Cellnex, shopping in Polonia e migliora le previsioni 2021
Il ceo Martinez: « In 18 mesi 9 miliardi per acquisizioni con focus in Europa »
Sono stati accolti con un + 5,65% a Madrid conti del 2020 e prospettive per il futuro di Cellnex, gigante spagnolo delle torri di trasmissione di cui la holding Edizione della famiglia Benetton è primo azionista con una quota del 13,5% e che con la chiusura ieri è arrivato a una capitalizzazione di 21,93 miliardi di euro.
Ieri, però, la società presieduta da Bertrand Kan dopo l’uscita a gennaio di Franco Bernabé e guidata dal ceo Tobias Martinez ha anche comunicato la chiusura di un deal in Polonia con Polkomtel Infrastruktura, con un investimento pari a 2,2 miliardi di cui 1,6 per le 7mila torri e le infrastrutture attive e 600 milioni per la realizzazione di ulteriori 1.500 siti nei prossimi 10 anni.
La società ha chiarito che la transazione sarà realizzata con la liquidità disponibile ricordando l’aumento di capitale fino a 7 miliardi annunciato il 3 febbraio scorso, e da concludere con l’approvazione dell’assemblea il 29 marzo, con cui Cellnex prevede di poter finanziare un portafoglio di progetti fino a 18 miliardi di euro nei 18 mesi successivi al completamento. Il 50% di questo portafoglio, precisa una nota, è già impegnato per i deal annunciati come, appunto, l’acquisizione di Polkomtel Infrastruktura, l’acquisizione delle attività di Hivory in Francia e l’integrazione delle torri e delle sedi di Deutsche Telekom nei Paesi Bassi. A disposizione per altro shopping rimangono però 9 miliardi. E su questo, ha rimarcato il ceo Martinez durante la presentazione dei conti, Cellnex vorrà focalizzarsi nei prossimi 18 mesi, in una azione di consolidamento che avrà il suo fulcro in Europa.
Con questa operazione il gruppo va inevitabilmente a rafforzare la sua posizione di leader europeo di infrastrutture di telecomunicazioni wireless, con un portafoglio di oltre 128mila siti, di cui 75mila già in portafoglio e il resto in via di chiusura o implementazione fino al 2028. Il raggio d’azione oggi comprende Spagna, Italia, Paesi Bassi, Francia, Svizzera, Regno Unito, Irlanda, Portogallo, Austria, Danimarca, Svezia e Polonia. Tutto a valle di una politica di espansione per cui la società ha messo sul piatto 37 miliardi dalla quotazione del 2015.
Una strategia, quella di Cellnex, di cui ha risentito l’ultima riga di bilancio con l’indebitamento finanziario netto balzato a 6,5 miliardi di euro dai 3,9 miliardi del 2019 e un risultato netto negativo per 133 milioni, spiega il colosso delle torri, a causa di maggiori ammortamenti, praticamente raddoppiati rispetto al 2019 (+ 94% vs 2019), e costi finanziari (+ 83% vs 2019) associati al processo d'acquisizioni. Fra queste, del resto, c’è anche il boccone enorme delle torri europee di Ck Hutchison.
I ricavi sono saliti a 1,6 miliardi di euro (+ 55%) nel 2020 e la società che ha migliorato le previsioni, punta a 2,4 miliardi nel 2021 e fra 4,1 e 4,3 miliardi nel 2025. Quanto alla marginalità, l’Ebitda è previsto raggiungere fra i 3,3 e i 3,5 miliardi entro il 2025, circa tre volte gli 1,81 miliardi di euro del 2020 saliti in un anno del 72%. « Noi non siamo preoccupati, la nostra attività è a favore del mercato, della competitivita » , ha detto il ceo Martinez rispondendo a una domanda su possibili problemi regolatori vista la marcata focalizzazione sulle acquisizioni. Inoltre, ha concluso, il gruppo lavora « in trasparenza e senza discriminazioni » .