Super comitati ministeriali, entrano il Sud e la Cultura
Carfagna e Franceschini chiamati a fare parte delle due nuove strutture
Due super- Comitati interministeriali in versione “allargata” rispetto alle ipotesi iniziali, denominati Cite e Citd, e con tanto di strutture tecniche di supporto collegate alla Presidenza del Consiglio. Per pianificare e realizzare la strategia e gli interventi per la transizione ecologica e la transizione digitale, andando anche ad incidere su una fetta cospicua delle risorse del Recovery plan, i ministri Roberto Cingolani e Vittorio Colao dovranno tenere conto anche delle indicazioni che arriveranno dai due nuovi organismi previsti dal decreto legge varato ieri dal Consiglio dei ministri per ridisegnare la compagine di governo sulla falsariga di quanto già annunciato dal premier Mario Draghi fin dal momento della lettura della lista dei ministri del suo esecutivo.
Due strutture chiave, dunque, che potrebbero avere anche la funzione di mini- cabina di regia per la gestione di altrettante partite strategiche nel programma del governo, come quelle appunto sulla transizione ecologica e digitale. Anche perché emergono alcune novità non proprio trascurabili dal confronto con le prime bozze del testo approdato ieri a Palazzo Chigi. A cominciare dall’ingresso in entrambi i super- Comitati del ministro per il Sud, Mara Carfagna, e di quello della Cultura ( secondo la nuova denominazione data al dicastero dei beni culturali, rimasto privo del turismo, proprio dal decreto), Dario Franceschini.
Il “ripescaggio” rispetto alle ipotesi iniziali ( v. Il Sole 24 Ore del 25 febbraio) risponde anzitutto a un’esigenza funzionale, quella di collocare, come indicato dallo stesso Draghi, il Mezzogiorno e la Cultura tra le priorità di cui dovranno tenere conto i piani ai quali lavoreranno Colao e Cingolani. Quest’ultimo ieri ha tra l’altro sottolineato come quella della transizione ecologica sia per il suo nuovo ministero ( il Mite) una sfida « imponente » con « poco tempo davanti » per vincerla. Ma la scelta di rendere più folti i team di ministri coinvolti nei due Comitati ha anche una valenza politica. Il Pd, che nelle bozze di partenza era totalmente escluso da entrambe le strutture, si vede ora rappresentato da Franceschini, già capodelegazione nel ” Conte 2”, nel Cite così come nel Citd. Anche Forza Italia, che originariamente era stata chiamata in causa con il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, solo sulla transizione digitale, ora è presente con Mara Carfagna in tutte e due i Comitati. Il Movimento Cinque stelle potrà invece provare a far sentire la sua voce solo nel Cite, del quale fa parte il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli. Anche Leu con il ministro della Salute, Roberto Speranza, è indirettamente presente soltanto nel Citd.
Confermata la presenza nei due Comitati di tutti i ministri tecnici e del ministro leghista dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Che, nonostante gli spacchettamenti previsti dal decreto, sembra in qualche modo mantenere voce in capitolo sul delicato versante delle telecomunicazioni. Soprattutto per effetto di un’altra novità contenuta nel testo arrivato a palazzo Chigi: l’eliminazione del potere di ” verifica” dell’azione di governo, previsto invece dalle prime versioni, nelle materie attribuite al ministero della Transizione digitale, compreso l’accesso ai servizi in rete, la connettività e le infrastrutture digitali materiali e immateriali.
Nuova, almeno in parte, è anche la denominazione del ministero affidato ad Enrico Giovannini ( si veda altro articolo in questa pagina) , che perde la dizione “trasporti” e si trasforma in dicastero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili.
A Cingolani spetterà l’attività di elaborazione, analisi e diffusione di dati statistici per la programmazione energetica e mineraria
Confermata la presenza nei due Comitati di tutti i ministri tecnici e del ministro leghista dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti