La sfera che verifica la teoria della Relatività
Perseverance si è portato su Marte anche un piccolo gioiello italiano. Una mezza sfera di 5 centimetri su cui sono stati incastonati 8 prismi di quarzo purissimo, ricavati da un cubo di silicio fuso. Il suo nome è Lara, Laser Reflector Array, ed è stato realizzato nei Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn dal gruppo di Simone Dell'Agnello, in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana. È incastonato letteralmente sul dorso del grande rover e può essere bersagliato da laser provenienti dai futuri satelliti che arriveranno in orbita marziana, dando con una precisione irraggiungibile con altri metodi la posizione del rover stesso nel suo peregrinare attraverso il cratere Jezero in cui è atterrato. Ma è solo l’inizio: Lara fa parte di una rete di strumenti simili, piccoli e passivi, che sono fondamentali per misure di geofisica e geodesia e per la verifica della teoria di Relatività generale di Einstein. Una sfera simile è già su Marte, con la sonda Insight di Nasa, e un’altra completerà la triade necessaria per le prime misure quando arriverà al suolo del Pianeta rosso la tanto attesa missione europea Exomars. « Le applicazioni previste per questa tecnologia - spiega Simone Dell’Agnello - saranno molteplici: a partire dal loro impiego nelle prossime missioni verso la Luna o verso asteroidi » . Non solo Marte, insomma.