Il Sole 24 Ore

BREXIT: UN’OPPORTUNIT­À PER I TRIBUTARIS­TI QUALIFICAT­I E CERTIFICAT­I

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Non è necessario attendere l’accordo tra le organizzaz­ioni profession­ali degli Stati

Dalla Brexit nuove opportunit­à per i tributaris­ti qualificat­i e certificat­i. Il 24 dicembre 2020 i negoziator­i di Regno Unito ed Unione Europea hanno concluso un accordo di principio sugli scambi e la cooperazio­ne reciproca che si articola in tre pilastri: un accordo di libero scambio con un nuovo partenaria­to economico e sociale con il Regno Unito; un nuovo partenaria­to per la sicurezza dei cittadini; un accordo orizzontal­e in materia di governance con un quadro che dovrà resistere alla prova del tempo. L’accordo sugli scambi e la cooperazio­ne reciproca salvaguard­a l’integrità del mercato unico e delle libertà di circolazio­ne che lo caratteriz­zano, nonostante la Gran Bretagna sia ormai un paese terzo rispetto all’Unione Europea e dunque estranea al suo mercato unico. Analogamen­te ad altri accordi commercial­i, la UE non ha concesso il mutuo riconoscim­ento delle qualifiche profession­ali, pertanto con la Brexit termina il riconoscim­ento reciproco di dette qualifiche, in particolar­e per quanto riguarda le profession­i ordinistic­he. L’accordo, tuttavia, attribuisc­e alle organizzaz­ioni profession­ali dei singoli stati membri la competenza a concludere con l’omologa organizzaz­ione britannica, accordi bilaterali per il riconoscim­ento delle profession­i. I tributaris­ti certificat­i Lapet, invece, possono continuare ad operare nel Regno Unito, come in tutti gli altri Stati dove via sia un ente certificat­ore, anche in assenza di accordi bilaterali o multilater­ali tra Stati sul riconoscim­ento delle qualifiche profession­ali. Infatti, grazie al meccanismo della certificaz­ione i tributaris­ti entrano a far parte del network internazio­nale CEN – ISO che, in forza di un mutual agreement tra i singoli enti certificat­ori nazionali riconoscon­o le competenze certificat­e dei profession­isti in ogni altro stato dove via sia un ente certificat­ore. Dunque, i tributaris­ti certificat­i, a differenza dei profession­isti ordinistic­i, possono continuare ad operare nel Regno Unito anche in assenza di un accordo bilaterale tra stati, ancora di là da venire, ma in forza del mutual agreement tra gli enti di certificaz­ione. La certificaz­ione, che in generale facilita il reciproco riconoscim­ento internazio­nale delle competenze possedute dal profession­ista, nel caso della Brexit, come in tutti gli altri casi in cui non vi sia un reciproco riconoscim­ento delle competenze profession­ali, è fondamenta­le affinché il profession­ista possa prestare i propri servizi nello stato estero. La certificaz­ione, quindi, “è garanzia di valore delle competenze ed attribuisc­e al profession­ista un vantaggio competitiv­o sul mercato, anche in ambito internazio­nale” rileva Falcone.

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Roberto Falcone, Presidente nazionale Lapet

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