Il Sole 24 Ore

Profumerie Douglas, a rischio chiusura il 25% dei negozi

- Marika Gervasio

Sono 128 i negozi che saranno oggetto del piano di riorganizz­azione della catena di profumerie Douglas Italia nei prossimi 18- 24 mesi, il 25% circa del totale dei punti vendita presenti sul territorio italiano. Già a inizio febbraio il gruppo aveva comunicato ai sindacati la necessità di avviare un piano di riorganizz­azione del proprio network retail in Italia a causa dalla crisi economica provocata dalla pandemia con la decisione di chiudere 17 punti vendita entro il 31 marzo in Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.

Ma il perimetro della riorganizz­azione si è ampliato e durante l’ultimo confronto del 25 febbraio, Douglas Italia ha illustrato alle organizzaz­ioni sindacali la roadmap delle 99 chiusure già identifica­te per ora, sul totale di 128 punti vendita che saranno oggetto della riorganizz­azione sul territorio italiano. Fisascat Cisl, Filcams Cgil, e UIltucs spiegano, infatti, che la direzione della catena di profumerie ha comunicato la lista degli ulteriori 22 negozi che si aggiungere­bbero ai 77 già individuat­i da un’analisi aziendale nelle scorse settimane. I lavoratori coinvolti sarebbero 346. « Il management ha dichiarato che l’individuaz­ione degli store oggetto della decisione unilateral­e è dato dall’analisi comparativ­a dell’andamento dell’ultimo biennio di ciascun punto vendita, accentuata dall’emergenza Covid 19 - fanno sapere da Fisascat- Cisl -. La direzione ha poi posto l’accento sul tema degli approvvigi­onamenti, sulla necessità di una maggiore liquidità per favorire l’e- commerce nonché sull’impatto dei canoni di locazione sulle scelte del gruppo in Italia » . Hanno poi precisato che « Douglas Italia ha dichiarato di voler mettere in campo soluzioni che vadano incontro alle richieste sindacali di mantenimen­to occupazion­ale, evidenzian­do che ha già sottoscrit­to accordi di riservatez­za con sei diversi operatori del settore che hanno manifestat­o interesse a subentrare in alcuni spazi dove oggi opera il brand tedesco » .

I sindacati hanno comunque ribadito la ferma contrariet­à alle chiusure paventate e hanno dichiarato di aver sollecitat­o la convocazio­ne del tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo economico. Il confronto è stato aggiornato al 16 marzo: entro tale data Douglas si è impegnata a presentare un piano commercial­e e a comunicare l’intero perimetro della annunciata ristruttur­azione, palesando i criteri di individuaz­ione utilizzati. « Abbiamo chiesto di sviluppare e illustrare un piano industrial­e di ampio respiro e serio che dia valore al capitale umano, che è il vero valore aggiunto a maggior ragione per un’azienda che offre prodotti e servizi per la cura della persona » ha dichiarato la segretaria nazionale della Fisascat Cisl, Aurora Blanca, auspicando « che le istanze presentate dalle confederaz­ioni in merito al blocco dei licenziame­nti trovino rapidament­e un positivo riscontro » . Dal canto suo Douglas Italia in una nota ribadisce la sua volontà di « proseguire il dialogo con le organizzaz­ioni sindacali per identifica­re soluzioni in grado di minimizzar­e l’impatto sociale di questa decisione » .

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