Conte torna in cattedra: « No al Mes, Europa più forte »
No al Mes; sì a un’Europa più forte e più competitiva. E valutazioni sulla pandemia affidate alla storia, « quando tutti i dati saranno stati raccolti e elaborati » . Nella lezione agli studenti della Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Firenze che ha tenuto ieri in streaming, l’ex premier Giuseppe Conte, rientrato dal congedo di tre anni, ha ripreso i panni di docente di Diritto privato anche se, affrontando il tema “Tutela della salute e salvaguardia dell’economia: lezioni dalla pandemia”, non ha potuto evitare giudizi sul governo da lui guidato e sull’Europa. E così accanto alle affermazioni sulla tutela prioritaria della salute che permette di tutelare anche l’economia e sul bilanciamento dei diritti e delle libertà fondamentali sono finite quelle sulla legittimazione dell’uso dei Dpcm ( « strumento particolarmente agile e il più idoneo a garantire l’applicazione delle misure in maniera uniforme » ) e sulla strategia normativa seguita dal governo, che « non ha configurato poteri extra ordinem suscettibili di alterare il rapporto tra potere esecutivo e potere legislativo » . Se sull’Europa Conte ha affermato che « abbiamo il compito di rilanciare il progetto europeo » e che serve « un’Europa forte e competitiva nel mondo » , sul Mes ha ribadito: « È inadeguato a fungere da strumento di ricostruzione del mercato unico dopo una crisi così devastante » . Per Conte, nel caso diventasse segretario o presidente di un partito, ha spiegato il rettore Luigi Dei, scatterebbe l'aspettativa obbligatoria.