Bonomi: tutti uniti per le riforme, ora decisioni rapide
L’esortazione del presidente di Confindustria a superare la patologia dei veti incrociati
Uniti per le riforme, abbandonando la « patologia » dei poteri di veto. Per superare il rischio della « rassegnazione » al timore che i tempi per uscire dalla crisi economica e dalla pandemia siano lunghi. E perché « il presidente Draghi, pur con tutte le sue qualità, non può farcela se lo lasciamo solo » . È l’appello lanciato da Carlo Bonomi, « alla politica, a noi stessi, all’intera società italiana. Il presidente di Confindustria si è sentito « il dovere » di farlo, riflettendo sulla situazione attuale del paese e alle tre emergenze richiamate dal Capo dello Stato: quella pandemica, con 97mila vittime finora, quella sociale, con 440 mila occupati in meno, quella economica con la perdita di altri 9 punti di pil. Fatto 100 in termini reali il pil del 2000, a fine 2019 quello dell'Italia era a malapena arrivato a 103,6. Quello dell'area euro era a quota 126,1. A questo periodo da « passi da gambero » si è aggiunto il Covid.
« I guai sono seri, ma possiamo e dobbiamo farcela. E per farcela siamo chiamati tutti a cambiare, e a farlo in tempi brevi, brevissimi. Cambiare atteggiamento, metodo, disponibilità » , ha incalzato Bonomi in una lunga lettera inviata a Repubblica e pubblicata ieri. Un testo in cui ha messo a fuoco e ha approfondito i messaggi e gli allarmi che da tempo rivolge alla politica, alle istituzioni e alle parti sociali, sintetizzandoli in un vero a proprio appello di Confindustria. « L’unità di cui ha parlato il presidente Draghi ottenendo l’amplissima fiducia del Parlamento è il vero spirito di una riscossa a cui ogni forza sociale e culturale del paese deve sentirsi oggi chiamata » .
La constatazione di Bonomi è che nei primi giorni del governo Draghi « questa profonda consapevolezza non sembra manifestarsi » . Ma è un’Italia fondata sui poteri di veto quella che ci ha impoverito, ancora prima della pandemia.
Abbandonare questa « patologia » non è facile per i partiti, dice Bonomi: « eppure destra, sinistra e antisistema hanno tutti, nel tempo, compartecipato a governi che hanno fallito » . Non è facile per lo Stato, che ha visto crescere sempre di più l’incomprensione tra Centro e Autonomie. Non è facile per le forze sociali, continua il presidente di Confindustria, « con la loro troppo lunga storia di contrapposizioni che per molti risulta arduo abbandonare » . Ma « bisogna farlo e bisogna farlo ora » , incalza Bonomi, nel suo appello ad agire insieme, « nella certezza che siano in tanti a pensarla così, stanchi di veder peggiorare il proprio futuro e quello dei propri figli, ma indisponibili alla rassegnazione o al cinismo dei veti » .
Ora servono « decisioni rapide, riforme efficaci, obiettivi chiari, strumenti misurabili e il più possibili condivisi nell’attuazione » . È oggi il tempo di accelerare il piano vaccinale e di renderlo efficace; ci sono « pochissime settimane » per ridefinire il Piano nazionale di ripresa e resilienza, è ora il momento di realizzare riforme adeguate a cominciare da quella del lavoro, ammortizzatori sociali e politiche attive, mettendo da parte le « liturgie esasperanti » che ci hanno reso incapaci in passato. « Per avviarle bastano pochi giorni di confronto costruttivo a oltranza i tutti allo stesso tavolo » .
Ogni esperienza e competenza, ogni rappresentanza di parti e di interessi del paese deve trarre lezione dagli errori comuni del passato. L’alternativa è una nuova discesa del reddito degli italiani. « Non ce lo possiamo più permettere » . Il fatto che Draghi, conclude Bonomi, abbia messo la sua competenza e il suo prestigio in questa scommessa, per l’Italia e non per un partito, « deve per tutti noi significare la stessa sfida » .
Bonomi: « Il presidente Draghi, pur con tutte le sue qualità, non può farcela se lo lasciamo solo » .