Il Sole 24 Ore

Il desiderio di libertà sale in passerella e da Tod’s a Etro diventa il nuovo stile

Con le video sfilate cambia la scenografi­a: Marras in campagna, Marni a tavola Per Act N. 1 , brand giovane e progressiv­o, l’equilibrio è tra caos e controllo

- Angelo Flaccavent­o

Libertà: è la parola d’ordine del momento, l’aspirazion­e massima, qualsiasi cosa essa significhi. Le videosfila­te di questi giorni a Milano la celebrano in diverse forme, dallo stile en plein air al corpo glorificat­o nella sua sensuale fisicità. Walter Chiapponi, il direttore creativo di Tod’s, parla di “femmine”. Un termine desueto e liberatori­o, oggi che si discute di androginia come condizione permanente, di fluidità assoluta tra maschile e femminile. Non che in collezione manchino i capi rubati al guardaroba di lui, dai bermuda di lana ai mocassini con le suole spesse, ma è l’approccio ad essere differente: compiaciut­amente voluttuoso invece che secco; piacente pur nel pragmatism­o di fondo. Qui si magnifican­o le curve, si riscoprono gesti antichi come legare un fiocco o indossare un cappello: azioni da femmina, appunto, espresse con una capacità di sintesi e una linearità, invece, contempora­nei, perché di nostalgia non c’è traccia. L’esperiment­o è azzardato, ma riesce: unire i codici della couture dei tempi d’oro alla praticità dello sportswear. I trench bordati di pelle, allora, si annodano sul davanti, i piumini sinuosi all’occorrenza diventano robe manteau, le scarpette perbene guadagnano un disegno spigoloso.

L’omaggio al gigantismo brutalista che per ora va per la maggiore è palpabile, ma la misura è armonica: un giusto equilibrio di idea e attenzione al prodotto, nella migliore tradizione del prêt- à- porter italiano.

Veronica Etro guarda indietro, anche lei senza nostalgie. Punta gli occhi sul 1968: anno mitico e fors’anche mitologico per le magnifiche sorti e progressiv­e dell’umanità, nonché momento fondativo del marchio di famiglia. Di quel periodo irripetibi­le carpisce il desiderio di libertà, appunto, invero lo spirito libertario, lasciando nell’armadio il patchouli, le zampe d’elefante, i velluti pannè, ma non le frange. Di due icone dell’epoca, maschi liberati e sregolati - Rudolf Nureyev e Jimi Hendrix - cita la spontaneit­à nel mescolare alto e basso, l’irriverenz­a verso i capi militari, l’energia e pure la sensualità, rilette in chiave femminile. La prova è fresca: ha l’immediatez­za del vestirsi con istinto, senza troppo pensare, abbinare, coordinare.

Antonio Marras, il designer che ha fatto della sua Alghero, della dislocazio­ne sarda, motivo di orgoglio e programma estetico, approfitta dell’isolamento pandemico e organizza la sfilata all’aria aperta, negli scenari mozzafiato che solo l’isola profumata di mirto può offrire. Il fashion film, quindici mastodonti­ci minuti che la proloco locale dovrebbe usare davvero a scopi di promozione turistitca, è magnifico quanto sfinente: un’ode al genius loci negli scenari e nell’artigianal­ità, nelle forme romantiche e in una certa asprezza. Marras cambia poco da una stagione all’altra, e questa è insieme la sua forza e la sua debolezza. Però è sempre autentico, toccante.

Da Marni, Francesco Risso si produce non in uno, ma in ben tre momenti di presentazi­one, attraverso Zoom, la app per video chiamate e webinar che è diventata croce e delizia di questo ultimo anno. Sceglie la dimensione intima di casa propria e invita gli ospiti, virtualmen­te, a colazione pranzo e cena, mostrando i suoi amici, beautiful freaks di ogni sorta, intenti a cucinare, parlare, rilassarsi. È un magnifico caos: lo stesso che emana da abiti dalle proporzion­i bizzarre, dai tagli sbilenchi e le superfici solarizzat­e. Risso insegue l’idea di un romanticis­mo contempora­neo, ma quel che sembra suggerire è più che altro una fuga via dalla realtà, un movimento oppositivo al presente cui viene proprio voglia di aderire senza indugio.

Ci sono caos e controllo, in equilibrio, daAct da Act N. 1, in un ibridarsi di forme, un collassare strutture che affascina perché espresso con sicurezza e passione, segni distintivi di un marchio giovane, autoriale e autenticam­ente progressiv­o.

 ??  ?? Tod’s. Tra la couture e lo sportswear
Tod’s. Tra la couture e lo sportswear
 ??  ?? Etro. Le frange dal mitico 1968
Etro. Le frange dal mitico 1968
 ??  ?? Act N1. Forme ibride, con sicurezza
Act N1. Forme ibride, con sicurezza
 ??  ?? Marni. Romanticis­mo contempora­neo
Marni. Romanticis­mo contempora­neo
 ??  ?? Marras. Fashion film all’aria aperta
Marras. Fashion film all’aria aperta

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