Atlantia, su Aspi tratta ancora con Cdp Da Perez interesse per l’asset italiano
No a Cassa e fondi: mandato ai manager per ottenere una proposta migliorativa Intanto Acs con i 5 miliardi che incasserà a fine marzo potrà entrare in partita
Il consiglio di amministrazione di Atlantia respinge l’offerta di Cdp e dei fondi Blackstone e Macquarie, ritenuta troppo bassa, ma non chiude la porta alla cordata al punto da dare mandato al top management di trattare per ottenere una proposta migliorativa. E non chiude la porta neppure a opzioni alternative. Ieri il presidente di Acs, Florentino Perez, partner della holding nella newco che controlla la spagnola Abertis, ha fatto capire di essere pronto a investire i 5,2 miliardi di euro che incasserà a fine marzo dalla cessione di Cobra a Vinci sul business autostradale e su quello delle energie rinnovabili. E nell’affermare questo ha manifestato interesse anche per Autostrade per l’Italia. Dossier che sarebbe pronto a condividere con i suoi attuali compagni di viaggio in Abertis. Ma in che termini? Acs potrebbe partecipare al percorso di scissione previsto da Atlantia che punta a far confluire nella newco Autostrade Concessioni e Costruzioni il 33% di Autostrade e a vendere il 55% restante. Perez, dunque, potrebbe andare a rilevare una quota di quel pacchetto.
In questo senso, appare certamente utile la decisione assunta ieri dalla holding di allungare i tempi del processo di separazione per cercare di sondare il mercato anche su questa ipotesi alternativa. Il cda di Atlantia ha infatti deliberato - in coerenza con il processo di “dual track” avviato il 24 settembre 2020 e approvato dall’assemblea dei soci in data 15 gennaio scorso - di convocare un’assise straordinaria per il 29 marzo 2021 « per deliberare in merito alla proroga al 31 luglio 2021 del termine, originariamente fissato al 31 marzo 2021 nel progetto di scissione, per la presentazione di eventuali offerte vincolanti da parte di terzi per l’acquisto da Atlantia della partecipazione di controllo pari al 62,8% del capitale sociale di Autostrade Concessioni e Costruzioni » .
Insomma, la holding a questo punto prova a giocare su più tavoli. E nel farlo rilancia anche la trattativa con Cassa e i suoi partner. Il consiglio, come comunicato dall’azienda, dopo aver preso atto della proposta vincolante per l’acquisto dell’intera partecipazione dell’ 88% di Aspi presentata da Cdp e fondi e « all’esito di una prima disamina, ha reputato l’offerta inferiore alle attese, fondate su concrete e coincidenti valutazioni di advisor indipendenti, e non coerente, nei termini sia economici che contrattuali proposti, con l’interesse di Atlantia e di tutti gli stakeholders » . In ogni caso, « ha comunque dato mandato al presidente ( Fabio Cerchiai, ndr) e all’amministratore delegato ( Carlo Bertazzo, ndr) affinché, con l’ausilio degli advisor incaricati, verifichino la possibilità di introdurre i necessari sostanziali miglioramenti dell’offerta del consorzio ed ha determinato, quindi, di riconvocarsi per assumere le proprie valutazioni dandone, naturalmente, tempestiva comunicazione al mercato » .
Di fatto quel che chiede Atlantia è una rivisitazione complessiva dell’impianto contrattuale, quindi sia del prezzo, sia di alcune clausole. Tanto che la proposta non verrà sottoposta alla valutazione dei soci nell’assemblea convocata per il 29 marzo. Rispetto ai contenuti della proposta avanzata da Cdp e dai fondi, l’asset è stato valutato complessivamente 9,1 miliardi, circa 8 miliardi per l’ 88%. Ma a questa somma andrebbero sottratti circa 700 milioni legati a garanzie specifiche chieste in virtù della mancata manleva. Diversi fondi azionisti, tra cui Tci, già ieri in giornata avevano sollecitato il board ad assumere una posizione netta riguardo questa prima offerta vincolante di Cassa e dei suoi partner.
Va detto, peraltro, che questo supplemento di trattativa, ancora una volta stabilito in extremis, potrebbe essere un segnale di garbo istituzionale per capire se, con l’insediamento del nuovo governo, che potenzialmente ha posizioni meno ideologiche di quello precedente, sia possibile intavolare un confronto con la controparte su presupposti diversi da quelli che fino ad oggi hanno alimentato la trattativa.