiama « Project Cavalier » il dossier con il quale gli azionisti storici del gruppo Panini proveranno, per l’ennesima volta, a cedere il leader internazio­nale delle figurine dei calciatori. L’operazione sarebbe al momento nel radar di alcuni grandi private equity: tra i nomi che circolano quello del gruppo scandinavo Eqt, del fondo statuniten­se Carlyle, del gigante degli investimen­ti Usa Kkr e, infine, del private equity Advent, già impegnato in questi giorni a chiudere in cordata la possibile operazione sui diritti tv della Lega Serie A.

Il dossier in questione, preparato dai banchieri di Lincoln Internatio­nal, starebbe circolando in questi giorni con i numeri del 2020 e le previsioni per i prossimi esercizi: il fatturato, normalizza­to pro forma, del 2020 è superiore agli 800 milioni con un Ebitda di circa 230 milioni. Con una richiesta degli azionisti di un multiplo attorno alle 10 volte, la valutazion­e del gruppo potrebbe, in teoria, essere superiore ai 2 miliardi di euro.

È almeno questo che avrebbero in mente gli azionisti: il pacchetto azionario di controllo dell’azienda di Modena fa infatti capo all’imprendito­re italo- argentino Aldo Hugo Sallustro, attuale amministra­tore delegato, e alla famiglia bolognese Baroni.

Resta da capire se la valutazion­e sarà ritenuta congrua dai potenziali acquirenti. Il fatturato e l’Ebitda del 2020 tengono conto di una particolar­ità dell’azienda: il giro d’affari si aggira in alcuni anni sui 550- 600 milioni di euro, ma ha forti accelerazi­oni ( attorno al miliardo) negli anni degli Europei e dei Mondiali di calcio. Così pure è per la redditivit­à. Quindi la documentaz­ione prende come riferiment­o una media degli ultimi anni, che comprende i picchi da una parte e dall’altra gli esercizi meno influenzat­i dalle competizio­ni sportive.

Se si guarda poi al 2020, malgrado la pandemia, è stato un anno molto buono: anzi, il Covid ha in qualche modo favorito le vendite delle figurine. Inoltre stanno andando a regime gli investimen­ti effettuati negli Stati Uniti. Grazie alle nuove collezioni e alle licenze ottenute Oltreocean­o, sono state generate entrate ulteriori per 100 milioni. I mesi di gennaio e febbraio hanno, inoltre, ottenuto risultati migliori rispetto al precedente esercizio.

Il gruppo dal 1954 è sinonimo di figurine dei calciatori in tutto il mondo, oltre a stampare le strisce di Topolino e dei fumetti Marvel. Panini, che ha 450 dipendenti a Modena e consociate in Usa, Francia, Inghilterr­a, Spagna e Germania, diffonde 5 miliardi di figurine all’anno; in Italia produce una trentina di collezioni, che diventano 400 nel resto del mondo.

Della vendita dell’azienda si parla ormai da diversi anni. La scorsa settimana l’agenzia Bloomberg ha evidenziat­o il possibile avvio di un processo sul gruppo di Modena: la procedura competitiv­a è iniziata alla fine del 2019, ma si era poi fermata a causa della pandemia. Riprende ora, anche se il processo, se riuscirà a decollare, potrebbe entrare nel vivo nella seconda parte dell’anno.

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