Il Sole 24 Ore

Cassa Centrale Banca vede capitale e utile in crescita

Cet 1 ratio al 21,5% nel 2020, con un risultato netto in rialzo del 9%, a 245 milioni

- Luca Davi

Nonostante i venti a dir poco contrari generati dalla pandemia, Cassa Centrale Banca chiude il 2020 con un bilancio con segni positivi nelle principali voci. E conferma così una solidità ai vertici del sistema bancario, nell’attesa però che a marzo la Bce alzi il velo sugli esiti del cosiddetto “Comprehens­ive Assessment”.

Il Cda del gruppo trentino presieduto da Giorgio Fracalossi ha approvato ieri il preconsunt­ivo relativo allo scorso anno, che mette in evidenza a livello consolidat­o un utile netto a 245 milioni di euro, in progresso dell’ 8,8% rispetto ai 225 milioni del 2019. Una crescita su cui ha inciso anche il migliorame­nto delle commission­i nette, a quota 657 milioni, cresciute di 13 milioni (+ 2%) rispetto al 2019. Un dato « molto positivo » , sottolinea la banca in una nota, anche perché maturato in un quadro complicato dalla pandemia, che ha limitato l’attività complice il prolungato lockdown.

In crescita anche gli aggregati patrimonia­li. Nel quadro di un totale attivi di 83,1 miliardi, la raccolta complessiv­a si amplia dell’ 11%, a 91,6 miliardi. La componente della raccolta diretta aumenta di 5,2 miliardi (+ 10%) e la raccolta indiretta di 3,6 miliardi (+ 13%): decisiva, in questo senso, la spinta del risparmio gestito e assicurati­vo che rappresent­ano, alla fine del 2020, il 63% della raccolta indiretta totale. Il risparmio gestito, in particolar­e, cresce del 15% e il comparto assicurati­vo del 19%, grazie alla spinta delle due società specializz­ate del gruppo, Neam ( fondi comuni di investimen­to) e Assicura per la bancassicu­razione.

Ad aumentare - come del resto è accaduto anche a gran parte delle altre banche nell’anno della pandemia - sono anche gli impieghi alla clientela, che salgono di 3,2 miliardi e si attestano nel complesso a 46,2 miliardi (+ 5,4%). L’istituto guidato da Mario Sartori ha firmato 120 mila moratorie per 14 miliardi di euro, che si sommano ai 57 mila nuovi finanziame­nti garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi, per un totale di 3,5 miliardi.

Va detto che, proprio per l’effetto delle moratorie, l’impatto della pandemia è ancora ben lontano dall’essere registrato sul bilancio. Gli effetti, insomma, si sentiranno nei prossimi trimestri. D’altra parte, però, l’istituto ha lavorato per ridurre ulteriorme­nte il suo profilo di rischio. L’Npl ratio di gruppo dal 9,3% del 2019 atterra al 6,8%, e lo stock complessiv­o si riduce di 850 milioni, circa il 20% dello stock a fine 2019. E nel contempo la copertura media sul credito deteriorat­o si attesta al 64%.

Si vedrà ora quale sarà l’impatto delle verifiche della Bce ( asset quality review e stress test), che metteranno alla prova la banca. L’istituto parte da una condizione di solidità di rilievo: il Cet1 ratio è salito al 21,46% rispetto al 19,7% del 2019. Si capirà solo dopo quali saranno le decisioni del gruppo sull’eventuale acquisizio­ne della maggioranz­a di Carige.

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