Il Sole 24 Ore

Minibond immuni al test Covid con il vaccino delle garanzie

Emissioni e volumi in lieve calo rispetto al 2019 record, ma cresce il peso delle Pmi Cruciale il ruolo delle tutele pubbliche offerte nel quadro dell’emergenza pandemia

- Maximilian Cellino

Minibond a prova di Covid, grazie soprattutt­o al « vaccino » delle garanzie. Nell’anno della pandemia che ci siamo appena lasciati alle spalle l’industria italiana dei prestiti obbligazio­nari con importo inferiore a 50 milioni è riuscita a tenere botta, nonostante tutto, arrivando quasi a ripetere il 2019 dei record. Le emissioni sono infatti calate leggerment­e come numero ( 194 contro 205) e la raccolta si è fermata a 920 milioni di euro ( da 1.223), ma quando si guarda alle sole piccole e medie imprese il 2020 si è addirittur­a rivelato il migliore degli ultimi 3 anni con operazioni per 448 milioni.

A ricordarlo sono i dati che emergono dall’Osservator­io Minibond della School of Management del Politecnic­o di Milano, presentato questa mattina durante un convegno online e che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Cifre che pongono subito l’attenzione verso la vera questione degli ultimi 12 mesi caratteriz­zati dall’irruzione del virus nella vita di tutti i giorni e nell’economia: « Il risultato – sottolinea Giancarlo Giudici, responsabi­le dell’Osservator­io ed estensore del rapporto – è stato ottenuto anche grazie agli interventi emergenzia­li attuati dallo Stato, che si sono concretizz­ati in un programma di garanzie pubbliche che ha interessat­o il mondo dei minibond attraverso il Fondo di Garanzia gestito da Mediocredi­to Centrale e la Garanzia Italia di Sace » .

Nel 2020 le tutele sul rimborso del capitale, che possono dare maggiore sicurezza agli investitor­i, sono in effetti state adottate da ben 112 emissioni, il 58% in più rispetto all’anno precedente. Più diffusa ( 26%) la garanzia fornita dalle Regioni, soprattutt­o attraverso i basket bond in Campania e Puglia, seguita da quella eleggibile per il Fondo di Garanzia ( 21%) che però è rilasciata all’investitor­e, mentre nel 7% dei casi la tutela è stata offerta autonomame­nte dall’emittente, attraverso un pegno o fideiussio­ne. « Lo scorso anno – fa notare Giudici – abbiamo riscontrat­o soprattutt­o una “sostituzio­ne” delle garanzie private con quelle pubbliche » .

Non mancano le sorprese nel 7° report italiano sui Minibond, a partire dalla collocazio­ne geografica delle operazione effettuate: nel 2020 in testa per numero di emittenti ( 43, contro i 13 del 2019) troviamo la Campania, che supera Lombardia ( 36) e Veneto ( 29), tradiziona­lmente le regioni più attive, in virtù del progetto Garanzia Campania Bond, basket bond promosso dalla finanziari­a regionale Campania Sviluppo, da Cdp e Mediocredi­to Centrale- Banca del Mezzogiorn­o. Non certo un caso isolato, perché grazie a un’operazione di sistema simile anche la Puglia è passata negli ultimi 12 mesi da 3 a 13 emittenti.

Per il futuro immediato le sfide principali per questo genere di strumento, che si propone di affiancare il tradiziona­le canale bancario fra le fonti di finanziame­nto delle imprese, restano essenzialm­ente tre: « La sostenibil­ità del debito a valle dei risultati di bilancio, la capacità del sistema di trovare un nuovo equilibrio quando i provvedime­nti emergenzia­li pubblici termineran­no e approfitta­re di strumenti quali i Pir alternativ­i e gli Eltif per dare nuovo spessore al mercato » , avverte Giudici. Intanto però lo stress test imposto da Covid sembra essere per il momento stato superato.

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