A Colao anche il coordinamento tlc
Comitato per il digitale ad ampio raggio. Compromesso sulla verifica dell’azione del Mise Il neoministro dovrà finalizzare il percorso di riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi
Il ministro dell’ Innovazione tecnologicaministro dell’ Innovazione tecnologica e della transizione digitale, Vittorio Cola o, coordinerà l’ azione di governo anche sulle telecomunicazioni. L’ ampliamento del raggio d’ azione spunta nella versione con cui il decreto di riordino dei versione con cui il decreto di riordino dei ministeri è entrato ieri al Consiglio dei ministri che l’ha poi approvato. Un’ estensione che sarebbe stata oggetto di un delicato compromesso sulle competenze del ministero dello Sviluppo guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti.
Colao presiederà il nuovo Comitato governativo per la transizione digitale ( Citd), stanza di compensazione tra le varie istanze e posizioni dei ministeri. Il Citd - in cui siederanno anche i ministri per la Pa, per il Sud, dell’Economia, della Transizione ecologica, della Cultura, delle Infrastrutture e della Salute - avrà compiti di « coordinamento e monitoraggio dell’attuazione » delle iniziative delle Pa competenti, con priorità per « strategia banda ultralarga, reti di comunicazione elettronica satellitari, terrestri mobili e fisse, fascicolo sanitario elettronico e piattaforma dei dati sanitari» e ancora« sviluppo dell’intelligenza artificiale, dell’internet delle cose ( IoT) e della blockchain » . Il riferimento alle reti di comunicazione elettronica sancisce dunque l’azione sulle tlc, compresa la tecnologia 5G. Ma non è l’unico elemento. Il punto di partenza, nel decreto, è la definizione dei poteri che il presidente del consiglio o un suo ministro delegato ( che sarà appunto Colao, probabilmente attraverso formalizzazione con successivo Dpcm) esercita in base alla legge 400/ 88. Viene specificata la funzione di promuovere, indirizzare e coordinare l’azione del governo in tutta una serie di materie legate all’innovazione ( agenda digitale italiana ed europea, strategia per la banda ultralarga, digitalizzazione delle Pa e delle imprese). Tra la bozza del 24 febbraio e quella di ieri però c’è stato un ulteriore ampliamento, relativo all ’« accesso ai servizi in rete, della connettività, delle infrastrutture digitali materiali e immateriali e della strategia nazionale dei dati pubblici » . Le reti telefoniche rientrano nella definizione. Sempre rispetto alla prima bozza, però, sembrerebbe essere stato stralciato il potere di « verifica » dell’attuazione del governo che, a quanto risulta al Sole 24 Ore, aveva destato perplessità al Mise, già fortemente ridimensionato per il passaggio dell’energia al ministero di Cingolani. Al dicastero guidato da Giorgetti la delega sulle tlc ( oltre che sulla tv) potrebbe restare al ministro o andare al viceministro di Forza Italia Gilberto Pichetto Fratin. Ci sono argomenti strategici sotto esame - evidentemente da discutere con Colao - come la rete unica Tim- Open Fiber e le istanze che arrivano dalle società di telefonia mobile per alleggerire i vincoli sull’elettromagnetismo allineandoli a quelli dei principali paesi Ue.
Il decreto ha poi fissato anche l’assetto definitivo del dicastero affidato a Cingolani. « Il Cdm ha decretato la nascita del Mite, il ministero della Transizione ecologica, e parte quel percorso di costruzione che vede il governo intero impegnato nella realizzazione di questa nuova visione » , ha scritto ieri il neoministro. Che, acquisirà tutte le competenze in materia di energia in capo al Mise e avrà altresì la responsabilità di autorizzare gli impianti di produzione di energia verde di competenza statale, anche ubicati in mare. A Cingolani spetterà poi tutta l’attività di elaborazione, analisi e diffusione di dati statistici finalizzati alla programmazione energetica e mineraria. Un tema chiave, come il percorso per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi che il neoministro eredita dal suo predecessore e che dovrà finalizzare. Per farlo, Cingolani potrà avvalersi anche del personale ora in capo al dicastero di Via Veneto, ma che verrà trasferito al Mite: sarà un Dpcm da adottare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto - e non più entro il 31 marzo, come prevedeva la prima bozza – a provvedere « alla puntuale individuazione delle risorse umane e strumentali » che migreranno da un ministero all’altro.