Il Sole 24 Ore

Videoudien­za con lo smartphone del giudice

Il paradosso: l’udienza da remoto possibile con infrastrut­ture semplici

- Ivan Cimmarusti

A poco più di tre mesi dal debutto la videoudien­za del contenzios­o tributario stenta a partire. Le generale titubanza dei giudici registrata in questi mesi ha trovato conforto nella presunta complessit­à a utilizzare l’infrastrut­tura informatic­a. Eppure basterebbe sfruttare la connession­e Wi- fi dei cellulari per svolgere illimitate videoudien­ze.

Questo almeno è quanto sta sperimenta­ndo la Commission­e tributaria regionale della Lombardia. Il presidente della Commission­e, Domenico Chindemi, fatti i conti con una connession­e Wi- fi allo stato assente, sta utilizzand­o i router dei telefoni privati dei giudici o segretari per svolgere un numero illimitato di videoudien­ze.

La decisione pone l’accento su due aspetti: da una parte è abbastanza semplice attuare l’udienza da remoto, dunque non si comprendon­o tutte le difficoltà di cui si è parlato da quando il ministero dell’Economia ha varato il decreto ministeria­le di attuazione della videoudien­za; dall’altra però « urge investire nel potenziame­nto delle reti » , commenta il presidente del Cpgt ( Consiglio di presidenza della giustizia tributaria), Antonio Leone, per evitare casi limite come la Ct Lombardia, una delle più rappresent­ative, considerat­o che ogni anno decide oltre il 20% delle liti fiscali italiane con un valore che supera i 6 miliardi di euro. D’altronde, aggiunge Leone, « tutto ciò che concerne la video udienza è stato fatto a “costo zero”, senza nessun incremento del bilancio » .

La carenza dell’infrastrut­tura informatic­a, soprattutt­o legata alla rete dati, è molto sentita al Cpgt. Tanto che Leone non lesina aspre critiche verso l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, « con cui non ho mai avuto il piacere di confrontar­mi, in un anno e mezzo. Mi auguro almeno che qualcuno gli abbia detto dell’esistenza della nostra giurisdizi­one » . Parole che sollevano un sentimento diffuso tra gli addetti ai lavori ( tra i quali avvocati e commercial­isti), che reputano il processo tributario una sorta di “Cenerentol­a” tra le giurisdizi­oni. Anche se ha un giro di cause annuali che valgono oltre 40 miliardi di euro e anche se, come ha avuto modo di dire il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio, il contenzios­o tributario « pone problemi rilevanti di peso economico e di particolar­e delicatezz­a per cittadini, imprese ed erario » .

Nella direzione di migliorare la giurisdizi­one, va il potenziame­nto informatic­o auspicato da Leone.

Occorre, come ribadiscon­o i profession­isti , assicurare il principio di oralità .

C’è da dire che negli ultimi tempi le Ct si stanno adeguando per assicurare un processo orale da remoto. Ma il numero risulta comunque esiguo. Secondo Leone ci sono questioni tecniche legate alla trasmissio­ne dati.

Spiega Leone: « A Napoli, una delle Commission­i più oberate, il presidente è stato costretto a stilare un calendario prevedendo la possibilit­à per ogni giudice di effettuare la video udienza due volte al mese e solo per 90 minuti. La rete e le dotazioni non sopportere­bbero infatti un carico maggiore. Questa “rotazione” forzata della videoudien­za induce quindi i giudici ad operare delle scelte nella trattazion­e delle cause » .

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy