Da Eqt a Kkr, fondi sui calciatori Panini: valgono 2 miliardi
Accelera il business Usa L’azienda fa 800 milioni di fatturato e 200 di Ebitda
Si chiama « Project Cavalier » il dossier con il quale gli azionisti storici del gruppo Panini proveranno, per l’ennesima volta, a cedere il leader internazionale delle figurine dei calciatori. L’operazione sarebbe al momento nel radar di alcuni grandi private equity: tra i nomi che circolano quello del gruppo scandinavo Eqt, del fondo statunitense Carlyle, del gigante degli investimenti Usa Kkr e, infine, del private equity Advent, già impegnato in questi giorni a chiudere in cordata la possibile operazione sui diritti tv della Lega Serie A.
Il dossier in questione, preparato dai banchieri di Lincoln International, starebbe circolando in questi giorni con i numeri del 2020 e le previsioni per i prossimi esercizi: il fatturato, normalizzato pro forma, del 2020 è superiore agli 800 milioni con un Ebitda di circa 230 milioni. Con una richiesta degli azionisti di un multiplo attorno alle 10 volte, la valutazione del gruppo potrebbe, in teoria, essere superiore ai 2 miliardi di euro.
È almeno questo che avrebbero in mente gli azionisti: il pacchetto azionario di controllo dell’azienda di Modena fa infatti capo all’imprenditore italo- argentino Aldo Hugo Sallustro, attuale amministratore delegato, e alla famiglia bolognese Baroni.
Resta da capire se la valutazione sarà ritenuta congrua dai potenziali acquirenti. Il fatturato e l’Ebitda del 2020 tengono conto di una particolarità dell’azienda: il giro d’affari si aggira in alcuni anni sui 550- 600 milioni di euro, ma ha forti accelerazioni ( attorno al miliardo) negli anni degli Europei e dei Mondiali di calcio. Così pure è per la redditività. Quindi la documentazione prende come riferimento una media degli ultimi anni, che comprende i picchi da una parte e dall’altra gli esercizi meno influenzati dalle competizioni sportive.
Se si guarda poi al 2020, malgrado la pandemia, è stato un anno molto buono: anzi, il Covid ha in qualche modo favorito le vendite delle figurine. Inoltre stanno andando a regime gli investimenti effettuati negli Stati Uniti. Grazie alle nuove collezioni e alle licenze ottenute Oltreoceano, sono state generate entrate ulteriori per 100 milioni. I mesi di gennaio e febbraio hanno, inoltre, ottenuto risultati migliori rispetto al precedente esercizio.
Il gruppo dal 1954 è sinonimo di figurine dei calciatori in tutto il mondo, oltre a stampare le strisce di Topolino e dei fumetti Marvel. Panini, che ha 450 dipendenti a Modena e consociate in Usa, Francia, Inghilterra, Spagna e Germania, diffonde 5 miliardi di figurine all’anno; in Italia produce una trentina di collezioni, che diventano 400 nel resto del mondo.
Della vendita dell’azienda si parla ormai da diversi anni. La scorsa settimana l’agenzia Bloomberg ha evidenziato il possibile avvio di un processo sul gruppo di Modena: la procedura competitiva è iniziata alla fine del 2019, ma si era poi fermata a causa della pandemia. Riprende ora, anche se il processo, se riuscirà a decollare, potrebbe entrare nel vivo nella seconda parte dell’anno.