La sostenibilità di Hogan incorporata nella filiera
Andrea Della Valle racconta il progetto 3R ( recycle, reduce, reuse): « Il sistema moda sta facendo uno sforzo collettivo investendo in ricerca »
« Creare scarpe è un’arte. L’impronta stilistica è parte di un procpr oc esso complesso, perché ogni calzatura è fatta da decine di componenti, che devono trovare un’armonia tra tecnica e creatività. A maggior ragione per un brand come Hogan, che promette da sempre scarpe funzionali e comode, oltre che belle » . Andrea Della Valle, vicepresidente del gruppo Tod’s e presidente del marchio più sportivo e specializzato tra quelli in portafoglio all’azienda marchigiana, introduce così il progetto appena presentato a Milano e che comprende capi di abbigliamento e sneaker da donna e da uomo.
La particolarità della capsule, battezzata 3R, è la sua sostenibilità. Perché allora le tre erre? « Si sente molto parlare di attenzione all’ambiente e non è un caso se gli americani hanno creato già da parecchio tempo l’espressione green washing, che potremmo tradurre con “darsi una bella lavata di verde” – risponde Della Valle –. Noi abbiamo sempre sostenuto la necessità di essere tutti, dalle persone alle aziende, più attenti alla sostenibilità ambientale e sociale delle nostre azioni. Proprio perché ci crediamo, non avremmo “spacciato” per sostenibile ciò che lo era solo in minima parte. Le tre erre di questo progetto, pensato per ogni mercato, stanno per recycle, reuse e reduce. Ma anche per ripensare, ridisegnare, rispettare » .
Il presidente di Hogan tiene a sottolineare che per un progetto simile occorre coinvolgere l’intera filiera delle calzature: « A un gruppo come Tod’s spetta il compito di dare un esempio e una visione, ma occorre l’impegno e lo sforzo di innovazione e sviluppo di tutti i fornitori, da quelli delle materie prime a chi lavora su singoli componenti, come la tomaia o la suola. Su questo il sistema moda italiano ha dimostrato ancora una volta la sua vitalità – sottolinea Della Valle –. Anche in questo anno difficile gli investimenti in ricerca non si sono fermati e all’interno delle aziende le nuove generazioni di manager o delle famiglie fondatrici stanno dando un grande impulso, per loro è una scelta naturale » .
Incorporare la sostenibilità nel modello di business è stato per molti anni un mantra, ma il passaggio dalla teoria alla pratica sembrava difficile. La pandemia, secondo il vicepresidente del gruppo Tod’s, ha accelerato questo e altri cambiamenti. « Credo sia successo per due motivi: il primo è che abbiamo avuto tutti meno impegni e distrazioni. In azienda ci siamo concentrati sui progetti senza troppi rumori di fondo e, come per magia, sono sbocciate idee e ispirazioni. Ma c’è poi un altro aspetto – sostiene Della Valle –. Siamo anche cambiati come persone e credo sia vero per tutti, clienti dei nostri marchi in primis, in Italia e non solo. C’è più attenzione alla sostanza e alla concretezza, all’autenticità e a ciò che viene percepito come una sicurezza, un punto di riferimento. I marchi della moda, se hanno una storia, un dna, dei valori, possono essere questo: piccoli grandi porti sicuri in un tempo di incertezza e fragilità generale » .
Il 2020 è stato un anno difficile, ma nel quarto trimestre, per il gruppo Tod’s e l’intero comparto dell’alta gamma, la Cina ha dato segnali positivi. « Nell’ultima parte dell’anno Hogan è cresciuto in Asia- Pacifico a due cifre e l’e- commerce, che ha aiutato anche Tod’s, Fay e Roger Vivier, per Hogan ha fatto un balzo a tre cifre – conclude Della Valle –. La distribuzione sta cambiando, il modello è l’omnicanalità, ma i negozi fisici resteranno importanti e il gruppo continuerà a investire nel retail e a reinventarlo » .
Nell’ultimo trimestre la Cina è cresciuta a due cifre e le vendite online a tre, ma il retail fisico resta strategico