Caserme, fiere e stazioni: il piano per le vaccinazioni
Per esigenze logistiche pronti 300 mila volontari di Protezione civile
Partire dalle strutture già attive. Individuare al più presto tutte le nuove basi logistiche e sanitarie necessarie. Stringere, soprattutto, sul coordinamento degli attori in campo: da palazzo Chigi via via fino alle aziende sanitarie locali e i Comuni.
Nei giorni scorsi una serie di ministri interessati, a partire da quello della Salute, Roberto Speranza, e delle Regioni, Mariastella Gelmini, oltre al presidente del Consiglio, Mario Draghi, hanno ricevuto il piano di intervento sui vaccini elaborato dalla Protezione Civile. Ieri il presidente del Consiglio ha nominato il nuovo capo, Fabrizio Curcio, al posto di Angelo Borrelli ( si veda l’articolo sopra). Ma il documento, che pure Curcio potrà e vorrà rivedere, si fonda su un principio politico e istituzionale consolidato: il ruolo strategico della Protezione civile nelle emergenze. Se confermarlo e rilanciarlo, dopo il ridimensionamento deciso da Giuseppe Conte a favore della struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri, lo deciderà l’attuale esecutivo, in primis il presidente del Consiglio. Nel dossier all’esame dei ministri si parte dal già avviato, operativo e in campo. Con numeri consistenti: all’inizio della pandemia sono stati individuati e allestiti 6.800 posti letto in sedi militari e di polizia dislocati sul territorio nazionale, da utilizzare come luoghi di quarantena. E dunque, adesso, anche per i vaccini. Con i volontari di protezione civile è stata possibile la misurazione della temperatura a tutti i passeggeri in transito negli aeroporti e nei porti italiani. La necessità era emersa il 1° febbraio 2020, quattro giorni dopo i controlli erano attivi in tutti gli scali italiani. Sempre in collaborazione con la Croce Rossa e la Difesa, la Protezione civile ha allestito all’inizio dell’emergenza Covid- 19 una serie di ospedali da campo su richiesta delle Regioni. Tutte strutture, se occorre, riconvertibili per la distribuzione dei vaccini alla popolazione.
Senza trascurare l’esigenza di reclutare personale sanitario. Proprio da via Ulpiano sono partiti i bandi per trovare medici e infermieri da impiegare nelle Regioni più colpite dal virus. I bandi si possono fare anche ora se servono specialisti per il piano vaccini. La strategia delineata ai ministri si fonda poi sull’uso di strutture già esistenti: caserme e basi militari, spazi fieristici, stazioni. Su quelle di proprietà regionali: palestre, palazzetti, centri vaccinali già in funzione. Su un impiego straordinario dei medici di base in accordo con il dicastero della Salute, così come il personale medico militare e della Croce Rossa. C’è poi il patrimonio dei 100mila volontari di protezione civile delle associazioni nazionali e 200mila di quelle regionali: risorse pregiate per i compiti di natura sanitaria, logistica e operativa.
Ora tocca ai dicasteri in prima linea per l’emergenza Covid- 19 valutare il ruolo della Protezione civile e condividere o meno il rilancio del suo ruolo. Certo la Difesa, per esempio, vuol restare protagonista. Il ministro Lorenzo Guerini segue da vicino l’impegno dello Stato Maggiore Difesa, il Coi ( comando operativo di vertice interforze), gli Stati maggiori delle Forze Armate - Esercito in testa - e l’Ispettorato generale della Sanità militare. Ma è la stessa Protezione civile a proporre il rilancio e la riconversione dei « drive through » della Difesa, le stazioni mobili militari - oltre 150 già attive ma possono arrivare fino a 200 - finora in grado, con l’impiego di 368 sanitari, di fare oltre 1.600.000 tamponi. Al Coi, guidato dal generale Luciano Portolano, quando saranno ricevute dall’aeroporto di Pratica di Mare le strutture militari saranno in grado di preparare 600mila dosi di vaccino al giorno.