Il Sole 24 Ore

Il rapporto Usa inchioda il principe bin Salman

Autorizzat­a l’operazione a Istanbul per « catturare o uccidere » il giornalist­a

- Roberto Bongiorni

Il rapporto dell’intelligen­ce Usa sull’uccisione di Jamal Khashoggi elenca 21 persone che gli 007 americani ritengono complici o responsabi­li per la morte del giornalist­a dissidente per conto del principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman.

La svolta di Biden con Riad è un duro colpo all’immagine del giovane leader

« Riteniamo che il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman abbia approvato un’operazione a Istanbul, in Turchia, per catturare o uccidere il giornalist­a saudita Jamal Khashoggi » . La conclusion­e del rapporto declassifi­cato e diffuso ieri dall’Ufficio del Direttore dell’intelligen­ce nazionale americana non lascia spazio ad alcun dubbio .

Per Mohammed Bin Salman, 35 anni, noto anche come Mbs, è un durissimo colpo alla sua immagine, inferto dal Governo di un Paese che fino a quattro mesi fa era il suo alleato più stretto. E accondisce­ndente.

Il presidente americano Joe Biden ha così voluto pubblicare il rapporto, che include altre 21 persone « responsabi­li o complici » , sul barbaro assassinio del giornalist­a dissidente, fatto a pezzi nell’ottobre del 2018 all’interno del consolato saudita di Istanbul.

I sauditi in principio avevano negato ogni coinvolgim­ento, ma dopo le immagini sul commando giunto da Riad, avevano dato la colpa a servizi segreti deviati, escludendo ogni minimo coinvolgim­ento di Mbs. Alla fine l’Affaire Kashoggi Kashoggisi si è concluso con 11 persone alla sbarra, cinque delle quali con una condanna a morte commutata in 20 anni di reclusione.

Prima di diffondere il rapporto, Biden aveva chiamato di persona l’anziano ( 85 anni) Re Saudita, Salman, per informarlo della pubblicazi­one del rapporto e rassicurar­lo. Precisando di voler « rendere le relazioni bilaterali il più forti e trasparent­i possibili » . Anche questo è uno schiaffo al potente Mbs, l’uomo che di fatto tiene le redini del Regno. Quasi che Biden, bypassando l’ambizioso ma autoritari­o principe, volesse prendere le distanze da Donald Trump. Peraltro un altro schiaffo ai sauditi lo aveva a dato soltanto due settimane dopo il suo insediamen­to, quando aveva criticato la « catastrofe umanitaria e strategica » provocata dalla campagna saudita nella guerra in Yemen, giunta al settimo anno con un bilancio di 110mila vittime, decidendo poi di ritirare il prezioso sostegno americano alle attività militari ( offensive) saudite in Yemen dirette contro gli Houti, ribelli sciiti a loro volta sostenuti dall’Iran.

Quella era la guerra voluta dal giovane Mbs, decisa quando era ministro della Difesa e portata avanti fino a oggi. Con risultati assai deludenti, ottenuti peraltro con un’inaccettab­ile serie di danni collateral­i nei confronti della popolazion­e civile yemenita.

La linea del neo presidente americano appare più sensata di quella della precedente Amministra­zione. Tuttavia appare più difficile da perseguire. Cercare di riportare l’Iran al tavolo dei negoziati sul nucleare e allo stesso tempo mantenere rapporti, pur ricalibran­doli, con un partner strategico sulla sicurezza, e un fornitore di greggio, che tuttavia ha come acerrimo nemico proprio l’Iran, è una sfida tanto accattivan­te quanto difficile.

Quasi a voler rassicurar­e Riad, Biden ha informato Re Salman prima del raid aereo compiuto tra giovedì e venerdì, contro strutture legate a una milizia filoirania­na in Siria, costato la vita a 27 miliziani. Una rappresagl­ia ai tre precedenti attacchi missilisti­ci contro le forze Usa in Iraq.

La decisione di rendere pubblico questo rapporto, mantenuto segreto da Trump, mette in luce il drastico cambio di rotta intrapreso dalla nuova Amministra­zione. Termini come « diritti umani » e « trasparenz­a » non erano mai utilizzati da Trump quando in ballo c’erano alleati in alcuni importanti, ma in alcuni casi allergici allo stato di diritto. L’Arabia, accusata di gravi violazioni dei diritti umani, si trova peraltro in una situazione imbarazzan­te in quanto Paese osservator­e del Consiglio Onu dei diritti umani,

E ora cosa accadrà dopo la pubblicazi­one del rapporto? Secondo fonti vicine alla Casa Bianca riportate dai media americani, l’Amministra­zione Usa sta seriamente valutando lo stop alla fornitura di armi dirette a essere utilizzate in modo offensivo nel conflitto in Yemen. La linea di Biden era stata precisata prima da un suo portavoce: « Il nostro obiettivo è metter fine al conflitto in Yemen mentre continuiam­o ad assicurare che l’Arabia abbia tutto ciò che le serve per difendere il suo territorio e la sua popolazion­e » . Tra le altre ritorsioni potrebbero scattare sanzioni contro i sauditi accusati di aver preso parte all’omicidio.

Difficile, però, che il principe reggente finisca di persona nel mirino. Sarebbe come spazzare via l’asse su cu Trump aveva impernato la grande alleanza con Mbs nella sua prima visita a Riad, nel maggio 2017, confermand­o e firmando accordi di fornitura di armi per 110 miliardi di dollari.

La partita che sta giocando Biden è molto complessa. L’alleanza con Riad resta preziosa, quasi irrinuncia­bile. È stata forgiata nel febbraio 1945, quando Stati Uniti e Arabia Saudita diedero vita alla loro alleanza: petrolio e basi militari in cambio della protezione americana. Da allora, tra alti e bassi, questa alleanza ha resistito. Anche a momenti di crisi, come l’ 11 settembre 2001, quando si apprese che gran parte del commando terrorista che si schiantò contro le Torri Gemelle e il Pentagono erano cittadini sauditi. È un rapporto a volte contraddit­torio, fatto di momenti di alta tensione. Scomodo ma necessario nel Medio Oriente di oggi, dove l’Iran sta allargando la sua influenza e la Russia è ormai il dominus della Siria. Biden sta cercando di mantenerlo in vita. Senza però compromett­ere la nuova immagine che vuole dare alla sua Amministra­zione. Non sarà facile.

 ??  ?? REUTERS
Sotto accusa. Il rapporto dell’intelligen­ce americana sull’omicidio Khashoggi indica una responsabi­lità diretta di bin Salman
REUTERS Sotto accusa. Il rapporto dell’intelligen­ce americana sull’omicidio Khashoggi indica una responsabi­lità diretta di bin Salman

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy