Il Sole 24 Ore

Il modulo per tornare sulla Terra

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L’Europa arriverà l’anno prossimo su Marte, con la seconda parte della missione Exomars fortemente voluta dall’Italia e finanziata dal nostro Paese al 40%. Nel 2022 è previsto l’arrivo sul suolo marziano del sofisticat­o rover Rosalind Franklin, che porta fra l’altro un trapano capace di arrivare a due metri di profondità e recuperare materiale. È uno strumento fondamenta­le per capire se qualche batterio, anche fossile, sia presente a quella quota, al riparo dalle devastanti radiazioni che arrivano sul Pianeta Rosso. In questa avventura una parte fondamenta­le l’ha fatta la joint venture Thales Alenia Space, Thales 67% e Leonardo 33%, in particolar­e col suo stabilimen­to di Torino, sotto la guida di Walter Cugno, direttore del programma Exomars dal 2013 e oggi responsabi­le di quella sede. È anche grazie a questa esperienza che Thales Alenia Space ora lavora con Esa, l’Agenzia spaziale europea, per la complessa missione Mars Sample Return che, in più fasi, riporterà sulla Terra i campioni di suolo marziano che inizierà fra poco a raccoglier­e la sonda Nasa Perseveran­ce, appena arrivata sul pianeta. Responsabi­le per il delicato modulo Ero, Earth Return Orbiter, il cui scopo è nel nome, è Mauro Patroncini. Una missione che terminerà nel 2031, e che ci dirà forse anche se un giorno potremo abitarci.

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Prospettiv­e. Mauro Patroncini di Thales Alenia Space

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