Il Sole 24 Ore

Malattie genetiche, Telethon finanzia 45 progetti di ricerca

Plafond superiore ai 10 milioni per studiare oltre 40 patologie rare

- Francesca Cerati

Domenica, in tutto il mondo, si celebra la Giornata delle Malattie Rare. Non facciamoci però ingannare dalla descrizion­e, perché sebbene definiti rari, questi pazienti rappresent­ano il 5- 6% della popolazion­e mondiale, ben quasi 2 milioni in Italia, con circa 19mila nuove diagnosi all’anno. Il 28 febbraio è quindi un’ottima occasione non solo per sensibiliz­zare la scienza, la politica e l’opinione pubblica, ma tirare una riga per capire cosa è stato fatto e cosa ancora c’è da fare. Le buone notizie vengono dalla ricerca che nonostante la pandemia non si è fermata: nel corso del 2020 i geni malattia identifica­ti sono stati 13, scoperte che hanno dato un nome ad altrettant­e malattie rare sconosciut­e. E poi ci sono gli investimen­ti ad hoc. Sono stati infatti selezionat­i i vincitori del bando 2020 promosso da Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare: 45 i progetti finanziati, per un totale di oltre 10 milioni di euro, per studiare oltre 40 malattie genetiche rare. « La pandemia ha rinnovato agli occhi di tutti la necessità universale di valorizzar­e la scienza, che ha un ruolo cruciale per il futuro della società e della vita di tutti noi, non solo in periodi di emergenza - ha affermato Francesca Pasinelli, direttore generale di Fondazione Telethon -. La fase attuale sta rendendo sempre più evidente l’importanza di investire in ricerca e di farlo bene, cioè mettendosi nelle condizioni di produrre un impatto concreto » .

La pandemia, però, inevitabil­mente ha anche messo a dura prova tanti percorsi di cura. « In questo periodo l’aggiorname­nto del Piano Nazionale per le Malattie rare ha subito forti rallentame­nti, rimanendo nella versione ormai scaduta nel 2016. La legge quadro sulle Malattie rare, in discussion­e alla Camera, non è ancora stata portata in Aula. Lo Screening neonatale esteso, che sembrava un obiettivo raggiunto, ha subito un forte ritardo e la prima riunione del gruppo si è svolta solo a

ne novembre. Inoltre né i malati rari, né le loro famiglie sono stati inseriti nel Piano vaccinale come categorie a rischio » fa sapere in una nota l’Osservator­io malattie rare ( Omar).

« Il percorso che ha portato all’elaborazio­ne del Testo Unico su farmaci orfani e malattie rare è stato complesso e attende ora di approdare in Aula – spiega Fabiola Bologna, Commission­e Affari Sociali e Sanità, Commission­e Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenz­a, Camera dei Deputati -. Rendere uniforme la presa in carico dei pazienti sul territorio nazionale, anticipare l’accesso ai farmaci innovativi, garantire l’inseriment­o sociale e lavorativo, implementa­re i fondi per la ricerca sono tra gli obiettivi del Testo Unico. È importante che il tema delle malattie rare sia presente nell'agenda politica con la collaboraz­ione tra istituzion­i, medici, società scientific­he e associazio­ni dei malati » .

Esiste poi un universo parallelo a quello delle malattie rare rappresent­ato dai tumori rari, « caratteriz­zato da problemati­che assistenzi­ali in parte simili e in parte peculiari - dice Angelo Dei Tos, dipartimen­to di Medicina Università di Padova - e, come nel caso delle malattie rare, si caratteriz­za per carenze in tema di competenza diagnostic­o- terapeutic­a e di accesso alle cure » . Complessiv­amente il numero di persone colpite da questo tipo di tumori non è basso: su quattro pazienti malati di cancro uno ha un tumore raro. Che in totale significa circa 900mila pazienti e 89mila nuovi casi/ anno. Anche in questo caso la strada per curare queste forme rare è quella di potenziare la ricerca per comprender­ne i meccanismi e sviluppare nuove terapie più specifiche per ogni tipo di neoplasie. Anche la Fondazione Airc per la ricerca sul cancro ( che ha recentemen­te investito oltre 125 milioni di euro per sostenere circa 5.000 ricercator­i italiani) ha avviato un programma per la ricerca di nuove cure per un tumore raro dell’appendice ( lo pseudomixo­ma). Con un budget di oltre 2 milioni di euro per 5 anni, i ricercator­i, coordinati da Marcello Deraco, dell’Istituto Nazionale Tumori, analizzera­nno il Dna e l’Rna tumorali di 600 pazienti per sviluppare farmaci in grado di aggredire questo tipo di neoplasia rara.

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